Paura e delirio a Las Vegas: recensione

Avevamo due buste di erba, settantacinque palline di mescalina, cinque fogli di acido superpotente, una saliera mezza piena di cocaina, un’intera galassia multicolore di eccitanti, calmanti, scoppianti, esilaranti. E anche un litro di tequila, un litro di rum, una cassa di birra, mezzo litro di etere puro e due dozzine di fialette di popper. Non che per il viaggio ci servisse tutta quella roba, ma quando ti ritrovi invischiato in una seria raccolta di droghe, la tendenza è di spingerla più in là che puoi.

In questi termini si esprime la voce narrante in una delle prime battute del film Paura e delirio a Las Vegas. La frase citata è perfetta per introdurci al commento di una delle pellicole più folli e deliranti mai passate sul grande schermo.

Paura e delirio a Las Vegas è ispirato al romanzo Fear and Loathing in Las Vegas (titolo originale del film), un racconto autobiografico del giornalista e scrittore Hunter S. Thompson, basato sulle sue scorribande a Sin City in compagnia del proprio avvocato. La genesi del film fu particolarmente travagliata. Per più di 10 anni la sceneggiatura fu rifiutata da tutte le case di produzione, poi, proprio quando la pellicola sembrava in rampa di lancio, il regista designato, Alex Cox, abbandonò il progetto per divergenze creative con la produzione.

Tutto finito? Macché! Con uno dei miracoli che ogni tanto il cinema riesce a regalare, tre fondamentali pedine andarono al posto giusto: a bordo del progetto salirono infatti uno dei registi più visionari di sempre, ovvero l’ex Monty Python Terry Gilliam (BrazilLa leggenda del re pescatoreL’esercito delle 12 scimmie), e due dei più talentuosi attori della loro generazione, cioè un irriconoscibile Johnny Depp, reso calvo e con il volto costantemente deformato, e Benicio del Toro, ingrassato appositamente di circa 20 Kg. Il film arrivò così nelle sale di tutto il mondo nel 1998, rivelandosi un flop dal punto di vista commerciale ma guadagnandosi immediatamente lo status di cult.

Paura e delirio a Las Vegas – la fine del sogno americano in un viaggio allucinato e allucinante

Paura e delirio a Las Vegas

Siamo nel 1971, e il tanto celebrato sogno americano di un miglioramento del proprio tenore di vita attraverso l’abnegazione e il duro lavoro è ormai al tramonto. Terry Gilliam entra a gamba tesa sul tema con il racconto nichilista e psichedelico di due uomini che hanno scelto di vivere dedicandosi in maniera quasi esclusiva a droghe e surrogati. Il film narra infatti la storia del giornalista Raoul Duke (Johnny Depp), inviato dal proprio giornale a Las Vegas per scrivere la cronaca di una gara motociclistica che si terrà nel deserto del Nevada. A fargli compagnia c’è l’irresistibile Dottor Gonzo (Benicio del Toro), suo avvocato e amico.

I due colgono l’occasione di questo inaspettato viaggio nella capitale del vizio per devastarsi con le più disparate droghe, che ben presto presenteranno il conto cominciando a provocargli allucinazioni, perdita di contatto con la realtà e conseguenti comportamenti deplorevoli e abbondantemente al di là della morale comune. Strano a dirsi, ma la trama è tutta qui. Paura e delirio a Las Vegas non racconta altro che le allucinanti avventure di questi due tossici, vissute dal loro punto di vista. Terry Gilliam tenta un’impresa realizzata pochissime volte prima di lui a livelli così alti (a memoria ricordiamo solo Il pasto nudo di David Cronenberg), cioè immergersi completamente nella mente di due persone in preda al delirio di droghe e alcool, mostrandoci con ardite scelte registiche e una perfetta computer grafica le loro allucinazioni, la distorsione della loro realtà e le inevitabili conseguenze sui loro comportamenti.

Paura e delirio a Las Vegas, il libro di Hunter Stockton Thompson è stato l’ispirazione di Terry Gilliam

Paura e delirio a Las Vegas

Colonne portanti di quest’opera sono gli attori protagonisti, due fuoriclasse assoluti che nobilitano l’intero film con le loro performance e la loro naturale alchimia su schermo. Johnny Depp si immerge completamente nel personaggio con la sua proverbiale professionalità, che lo ha portato a vivere a stretto contatto con il vero Hunter S. Thompson per diversi mesi in modo da prepararsi al meglio per la parte. I risultati si vedono: la sua prova nei panni del giornalista è probabilmente una delle migliori della sua lunga carriera; davvero stupefacente (in tutti i sensi) come l’attore feticcio di Tim Burton riesca a rendere con la sua proverbiale mimica facciale la paranoia del suo personaggio. Benicio del Toro è la sua ideale spalla comica, e riesce a rappresentare con disarmante facilità il ruolo a tratti quasi demenziale del Dottor Gonzo e le diverse alterazioni del suo stato d’animo causate dall’abuso di droghe. Non mancano piccole e brevi apparizioni in ruoli di contorno per alcune star come Cameron DiazTobey MaguireChristina RicciHarry Dean Stanton e anche Flea dei Red Hot Chili Peppers.

Ulteriore punto a favore del film una colonna sonora epica e perfettamente integrata con il delirio dei protagonisti, composta da pezzi di leggende della musica come Rolling StonesJefferson AirplaneBob DylanTom JonesFrank Sinatra.
Paura e delirio a Las Vegas

Fra luci distorte, primi piani deformati, visioni di dinosauri, camere d’albergo distrutte e folli viaggi in auto, Paura e delirio a Las Vegas più che un film si rivela una vera e propria esperienza visionaria, decisamente sconsigliata a chi cerca una trama lineare e convenzionale. Più che a una storia assistiamo infatti a un lungo flusso di (alterata) coscienza dei due protagonisti, che, come dei novelli Virgilio, accompagnano lo spettatore nei bassifondi dell’umanità e nei meandri della società americana, a cui non vengono risparmiate dure e importanti stoccate nei monologhi interiori di Duke. Un film eccessivo, grossolano, ridondante e grottesco, che ciò nonostante riesce a intrattenere e anche a fare riflettere. Una lezione di cinema e regia da parte di un maestro completamente fuori dagli schemi come Terry Gilliam.

Giudizio Cinematographe

Regia - 4.2
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 4
Recitazione - 4.2
Sonoro - 4.1
Emozione - 3.7

4

Voto Finale