87 ore – gli ultimi giorni di Francesco Mastrogiovanni: recensione

Difficile parlare di una vera e propria recensione quando il prodotto cinematografico da valutare è della natura di 87 ore: un documentario che raccoglie e riassume le ultime 87 ore di vita di Francesco Mastrogiovanni, maestro elementare con problemi di instabilità mentale, morto in seguito alle conseguenze di una contenzione prolungata all’interno dell’ospedale Vallo della Lucania.
Una pratica ricorrente e disumanizzante, utilizzata, come la parola stessa suggerisce, per mantenere fermo un paziente psichiatrico particolarmente irrequieto e pericoloso ma che, al di là dell’ipotetica legittimità delle motivazioni per le quali viene adottata, non permette di garantire la sicurezza del paziente stesso. Ma procediamo con ordine: È il 31 luglio  2009, Francesco Mastrogiovanni viene caricato forzatamente in ambulanza dai vigili urbani mentre vaga in stato confusionale su una spiaggia. Il trattamento sanitario obbligatorio (TSO) viene reso  necessario dal fatto che l’uomo, la sera prima, aveva condotto un’ automobile ad alta velocità e senza nemmeno guardare la strada, all’interno di un’area pedonale. I successivi quattro giorni trascorsi all’interno del reparto psichiatrico dell’ospedale Vallo della Lucania vengono ripresi da  nove videocamere di sorveglianza, che registrano impietose la lenta agonia di un uomo entrato con le proprie gambe e ridotto cadavere nel giro di una manciata di giorni. Cos’è successo durante quelle ore maledette?

87 ore

Le telecamere che hanno ripreso l’agonia di Francesco Mastrogiovanni

L’occhio sensibile e sapiente di Costanza Quatriglio, già premiata autrice di numerosi documentari (L’isola, Il mondo addosso, Terramatta, Triangle) ha realizzato la difficile impresa di rendere fruibile a livello cinematografico un materiale asettico, rendendo umano lo sguardo freddo e meccanico delle telecamere fisse dell’ospedale. Merito di una regia che alterna le immagini crude e cariche di morte  alla bellezza calda e vitale dei luoghi in cui Francesco Mastrogiovanni ha vissuto, accompagnate dalla voce di chi lo ha conosciuto e può raccontare la sua storia.

87 ore: una triste storia di incuria ed indifferenza

Ciò che mostra 87 ore non è tanto una storia di maltrattamenti ma una vicenda, forse ancora più triste, legata allo spettro dell’ apatica indifferenza, in cui un uomo muore per colpa di un intero sistema inefficiente in cui nessuno è all’apparenza  direttamente colpevole, ma in realtà tutti lo sono. La contenzione è stata purtroppo solo la punta di un iceberg fatto di malasanità, in cui lo scarso sostegno delle strutture si è fuso con l’alienata superficialità del personale medico, reo di non essersi accorto che un malato psichiatrico, proprio come qualsiasi altro, può presentare anche altri problemi di salute ed ha diritto ad essere curato. La malattia mentale spaventa e tiene a distanza, si sa, ma ciò che colpisce è proprio pensare che Francesco Mastrogiovanni sia morto per un edema polmonare non diagnosticato, soffocato da sintomi che chiunque fra  i tanti medici ed infermieri che si sono succeduti al suo capezzale, avrebbero dovuto riconocere con facilità.
Il caso di Francesco Mastrogiovanni, per il quale sono stati processati 6 medici e 12 infermieri, è stato preso in carico dall’associazione “A buon diritto”, di cui il senatore Luigi Manconi è presidente. A cinque anni dal triste evento, mentre è in corso il provesso di appello (in primo grado erano stati condannati solo i medici ed assolti gli infermieri), Manconi ha contattato Costanza Quatriglio affinché, affiancata dalla partecipazione e testimonianza della nipote di Matrogiovanni Grazia Serra, raccontasse questa storia, perché mai più nessuno debba morire in un luogo in cui dovrebbe essere protetto e curato.

87 ore arriverà nelle sale cinematografiche di Roma e Milano il 23 novembre 2015, e verrà trasmesso da Rai 3 in seconda serata il 28 dicembre.

Giudizio Cinematographe

Regia - 3.5
Fotografia - 4
Sonoro - 3.5
Emozione - 4

3.8

Voto Finale