Io che amo solo te: recensione

 

In amore, chi non dubita non teme, non ama.

(Roberto Gervaso)

Questo semplice aforisma rivela l’esatta essenza di Io che amo solo te, quarto lungometraggio per la regia del torinese Marco Ponti (Santa Maradona, A/R Andata e ritorno, Passione Sinistra) che, conservando e sostenendo i toni leggeri e scanzonati della commedia, mette in scena il dramma esistenziale per eccellenza, quello che nella vita di ognuno di noi prima o poi bussa alla porta: “Lo/la amo davvero?”

Tratto dal bestseller dell’amico Luca Bianchini, Io che amo solo te cerca di rispondere a questa ed altre domande a partire dalle conseguenze di un dubbio mal affrontato, quello che trent’anni addietro ha portato Don Mimì (Michele Placido) a lasciare la sua amatissima Ninella (Maria Pia Calzone) per paura di deludere le aspettative perbeniste della propria famiglia. Ora, però, la vita sembra offrire una singolare possibilità di riscatto ai due amanti divisi, che stanno per portare all’altare i propri figli, Damiano e Chiara ( la “premiata coppia” Riccardo Scamarcio e Laura Chiatti), uniti da una amore forse forte quanto il loro. I due ragazzi, tuttavia, sopraffatti dalla grandezza del passo che stanno per compiere (forse affrettato dalla volontà di non deludere i rispettivi genitori), affronteranno la crisi del giorno prima, cedendo alla debolezza per paura del rimpianto e scoprendo che la verità è qualcosa che va necessariamente raccontato innanzitutto a se stessi.

Io che amo solo te matrimonio

Una scena del film – foto: Claudio Iannone

Io che amo solo te: quando il dubbio celebra l’amore

Marco Ponti sceglie la Puglia e, più precisamente, l’incantevole Polignano a Mare, come teatro di questa storia sull’amore: un sentimento fatto di mille sfaccettature, alcune delle quali difficili da ammettere, ma per questo stesso motivo profondamente autentico. Il matrimonio di Chiara e Damiano diviene così il pretesto per liberarsi dai fardelli del non detto o del non fatto, portando gli ospiti della cerimonia e gli sposi stessi ad abbandonare maschere ed ipocrisie, lasciando che il flusso della vita, così come il maestrale che accompagna questo breve ma fondamentale viaggio interiore, faccia il suo non sempre lineare corso e lasciando che la verità arrivi solo fin dove serve a portare il bene.

Il cast si arricchisce dei divertenti camei di Luciana Littizzetto, volta a controbilanciare con la sua prorompente “piemontesità”, l’accento marcatamente ironico su vizi e virtù dei meridionali, e Dario Bandiera che, in un personaggio sopra le righe, ricorda per l’ennesima volta che l’apparenza può ingannare perfino lo sguardo indagatore e pretenziosamente onnisciente di un bellissimo paese del sud.

Io che amo solo te Marco Ponti

Una scena cel film – foto: Claudio Iannone

Grande nota di merito va alla colonna sonora originale di Gigi Meroni, vincitore in passato di un Emmy Award, e realizzata con la collaborazione del grande Roy Paci e dei Wardell, figli del celeberrimo regista Steven Spielberg; ciliegina sulla torta, un’intensissima interpretazione live del brano di Sergio Endrigo Io che amo solo te, ad opera della cantante salentina Alessandra Amoroso.


Io che amo solo te arriverà nelle sale italiane il 22 ottobre grazie a 01 Distribution; nel cast anche Eugenio Franceschini, Antonella Attili, Antonio Gerardi, Dino Abbrescia, Eva Riccobono, Michele Venitucci, Enzo Salvi, Ivana Lotito, Angela Semerano, Crescenza Guarnieri, Uccio De Santis, Angelo De Matteis, Beppe Convertini, Valentina Reggio.

 

 

Giudizio Cinematographe

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 4
Recitazione - 3
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.3

Voto Finale