Io sono Ingrid: recensione

“Terrò stretto questo diario e lo nasconderò per sempre. Ho quattordici anni, due mesi e tre giorni. Sono nata il 29 agosto 1915. Fui battezzata Ingrid. Ero vivace, irritante, testarda e selvaggia”. Diario in svedese si dice dagbok e sono le pagine intime e private, scritte dalla diva cinematografica degli anni 40-60, l’intero filo rosso che tiene insieme filmati, testimonianze e ricordi in Io sono Ingrid. Il film distribuito da BIM sarà nelle sale italiane il 19 e 20 ottobre 2015.

Io sono Ingrid: un ritratto inedito di una donna moderna, allegra, indipendente e soprattutto libera da ogni cliché

Ingrid Bergman avrebbe compiuto cento anni lo scorso 25 agosto e da Cannes a Roma, passando anche per Stoccolma, è tanta la voglia di ricordarla. Celebrare un’attrice così amata dalla stampa e dal grande pubblico che vinse tre Premi Oscar: Angoscia di George Cukor, 1945; Anastasia di Anatole Litvak, 1957; Assassinio sull’Orient Express di Sidney Lumet, 1975.

Il documentario Io sono Ingrid, presentato al 68. Festival di Cannes nella Sezione Classici, è firmato da Stig Bjorkman. Qualche anno fa, ho incontrato per caso Isabella Rossellini, la figlia di Ingrid Bergman, che mi ha fatto una proposta molto diretta: ‘Facciamo un film su Mamma?’ – commenta il regista –. Ho capito subito che si trattava di un progetto intenso, e quando ho avuto accesso alla sua ricca collezione di lavori, lettere, foto e alle sue riprese private, la mia stima per Ingrid Bergman come artista forte e determinata è cresciuta ancora di più.

Stig Bjorkman ha realizzato il documentario servendosi delle immagini di repertorio, di ricordi privati e delle testimonianze dirette dei quattro figli (Pia Lindström, Isabella, Isotta e Robertino Rossellini). Immagini uniche nel loro genere, preziose, che regalano un ritratto mai visto prima della donna, dell’attrice, della mamma e della moglie Ingrid Bergman. Con Io sono Ingrid – continua Stig Bjorkman –, ho cercato di creare un ricco e colorato ritratto di questa persona straordinaria. Ho chiamato anche le persone che sono state più vicino a lei, i suoi figli, per avere una testimonianza della sua vita e per conoscere la donna che, fino ad oggi, era conosciuta solo attraverso le immagini dei suoi film.

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Il risultato è un film testimonianza su una grande donna: moderna, allegra, indipendente e soprattutto libera da ogni cliché. Una donna che ha rappresentato un simbolo di ribellione e coraggio in un periodo storico in cui l’indipendenza sembrava essere ancora lontana. Io sono Ingrid è Il racconto di una vita, sicuramente non da favola ma “sulle righe”, tra momenti pubblici, di grande celebrità – come il periodo trascorso a Hollywood – e privati che la stessa Ingrid amava filmare, come il grande amore con il primo marito Aron Lindström – detto Pette e papà di Pia –, ma anche gli anni trascorsi in Italia accanto al regista Roberto Rossellini e i loro tre figli.

Ingrid Bergman, icona del cinema internazionale e modello di donna, divisa tra lavoro e affetti. Io voglio vivere libera.

Giudizio Cinematographe

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 4

4

Voto Finale