Dal libro al film: Anime Nere e A.C.A.B.

Dal libro al film tanti sono i personaggi che nel corso degli anni hanno fatto sognare il grande pubblico. Letteratura e cinema da sempre si inseguono e rincorrono. Grandi registi sono stati messi alla prova e hanno portato sul schermo capolavori come Le pagine della nostra vita, La solitudine dei numeri primi, Memorie di una Geisha, Il gattopardo, Il grande Gatsby, The Help e… La lista è lunghissima. Non si tratta solo di opere sentimentali o romantiche, ma anche di libri forti, istruttivi e inchieste sul nostro Paese e società.

Al Mind The Gap Festival, manifestazione culturale organizzata dall’Associazione Book Club Umg, hanno partecipato in veste di ospiti Gioacchino Criaco e Carlo Bonini, rispettivamente autori di Anime Nere e di A.C.A.B. Due libri, in seguito divenuti film, che suscitano importanti dibattiti e discussioni.

Anime Nere è un film di Francesco Munzi ed è stato presentato alla 71esima Mostra del Cinema di Venezia, creando grande clamore tra la stampa e il pubblico. Alla première, infatti, a fine proiezione, la platea ha applaudito per più di 10 minuti. E’ questa la magia del cinema: rendere ancor più chiara e diretta una storia per farla arrivare al cuore e alla mente di tutti.
Anime Nere è il primo film girato ad Africo, nel cuore dell’Aspromonte. Un film che racconta la ‘ndrangheta vista da vicino, senza giudicare. E’ la storia di tre ragazzi diventati uomini in una terra dove la criminalità non fa nulla per nascondersi. Sia Criaco che Munzi raccontano l’umanità di quella terra e delle persone che sono dentro quella realtà.
«Ero alle prese con un altro progetto ma mi sono imbattuto nel libro di Gioacchino Criaco e sono rimasto folgorato da come affrontava una materia che io conoscevo solo attraverso la cronaca dei giornali». Questo il motivo che ha spinto Munzi a realizzare la trasposizione cinematografica.

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A.C.A.B., invece, è stato diretto da Stefano Sollima. Anche qui sono tre uomini i protagonisti. Sono tre celerini, ossia tre agenti antisommossa della Polizia, ma anche tre compagni di vita e amici che svolgono il loro lavoro dentro gli stadi, lungo le strade e intorno alle piazze. Ognuno di loro ha una storia familiare dolorosa come il divorzio, l’odio per il padre e l’accusa di aggressione ai danni di un tifoso. Bonini e Sollima raccontano tre uomini normali, che fanno un lavoro pericoloso e indossano una divisa spesso criticata, a dimostrazione che, se pur la mela marcia vi è in ogni ambiente, non tutti sono corrotti o cattivi. Una storia fortemente attuale, che offre la realtà da un’altra angolazione.

Libri e film in questo caso diventano testimonianza di vita e offrono al lettore e allo spettatore un diverso punto di vista, contestabile ma umano. Tutti abbiamo delle colpe, ma dietro di esse si nasconde la fragilità dell’uomo.