Intervista ad Andrea Bosca

Vi presento Andrea Bosca. No, non serve. Lo conoscete già. È un volto noto del piccolo e del grande schermo. Avete ammirato la sua eleganza di movimento e di espressione in molti film. Per citarne alcuni: Gli sfiorati di Matteo Rovere, Magnifica Presenza di Ferzan Özpetek e Outing – Fidanzati per sbaglio di Matteo Vicino. Andrea Bosca è bravo, bello,  molto sensibile e disponibile verso il prossimo. Ha seguito per qualche anno l’organizzazione del Moviemov Italian Film Festival, la rassegna che porta il meglio del cinema italiano in Asia, e lo scorso anno ha presentato a Manila il suo primo lavoro come regista. Dietro la macchina da presa per A tutto tondo, la storia di un giovane analista di disegni, un italiano dal carattere chiuso ed introverso, di una colorata famiglia filippina e di un domestico dal passato imprevedibile che sa leggere a fondo nel cuore delle persone. L’incontro tra due Mondi apparentemente lontani, tra due culture che devono imparare a convivere. Al cortometraggio hanno preso parte Giorgio Colangeli, Paola Minaccioni e Salvatore Striano, e il progetto è stato presentato in anteprima nazionale alla nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, nella Sezione Alice nella Città.
Lascio la parola ad Andrea Bosca.

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Nella tua biografia si legge “Fin da bambino ho giocato su un palco”. Cosa ti attraeva, sin da piccolo, di questo mondo?

Mi attraeva la possibilità di esplorare. Fare un’esperienza che non si fa nella vita di tutti i giorni. Era un gioco che si faceva con tutto il corpo, con le emozioni, con tutto quanto. Ho iniziato col teatro e subito mi ha preso questa energia, questo condividere col pubblico un mondo che è visibile e invisibile.

Teatro, cinema e… pasticceria. Quale è il tuo vero amore?

Il mio vero amore è lavorare ad una cosa con passione. Entrare nel suo cuore, sentirlo. La Pasticceria appartiene alla mia famiglia ed è il posto dove vado a ricaricare, a trovare le mie radici. La recitazione è il mio salto fuori dal cerchio, la voglia di impersonare qualcosa di diverso e di essere altro. Recitare è importante, per me, in questa fase della vita. Vitale.

Hai lavorato con tanti registi e i ruoli che hai interpretato sono vari. Quale set ti ha emozionato di più e ricordi con piacere?

Ho fatto tante cose perché il mio carattere è così, ho molte anime, diverse ispirazioni. Mi piace pensare di non aver mai fatto me stesso e nemmeno un personaggio uguale all’altro. Ero persone diverse in ogni lavoro. Non mi chiedere di sceglierne o una preferenza. Sono passato di là. Con tutto me stesso. Ma ti posso dire: non sono più là. Sono già cambiato. Attendo il prossimo lavoro con l’unica cosa che mi porto dietro: più libertà, più voglia di sperimentare.

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Con il progetto Moviemov hai dimostrato grande sensibilità verso il prossimo e Manila ti è proprio rimasta nel cuore. A tutto tondo è un cortometraggio dove si incontrano e scontrano due mondi diversi e lontani. Perché hai scelto di raccontare questa storia e cosa ti ha spinto a passare dietro la macchina da presa?

Sono stato a Tondo grazie agli organizzatori di Moviemov Festival del Cinema Italiano in Asia e la forza e la vitalità che la sua comunità ci ha trasmesso è stata contagiosa. Vivono nella povertà di mezzi e servizi ma umanamente hanno una qualità che ci ha spazzato via molte ombre mentali. Volevo restituire loro un po’ di quel bene che ci hanno fatto e dare la possibilità ai nostri connazionali di interessarsi al loro destino. Il corto fa parte di un progetto di Charity per cui gli introiti sono direttamente versati a Padre Carlo che ha una Missione a Tondo e che insegna a leggere, scrivere , musica e molto altro a tutti i bambini. L’ho raccontata io questa storia perché essendo la mia prima storia con la macchina da presa sentivo di dover imparare tutto da capo. Ho avuto l’aiuto di grandissimi professionisti, amici cari si sono offerti di partecipare a un’idea che era soprattutto nella mia testa e in quella di Fabia Bettini, la nostra produttrice. Alla fine eravamo tutti contenti. E l’incontro tra culture è avvenuto perché… ora abbiamo tanti amici anche tra la comunità filippina di Roma. Ben, Jeff e tutti gli altri sono stati strepitosi. Viva Pyramid. Viva tutto il cast e la troupe di A Tutto Tondo.

Ad un’opera prima segue generalmente una seconda… mi sbaglio?

Per ora non ho una storia così forte da raccontare. Sono un attore, continuo a fare il mio mestiere. Avevo una necessità forte con A tutto tondo. Non ho un’altra storia così, ora.

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Per chiudere, dimmi qualcosa di Andrea e non del Bosca attore che conosciamo già.

Sto andando a correre. Mi piace, mi tiene in corda. Mi fa pensare ai momenti belli e a quelli più difficili, li mette in fila e mi mostra che ho ancora molto da dare e molto da fare. Ultimamente la mia vita sta cambiando. Mi importa di rimanere vero. Sono grato a chi mi ha seguito fino a qui e che mi starà vicino.
Ti dico una cosa che pochi sanno e che non si dice mai: io sono fiero dei miei amici. E della mia famiglia. Ho un solo superpotere, nella vita: so circondarmi di persone speciali e negli alti come nei bassi ci sarò sempre per loro.