Let’s go: recensione del documentario sulla crisi italiana

Non è semplice inquadrare “la crisi” in un documentario senza cadere nell’allarmismo o nella commiserazione di chi ne è stato colpito più duramente: in un Paese che ha ormai raggiunto silenziosamente picchi di 10000000 di italiani in condizioni di povertà, si tratta di parlare di qualcosa che spaventa e preoccupa ma che, in qualche modo, preferiamo non pensare, come se affrontare la realtà, dal basso della nostra impotenza,  potesse costituire un nefasto presagio.

Let’s go, per la regia di Antonietta De Lillo, intende offrire, invece, un punto di vista soggettivo, raccontando attraverso le parole e i sentimenti dell’amico fotografo Luca Musella, la storia di un uomo scivolato inaspettatamente nella miseria ma che ha preferito rimboccarsi le maniche e non farsi schiacciare dalla realtà.

Sì perché, come Luca ci insegna, col “pessimismo della ragione e l’ottimismo della volontà” è possibile rialzarsi e ridimensionare la propria esistenza sulla base di ciò che si ha e si può ottenere, scoprendo intorno a noi un mondo diverso, da molti punti di vista più duro da affrontare, ma in cui i rapporti umani, spesso accantonati nel mondo dei privilegiati in favore di una vita frenetica e produttiva, tornano ad essere i veri protagonisti di ogni giornata.

I nuovi poveri sono una categoria in drammatica crescita esponenziale, le cui peculiarità contrastano con l’immaginario collettivo dell’indigente: sono quelli, come Luca, che faticano a mettere insieme i soldi per mangiare ma possiedono un Macintosh e indossano maglie Lacoste, oggetti fuori luogo nella loro nuova vita, fantasmi di un passato che non c’è più ma che non si può cancellare. Così come un cieco alla nascita accetta più facilmente la sua condizione rispetto a chi la vista l’ha persa inaspettatamente, chi scivola nella miseria deve affrontare il difficile percorso di reinventare la propria identità, ritrovandosi improvvisamente clandestino nel proprio Paese. Per chi vive la condizione di Luca, quindi, è più facile relazionarsi con un extracomunitario che con un vecchio amico, rivelando agli occhi eventualmente egocentrici dello spettatore il prezioso messaggio che “gli altri siamo noi” o possiamo diventarlo da un momento all’altro.

Let's go Luca Musella

Luca Musella in una scena del documentario

La regia di Antonietta De Lillo, minimalista e attenta ai dettagli, contribuisce a conferire il giusto tono al documentario, restituendo voce a Luca e costellando la narrazione con lo stesso ottimismo che caratterizza il protagonista, in un armonico equilibrio tra episodi di vita vissuta e riflessioni più astratte sulla condizione generale di un uomo e di un intero Paese smarrito e con un bisogno urgente di soluzioni che solo l’intelligenza e la determinazione di chi lo vive può trovare.

Let’s go, prodotto da marechiarofilm con RaiCinema e presentato al 32 Torino Film Festival, verrà distribuito da Mariposa Cinematografica nelle principali città italiane a partire dall’11 maggio; partner del progetto la campagna Miseria Ladra di Libera e Gruppo Abele, volta a difendere, attraverso un’ampia piattaforma di interventi e proposte, l’interesse generale della popolazione italiana in difficoltà economiche, contrastando le mafie all’interno di una visione europeista, fondata sulla cultura dei diritti e del welfare come elemento di civiltà.