Lasciati andare: recensione del film di Francesco Amato con Toni Servillo

Con Lasciati andare Toni Servillo si immerge per la prima volta nelle caratterizzazioni della commedia, accompagnato da una strepitosa Carla Signoris.

Lasciati andare è il messaggio che il regista Francesco Amato vuole lanciare al pubblico, un invito ad abbassare la guardia, a vivere e ridere con spensieratezza e senza mai prendersi troppo sul serio. Missione certo non facile per Elia (Toni Servillo), psicologo goloso, pigro, ebreo, lievemente altezzoso e molto tirchio. Perfino l’ex moglie Giovanna (Carla Signoris), con cui divide strategicamente l’appartamento, lo ammonisce per la sua indole da bradipo; ma è solo quando la glicemia sale e il pericolo per la salute si fa palese che il protagonista deve affrontare il suo più temuto incubo: dieta e palestra.

Mente e corpo a confronto in Lasciati andare, la nuova commedia di Francesco Amato

È così che nella vita di Elia arriva come un uragano Claudia (una simpatica Verónica Echegui), giovane personal trainer esuberante e coinvolgente, sempre innamorata dell’uomo sbagliato e con una figlia ribelle aspirante piromane. Riuscirà l’energia vitale e spagnola di Claudia a risvegliare Elia dal proprio torpore e a fargli ritrovare spensieratezza e coraggio? Il regista ci racconta una storia semplice, una storia di amicizia tra un uomo maturo e convinto delle proprie idee e una giovane donna spontanea e frizzante; lui è analista, lei personal trainer, entrambi a modo loro aiutano le persone a stare meglio, a ritrovare un proprio equilibrio, ma è solo perdendo il proprio che riusciranno a “curarsi”.

Elia e Giovanna

Amato non sbaglia scegliendo una trama non di certo innovativa o eccezionale dal punto di vista della caratterizzazione dei personaggi o degli sviluppi narrativi, ma puntando su una buona scrittura (in collaborazione con Francesco Bruni e Davide Lantieri) e su un cast che regge bene anche il contesto sociale del film. Sì perché il regista, con un lodevole coraggio, porta lo spettatore nell’ambiente ebraico (più noto a registi come Woody Allen o i fratelli Coen), riportandone con delicatezza le ironie tipiche che inevitabilmente rubano un sorriso, senza eccedere in cliché e senza neanche osare troppo. La saggezza di Amato si manifesta nella prima scena, un antefatto che è più un espediente per presentare il suo approccio alla macchina da presa, visivamente interessante.

Lasciati andare: un cast di livello e una sceneggiatura coerente

Ettore e Yuri minacciano Elia

Toni Servillo nella sua prima commedia interpreta con grande naturalezza un Freud dei giorni nostri, mettendo a tacere eventuali dubbi sulla propria capacità di interpretare esclusivamente ruoli drammatici; Luca Marinelli nei panni di Ettore, un criminale schizzato e balbuziente dal passato travagliato, offre forse la migliore interpretazione (spalleggiato da un promettente Vincenzo Nemolato nel ruolo di Yuri), insieme a una Carla Signoris che non smentisce la propria classe e spontaneità nei panni di una “ex” moglie affettuosa e molto “stilosa”. Verónica Echegui se la cava, con una freschezza diretta e senza fronzoli, conquista il sorriso dello spettatore; lodevole anche l’interpretazione di Giulio Beranek nei panni di un calciatore con un problema di gestione della rabbia.

Sfuggendo da risvolti troppo prevedibili, Amato riesce a confezionare una buona commedia (con una sceneggiatura finalmente originale dopo innumerevoli pellicole tratte da romanzi o ispirate a film francesi), che intrattiene lo spettatore senza pretendere troppo, memore dell’ironia di Groucho Marx (amato dal regista) e conscia del fatto che “la storia d’amore” fine a se stessa non è sempre l’ingrediente giusto per un bel film. In due parole? Lasciati andare!

Lasciati andare è in uscita nelle sale da giovedì 13 Aprile, distribuito da 01 Distribution.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

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