Classe Z: recensione del nuovo film di Guido Chiesa con Andrea Pisani

Classe Z racconta la storia di un gruppo di ragazzi del liceo scientifico Cartesio che devono affrontare la temuta maturità; ma una novità accoglie gli studenti più fannulloni, menefreghisti e irrispettosi  della scuola: una nuova sezione a loro interamente dedicata, la quinta H. Una pacchia per Ricky che posta scherzi divertenti sul suo canale Youtube, per Stella attentissima al proprio look, per Ugo ossessionato dai video porno, per Yuri ripetente che nel pomeriggio lavora controvoglia nell’azienda edilizia paterna; meno eccitante invece per Viola, ragazza che disprezza i suoi coetanei e considera Ungaretti un “paraculo”, che desidera laurearsi presto perché non vuole finire come sua madre, un’onesta donna delle pulizie.

Classe Z: l’ispirazione da commedie americane per teenager è evidente

In questo panorama di contesti all’americana come quello del film Pensieri Pericolosi (1995), il giovane professor Andreoli, ispirato dalla storia de L’attimo fuggente (1989), pensa di salvare gli studenti da loro stessi. Dopo un’iniziale disprezzo, i ragazzi si rendono conto che l’intento del Preside Frigotto (interpretato da un Alessandro Preziosi alle prese con una macchietta) di formare una nuova sezione era solo una scusa per isolarli, permettendo ai “bravi studenti” di seguire in santa pace le lezioni, e per bocciarli a prescindere.

Guido Chiesa dopo Belli di papà torna con un progetto “su commissione” di Colorado Film e distribuito da Medusa, finanziato dalla Regione Lazio, che si concentra sul delicato tema scolastico: professori menefreghisti, un Preside autoritario e “razzista”, dei poveri ragazzi relegati in disparte, come i neri in fondo a un autobus durante la segregazione razziale in America. Ma siamo sicuri che il tema della pellicola sia proprio questo? Purtroppo sì. Il risultato è una copia mal fatta di commedie USA come Ragazze a Beverly Hills (1995) in cui il personaggio di Stella (interpretata dalla camaleontica Greta Menchi che da star di Youtube si prepara alla sua ascesa dopo aver partecipato anche come giudice all’ultimo Festival di Sanremo) ricorda moltissimo il personaggio di Cher Horowitz interpretato da Alicia Silverstone.

Stella

Chiesa sforna una pellicola ad “altezza ragazzi

Ruoli stereotipati e battute scontate la fanno da padrone, offrendo un mero prodotto di intrattenimento per il pubblico giovane, nonostante il vessillo sbandierato di film formativo:

Classe Z è un film ad altezza ragazzi (…) Agli occhi degli adulti, i giovani che raccontiamo appaiono ribelli senza causa, senza ideologia, casinisti per il gusto di esserlo. Oppure apatici, ossessionati dai social, incomprensibili. (…) Personalmente ritengo che il nostro sistema scolastico sia decisamente in crisi. (…) Prima l’Università, adesso la scuola media e superiore sono diventati dei grandi parcheggi in cui i ragazzi, in mancanza di posti di lavoro, vengono relegati in attesa di non so più che cosa“.

Andrea Pisani si sforza di apparire credibile come bravo professore, ma la sua interpretazione non fa dimenticare le battute ben poco divertenti di quando si esibiva sul palco di Colorado; Alice Pagani che interpreta la tormentata Viola (protagonista del video musicale di Vedrai di Samuel), è uno dei personaggi cardine che dovrebbe sostenere il gruppo ma la cui voce è così debole e la recitazione così scarsa da apparire non necessaria. Greta Menchi, pur con un ruolo ridicolo si difende e Enrico Oetiker offre una faccia da schiaffi davvero meritevole; ma sono Armando Quaranta e Francesco Russo a primeggiare su tutti, nonostante i ruoli secondari di Yuri e Ugo; in particolare la formazione (soprattutto teatrale) di Quaranta si nota, restando in argomento, studiare e applicarsi da i suoi risultati.

Classe Z: qual è il messaggio finale?

I ragazzi della quinta H

La pellicola parte molto americana, per diventare più nostrana nella seconda parte, con tanto di lieto fine a livello globale per i ghettizzati della quinta H che ironicamente i compagni hanno additato come quinta Z. Dei “bravi e noiosi” studenti delle altre sezioni non si parla, tranne per il rappresentate degli studenti che viene immediatamente additato da Ricky come possibile “futuro presidente del consiglio“. Una discriminazione al contrario quindi, di cui però non si fa cenno per non scardinare il delicato filo conduttore della storia. Stella infine sforna per Ricky la memorabile frase “Ti sei mai chiesto perché hai migliaia di mi piace sulla tua pagina ma neanche un amico vero?!!!“, stendiamo un velo pietoso.

Chiesa raggiungerà sicuramente il suo obiettivo, colpendo il cuore dei ragazzi più incompresi e reietti…d’altronde si dice che anche Einstein andasse male a scuola (ne siamo proprio sicuri?) e, quindi, prendete un 60 e al resto ci pensa Youtube. Greta insegna.

Classe Z è in uscita nelle sale dal 30 Marzo, distribuito da Medusa Film

Regia - 2
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2
Recitazione - 2
Sonoro - 2
Emozione - 1

1.8