La solita commedia – Inferno: recensione

Dopo il successo strepitoso di pubblico (un po’ meno di critica) de I soliti idioti, la coppia Fabrizio Biggio- Francesco  Mandelli torna al cinema per farci ridere con una commedia all’insegna della satira e dell’enfatizzazione di stereotipi che noi stessi incarniamo o, comunque, conosciamo bene.

Se nel film precedente, però, l’oggetto principale di scherno era la volgarità, esasperata e trasformata in esilaranti episodi, questa volta i riflettori sono puntati su tutte quelle piccole degenerazioni della quale la società moderna è permeata, spesso senza nemmeno esserne troppo consapevole: ecco nascere, allora, La solita commedia- Inferno, pellicola che vede alla regia i suoi stessi protagonisti insieme a Martino Ferro, qui anche in veste di  co-sceneggiatore (suoi i versi poetici recitati da Dante/ Mandelli).

2015: l’Inferno è nel caos. Minosse non riesce più a smistare adeguatamente la folla di nuovi peccatori, rei di aver commesso ignominie come lo stalking o di essere hacker della rete…tutte colpe non ancora  catalogate e non inquadrabili nelle finora onnicomprensive categorie previste dai 7 peccati capitali; Lucifero si trova cosi  costretto ad intervenire e, in una sorta di scaricabarile di stile molto terreno, volge il problema a Dio in persona che, in seguito ad un brainstorming di santi, approva l’idea che sembra essere più efficace: rimandare Dante Alighieri ventiquattro ore sulla Terra al fine di  identificare e categorizzare i nuovi peccati, con l’ausilio di una guida umana che lui stesso dovrà scegliere…

La struttura di La solita commedia – Inferno ripercorre lo stile a sketch al quale i protagonisti- registi sono molto affezionati ma, in questo caso, l’insieme di episodi, già armonicamente suddivisi in gironi infernali terreni e relativi peccatori, viene inserito in una cornice narrativa molto solida, capace di avvicinare il film allo stile di una vera e propria commedia e a conferire una fluidità registica molto piacevole.

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Francesco Mandelli in una scena del film

È proprio la regia, infatti, la vera sorpresa: l’organicità ed il rigore con la quale il difficile materiale (caratterizzato da numerosissimi cambi di scenografia e costume) è stato organizzato, allontana l’opera prima di Biggio e Mandelli registi dalle critiche del lavoro precedente, che era apparso ai più come una forzatura cinematografica di gag che sarebbero potute rimanere inquadrate in episodi televisivi.

Questa volta, al contrario, complici anche le idee perfettamente chiare dei realizzatori e l’accurata pianificazione preventiva,  i 95 minuti di durata scorrono piacevoli e senza cadute di ritmo, rendendo questo film originale e ricco di spunti cinematografici nazionali ed internazionali che rivelano la preparazione tutt’altro improvvisata di Francesco e Fabrizio, senza tuttavia dare l’impressione del già visto: davvero bravi.

Unica vera nota di demerito, una gestione non troppo appropriata dell’ irriverenza che, quando si fa davvero preponderante, non si accompagna ad un umorismo di pari livello; come Biggio e Mandelli stessi hanno dichiarato in conferenza stampa, “l’importante, nell’uso dell’irriverenza, è aver qualcosa da raccontare, evitare la gratuità”. Ecco, in questo caso l’intenzione non è stata pienamente realizzata e le scene che fanno più ridere sono quelle lontane da una satira piuttosto blasfema che forse sarebbe stato il caso di dosare meglio.

La solita commedia – Inferno, arriverà nelle sale italiane in 400 copie, distribuito da Warner Bros. Pictures. Nel cast, oltre a Biggio e Mandelli che ricoprono rispettivamente 21 e 17 ruoli, Giordano De Plano (8 ruoli), Tea Falco, davvero credibile nelle vesti di Gesù (7 ruoli), Marco Foschi (7 ruoli), Walter Leonardi (3 ruoli), Paolo Pierobon (7 ruoli), Gianmarco Tognazzi (4 ruoli), Daniela Virgilio (8 ruoli), Marco Ripoldi (5 ruoli) e Massimiliano Loizzi (7 ruoli).

L’appuntamento al cinema è per il 19 marzo 2015.

Giudizio Cinematographe

Regia - 4
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 2

3.3

Voto Finale