RFF 2016 – Radici: recensione del pilot della serie, remake di Roots

“Una feroce frustata” sbalordisce il pubblico del Roma Fiction Fest 2016. La serie tv fuori concorso Radici, remake di Roots, miniserie tv andata in onda nel 1977 e tratta dall’omonimo romanzo di Alex Haley, è una nuova produzione targata History Channel.

Il celeberrimo canale tematico ha commissionato un remake della miniserie tv del 1977 dopo aver acquisito i diritti dal figlio di David L. Wolper, Mark Wolper. La nuova miniserie della durata di otto ore, con Mark Wolper produttore esecutivo, si basa sul romanzo di Alex Haley e sulla miniserie originale anche se da una prospettiva più contemporanea. Il budget di produzione si aggira attorno ai 50 milioni di dollari.

Nel mese di aprile 2015 è stato annunciato che Radici sarà trasmessa anche su History Channel, Lifetime e A&E Network.

Will Packer, Marc Toberoff, Mark Wolper, Lawrence Konner, Mark Rosenthal, Barry Jossen, Korin D. Huggins sono i produttori esecutivi della minisere. Anche LeVar Burton, protagonista della miniserie del 1977, figura tra i produttori esecutivi.

La trama di Radici segue la storia della famiglia del giovane mandingo Kunta Kinte, che si oppone al commercio degli schiavi e che lotta per sopravvivere e mantenere intatta la propria identità nonostante le situazioni disumane che si trova ad affrontare.


Kunta Kinte è un personaggio a metà tra fantasia e realtà: nel romanzo, Kunta è presentato con un ragazzo di 17 anni che nel 1750 viene rapito dal suo villaggio in Africa e trasportato nel Maryland, dove viene venduto come schiavo a un coltivatore che gli cambia il nome in Toby. Nella miniserie del ’77, il ruolo del protagonista fu interpretato da LeVar Burton (Star Trek: The Next Generation) mentre nel remake sarà Malachi Kirby (Black Mirror) a vestire i panni del giovane schiavo africano.

Il cast del remake vede molti nomi noti: oltre a Kirby, sono presenti anche Forest Whitaker, Jonathan Rhys-Meyer, Anna Paquin e Laurence Fishburne.  Oltre al poderoso complesso di attori, Radici vanta una vistosa ritmicità capace di garantire un’ottima dose d’intrattenimento; con un deciso “pugno nello stomaco” appare incisivo, totalmente spregiudicato, mettendo a nudo una tematica ancora oggi molto sentita.

Ad equilibrare questo graffiante timbro stilistico, è presente anche una palpabile – e gradevole – sensibilità “manifestata” dai protagonisti stessi, totalmente in funzione con il duro contesto nel quale sono coinvolti.

Il valore intrinseco di Radici è giudicabile anche in base alla sua particolareggiata funzione; il mero concetto di schiavitù accompagnato da un focus filo-culturale su un ben definito contesto pauperistico. Una “rivalsa” sulle proprie radici genealogiche; un chiaro abbattimento verso ogni forma di adulteramento dall’esterno.

In conclusione, dunque, Radici è un remake che riesce ampiamente e degnamente a perfezionare un prodotto già contemplato e forse in parte dimenticato. A fortificare questa peculiarità c’è poi una valevole fotografia, capace di regalare al pubblico scene paesaggistiche non indifferenti e difficilmente dimenticabili.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3
Sonoro - 2.5
Emozione - 3

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