È arrivata mia figlia! – trailer e intervista ad Anna Muylaert

In attesa dell’uscita di È arrivata mia figlia! di Anna Muylaert, al cinema dal prossimo 4 giugno grazie a Bim Distribuzione, vi presentiamo il trailer del film Vincitore del Premio Speciale alla Giuria al Sundance e del premio del pubblico all’ultimo Festival di Berlino, che vede come protagonista l’attrice brasiliana Regina Casé.

È arrivata mia figlia! è un film sul sistema di regole sociali che è alla base della cultura brasiliana fin dai tempi del colonialismo e che continua tuttora a forgiare l’architettura emotiva delle persone. A chi è permesso entrare in soggiorno? Chi non dovrebbe mettere piede fuori dalla cucina? Chi è autorizzato ad aprire la porta del frigorifero? Chi non dovrebbe toccare il gelato? A chi non è consentito sedere a tavola a cena? Chi non può avvicinarsi alla piscina? Chi può abbracciare i bambini? Chi non deve essere chiamato mamma?
Tutta la pellicola si concentra sulla storia di Val, una governante a tempo pieno che, dopo aver affidato la figlia Jessica alle cure e all’educazione di alcuni parenti nel nord del Brasile, trova un impiego a San Paolo come governante a tempo pieno, avendo cura di svolgere il suo lavoro con premura e attenzione. Abbigliata da un’inamidata uniforme serve tartine impeccabili ai suoi facoltosi datori di lavoro e si prende amorevolmente cura del loro figlio adolescente fin da quando era in fasce. All’interno della casa in cui Val compie quotidianamente il suo lavoro vige un ordine rigido ed elegante, che presto però verrà messo in discussione dall’arrivo della figlia della domestica: Jessica, una giovane risoluta e sicura di sé, giunta in città per fare i test di ammissione all’università. Dopo tredici anni di impeccabile lavoro, Val sarà così messa a dura prova e dovrà decidere in chi riporre il suo senso di lealtà e che cosa è disposta a sacrificare.

è arrivata mia figlia!

Oltre a Regina Casé, affermatasi sul grande schermo brasiliano con film come Os 7 GATINHOS di Neville de Almeida (1980), Eu Tu Eles di Andrucha Waddington (2000, Un Certain Regard – Festival del Film di Cannes) e più recentemente Rio, eu te amo (2014) e Made in China di Estevão Ciavatta (2014), il cast annovera Michel Joelsas, Camila Márdila, Karine Teles, Lourenço Mutarelli, Helena Albergaria.

Alla regia e alla sceneggiatura Anna Muylaert, di cui segue l‘intervista. Critica cinematografica per alcuni importanti quotidiani e riviste brasiliani, quali Estado de São Paulo e Isto é, nota per aver partecipato alla creazione di numerose serie e programmi televisivi, per il lungometraggio Durval Discos, vincitore di sette premi al Festival de Gramado, tra i quali quello per il Miglior film e per il suo secondo lungometraggio É proibido fumar, che ha ottenuto oltre trenta riconoscimenti in patria, tra cui il premio per il Miglior Film al Festival Internacional de Cinema de Brasilia, il ”Grande Prêmio” della Academia Brasileira de Cinema e il premio per la Migliore regia al Los Angeles Latino International Film Festival.


INTERVISTA ad ANNA MUYLAERT

Qual è stato il punto di partenza di È arrivata mia figlia! ?
Ho iniziato a scrivere la sceneggiatura vent’anni fa quando ho avuto il mio primo figlio e mi sono resa conto di quale nobile compito sia crescere un bambino. E al tempo stesso ho anche constatato quanto proprio questo compito sia denigrato dalla cultura brasiliana. Nel mio ambiente sociale, piuttosto che accudire il proprio figlio, le donne molto spesso assumono una bambinaia a tempo pieno e demandano a lei gran parte del lavoro, considerato noioso e spossante. Ma quelle bambinaie molto spesso devono affidare i loro figli a qualcun altro per potersi occupare di quelli delle persone per cui lavorano.
Ho ragionato sul fatto che questo paradosso sociale è uno dei più significativi in Brasile, dal momento che sono sempre i bambini a soffrirne, sia quelli dei datori di lavoro sia quelli delle bambinaie. C’è un problema cruciale nel fondamento della nostra società: l’educazione. È davvero possibile allevare un figlio senza affetto? L’affetto può essere comprato? E, se sì, a quale prezzo?

Quali sono le caratteristiche principali del film?
È arrivata mia figlia! può essere considerato un film sociale, ma non solo. Il suo approccio diretto non intende né giudicare né esaltare i personaggi, vuole semplicemente mostrare la nuda verità.
La sua struttura drammatica è asciutta, quasi algebrica. Inizia con la descrizione delle consuetudini e delle regole che governano i rapporti affettivi e sociali in una famiglia di ceto superiore a San Paolo. Poi l’attenzione si sposta su Jessica, la figlia della governante, che irrompe nel contesto domestico del tutto inconsapevole delle regole della casa e di conseguenza finisce con il valicare alcune linee di demarcazione e con l’occupare degli spazi che non le spetterebbero. Ovviamente, viene espulsa da quegli spazi che per tradizione le sono vietati. Viene “rimessa al suo posto”, solo che quel “posto” non esiste più.

Come si è articolato il processo creativo?
Il film si è sviluppato nell’arco di vent’anni. Alla base c’era una sceneggiatura intitolata “La porta della cucina” e la trama verteva prevalentemente sul rapporto datore di lavoro-governante. Lo stile sfiorava il realismo magico, ma cinque anni dopo ho deciso di optare per una narrazione più realistica.
Ho fatto approdare la figlia della bambinaia a San Paolo affinché condividesse il destino di sua madre: lasciarsi alle spalle il proprio mondo per andare a fare un lavoro mal pagato. Tuttavia, ho sentito l’esigenza di iniettare un po’ di speranza nel personaggio. Mentre studiavo come farlo evitando che il film scivolasse verso un falso happy end, il popolo brasiliano ha eletto un presidente del Brasile del Partito dei Lavoratori e le cose sono iniziate a cambiare. Sono stati introdotti degli emendamenti alla legge sul lavoro che hanno praticamente debellato la manodopera domestica convivente.
Nel 2013, poco prima dell’inizio delle riprese del film, mi sono finalmente messa a riscrivere la sceneggiatura in modo che riflettesse i recenti cambiamenti e dibattiti. Invece di ritrarre la figlia della bambinaia con il cliché della ragazza sventurata e mansueta l’ho dotata di una personalità energica e le ho dato la nobiltà e la forza per opporsi alle convenzioni sociali separatiste, che sono un ritorno al passato coloniale.

Come si relaziona il film con il Brasile del passato e con il Brasile del presente?
Il film tratta di due generazioni di donne di umili origini, entrambe nate nel nordest del paese. Il personaggio principale, Val, è una collaboratrice domestica che rispetta le vecchie norme e le consuetudini separatiste e accetta di essere trattata “come una cittadina di seconda classe”, come dice sua figlia. Agli antipodi c’è Jessica, la figlia, che malgrado le sue umili origini, è piena di curiosità e di forza di volontà e pretende quello che le spetta, i suoi diritti civili. Come dice lei stessa: “Non mi considero né migliore né peggiore di chiunque altro”.