Watchmen: Regina King parla del messaggio profetico dello show HBO

La protagonista del fortunato show HBO ha parlato di come i temi di Watchmen siano più attuali che mai nel 2020.

Regina King in un’intervista per Deadline ha riflettuto sul significato di Watchmen e dei suoi temi dopo gli avvenimenti e le manifestazioni contro il razzismo.

La star di Watchmen Regina King ha parlato del messaggio profetico dello spettacolo per quanto accaduto finora nel 2020. Negli ultimi mesi, tra disordini civili e proteste contro il razzismo in America, molti spettatori hanno notato alcune somiglianze con la serie televisiva di Damon Lindelof. Ebbene, la star dello show ha parlato con Deadline per parlare di tutti quei commenti e molto altro ancora durante un recente panel. Può essere vero che c’è una certa sovrapposizione visiva con le maschere e le tensioni razziali, ma è importante ricordare che Watchmen ha debuttato l’anno scorso, e molte persone che hanno partecipato alle manifestazioni quest’estate lo hanno rivisto attraverso la lente del presente. Sembra quindi che lo show HBO risuonerà a lungo nella mente della gente quando si tratterà di questioni razziali.

“Ci sono persone che lo stanno guardando per la prima volta durante la pandemia, dopo gli avvenimenti legati a George Floyd e Breonna Taylor e che sono più consapevoli della storia della brutalità della polizia, della violenza contro i neri americani, e quindi lo stanno rileggendo attraverso una lente diversa”, ha osservato la protagonista di Watchmen. “È una specie di studio antropologico per molti versi”.

Anche il suo co-protagonista Yahya Abdul-Mateen II è parlato di quanto sia stata efficace la lettura dell’attualità inclusa nella narrazione di Watchmen. Ha raccontato infatti a GQ Middle come la serie stia facendo scattare la conversazione. “Vedere la gente guardare Watchmen e poi avere nuove e più sofisticate conversazioni sull’importanza di raccontare la storia del massacro di Tulsa – chiamandolo un massacro non una rivolta razziale – mi riempie di orgoglio“, ha iniziato Abdul-Mateen II. “E con quello che è successo a George Floyd, c’è un effetto domino: ora non abbiamo la scusa per ignorare quella parte di storia o dire che non siamo stati educati a conoscerla”.

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