Thirteen 1×01: recensione della series premiere

English do it better. Una frase già sentita ma che vale la pena ripetere quando ci si trova davanti a drama così ben costruiti, in grado di catturare lo spettatore fin dal primo fotogramma. Thirteen è l’ultima produzione made in UK, creata dall’esordiente Marnie Dickens e diretta da Vanessa Caswill, che va in onda sul canale BBC Three. La miniserie da 5 episodi racconta la storia di Ivy Moxam (interpretata dalla giovanissima Jodie Comer), una 26enne che riesce a fuggire dalla casa-prigione dove è stata tenuta segregata per ben 13 anni. L’episodio pilota inizia proprio così, con questa ragazza che spalanca la porta e inizia la sua fuga verso la libertà. Quando guardiamo Thirteen è impossibile non pensare al film Room con Brie Larson, o anche alla comedy di Tina FeyThe Unbreakable Kimmy Schmidt. Tuttavia, in questa miniserie inglese, i toni non sono ironici e sembra non esserci alcuna speranza o salvezza per la protagonista e la sua famiglia che la ritrova dopo 13 anni. Potremmo quindi paragonare la miniserie al geniale Broadchurch, che in quanto a toni e musiche soffocanti può diventarne la sua parente più vicina.

Jodie Comer è Ivy Moxam in Thirteen.

Jodie Comer è Ivy Moxam in Thirteen.

In Thirteen lo spettatore crea empatia con la protagonista

In apparenza, Thirteen può presentare uno schema banale per una storia che tristemente ascoltiamo di tanto in tanto anche nell’attuale cronaca nera. Si parla di rapimenti, si accenna alla sindrome di Stoccolma, si va a cercare di ricostruire la drammatica giornata in cui Ivy Moxam è scomparsa, indagando, scavando tra familiari e conoscenti. Lo spettatore riesce a creare empatia con la protagonista e provare una certa compassione per una ragazza che vede il mondo dopo 13 anni: la scoperta e il suo senso di ingenuità ci fanno perfino sorridere. Gli occhi della telecamera sono puntati su Jodie Comer che, con lo sguardo assente, fissa il suo invisibile pubblico davanti a sé e l’emozione che ci provoca è spiazzante.

La miniserie attinge a diversi generi, dal crime poliziesco al dramma familiare, fino al mistero, senza mai scendere in cliché. Il ritmo è lento, ma dettagliato, come nella migliore delle tradizioni seriali british, fino all’arrivo degli ultimi, incalzanti minuti finali del pilot, in cui lo spettatore inizia a porsi domande sulla storia di Ivy Moxam: chi è, perché è stata rapita e sopratutto come ha fatto a fuggire dalla sua prigione? Thirteen piacerà agli amanti dei drama inglesi, quelli ricchi di suspense e pathos che vi fanno restare incollati sulla sedia per tutta la durata della puntata.

Regia - 4
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Sonoro - 4.5
Recitazione - 4.5
Emozione - 4.5

4.1