Jeffrey Dahmer, la figlia di una delle vittime contro la serie Netflix: “non dormo più, non me lo merito”

La serie Netflix racconta nei minimi particolari la storia di Jeffrey Dahmer e le famiglie delle vittime non ne sono felici.

La figlia di una delle vittime di Jeffrey Dahmer ha raccontato in un intervista di quanto sia difficile convivere costantemente con un passato così brutale e drammatico. La sofferenza è stata alimentata quando è riemerso il dolore con l’uscita della serie TV che l’ha costretta a fare i conti con immagini, commenti e riferimenti inappropriati.

La famiglia di una delle vittime di Jeffrey Dahmer parla del suo dolore

La ragazza, Tatiana Banks, è figlia di Errol Lindsay, una delle giovani vittime di soli 19 anni del serial killer statunitense. Dahmer racconta ogni aneddoto in maniera scrupolosa e viene mostrata grande attenzione ai dettagli. In un episodio vengono dedicate delle scene anche alla zia di Tatiana, Rita Isbell. La sorella della vittima che si era pronunciata in tribunale in merito alla morte di Errol racconta che vedersi rappresentata in maniera così identica è stato straziante: “ho rivissuto le emozioni che provavo in quel momento”. Riguardo all’attrice che la interpreta dice: “i suoi capelli erano come i miei, indossava gli stessi vestiti”.

Il mostro di Milwaukee nasce nel 1960 e vive un infanzia non semplice. I genitori non sembrano mostrare disponibilità nei suoi confronti soprattutto quando lui stesso richiede attenzioni e prova a parlare dei disturbi con cui piano piano inizia a prendere confidenza: uno tra questi la splancnofilia. Questo disturbo psicosessuale significa letteralmente: “essere attratti dalla luminosità degli organi interni” e ne abbiamo sentito parlare in uno dei primi episodi. Questo non era, però, l’unico disturbo di cui soffriva Dahmer, condannato per stupro, necrofilia, cannibalismo, squartamento, atti osceni e adescamento di minori.

La serie TV sta avendo un grosso successo e sta facendo appassionare gli spettatori alla vera storia del serial killer. Tuttavia ha anche ricevuto diverse critiche e queste arrivano soprattutto dalle famiglie delle vittime.

Può diventare davvero impossibile accettare l’esistenza di un prodotto televisivo di cui tutti parlano che rappresenta il dolore che per una vita hai provato a gestire e allontanare. Tatiana, che non ha mai potuto conoscere il padre, racconta che probabilmente aveva soltanto 4 o 5 anni quando le hanno confessato della morte e che appena dodicenne ha iniziato a leggere articoli di giornale grazie ai quali ha scoperto i terrificanti dettagli, onestamente da quando c’è quella serie TV non riesco più a dormire. Vedo Jeffrey Dahmer nel sonno.

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Fonte: INSIDER
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