Fondazione: il creatore conferma il salto temporale di 150 anni nella Stagione 3

David S. Goyer ha anche spiegato come questo elemento, in realtà, riesce a garantire un ottima continuità allo show.

Fondazione è la recente serie televisiva di Apple TV+ che porta sul piccolo schermo il famoso Ciclo di Fondazioni di Isaac Asimov. Parliamo, nello specifico, di un’epopea di fantascienza davvero gigantesca nata inizialmente come trilogia che, nel corso del tempo, per via dell’apprezzamento dei testi si è espansa sempre di più. Questa versione televisiva, che vede l’ideazione da parte di David S. Goyer e Josh Friedman, come si può evincere dalla Stagione 1, in realtà è molto distante dai romanzi e, proprio per questo motivo, gli appassionati hanno in parte storto il naso al prodotto. Da pochissimo è terminata la Stagione 2 della realizzazione, accolta con molta positività da parte di pubblico e critica, ma sembra non essere necessario visto che ancora non sappiamo se mai ci sarà la Stagione 3.

Fondazione ha esordito nel mondo seriale, su Apple TV+, nel 2021 con la prima stagione

Fondazione - Cinematographe

Mentre si capirà prossimamente se effettivamente Fondazione andrà avanti (e noi ce lo auguriamo) proprio Goyer, in una recente intervista per Collider, ha spiegato cosa dovremmo aspettarci all’interno dell’ipotetica Stagione 3. Chiaramente, il punto di partenza è il finale della Stagione 2, dove vediamo che alcuni personaggi fanno un salto temporale di 150 anni (ovviamente non vi spieghiamo altro per non rovinarvi la sorpresa). Ecco, a tal proposito, lo showrunner non solo ha confermato tale aspetto, ma ha anche spiegato come è possibile che tali salti narrativi garantiscono continuità alla serie.

“Beh, voglio dire, come Robyn sa bene, probabilmente la cosa più complicata nell’adattare il lavoro di suo padre, soprattutto perché questo libro è davvero un omnibus di racconti in cui non ci sono molti personaggi continui, cerca di aggirare il problema carattere antologico soprattutto del primo libro. Ma anche l’intera premessa, se stai cercando di raccontare una storia di 1000 anni, e non di farne un’antologia, che nessuno era interessato a sostenere a questo prezzo, cercando di capire come, attraverso alcuni dei cliché di fantascienza, per mantenere alcuni di questi personaggi in corso. E lo stesso Hari Seldon – esiste nei prequel – ma questa è stata davvero la sfida più grande, è sapere che il pubblico avrebbe avuto bisogno di quel legame, di alcuni volti familiari che lo trasportassero di secolo in secolo. E poiché abbiamo l’idea che uno dei personaggi sia un robot, e abbiamo inventato la dinastia genetica, ho pensato che sarebbe stato un modo interessante di presentare almeno gli stessi volti ad Empire, anche se sono personaggi diversi. E poi usare cose come il criosonno per far dormire Gaal di secolo in secolo, quella è stata la cosa più grande da risolvere, e sono sicuro che Robyn possa parlare delle iterazioni precedenti. Ma questo, suppongo, è il più grande buy-in per un adattamento di Fondazione.”

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Fonte: Collider
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