Wanted: Carlos Ghosn – recensione della serie Apple TV+

Arriva il 25 agosto 2023 su Apple TV+ Wanted: Carlos Ghosn, docu-serie di quattro episodi, diretta da James Jones che racconta di Ghosn, un tempo amministratore delegato di Nissan e Renault, che poi è dovuto fuggire dal Giappone per raggiungere il Libano perché accusato di frode finanziaria e non solo. La serie indaga, perlustra una storia complessa, intricata e assurda: Ghosn viene messo agli arresti domiciliari e rischia anni di prigione. Proprio in quel momento l’uomo decide di fuggire in Libano, dove attualmente risiede con l’illusione della libertà. Ghosn è vittima di un sistema o è spietato carnefice che cerca di prendersi gioco di tutti?

Una tragedia shakespeariana, tesa e intensa

Wanted Carlos Ghosn_Cinematographe.it

Il primo episodio della serie mostra come Ghosn, reclutato dalla Michelin dall’allora amministratore delegato della Renault, Louis Schweitzer, sia riuscito non solo a risanare la casa automobilistica francese, ma anche a progettare l’alleanza del 1999 con Nissan. L’azienda automobilistica giapponese è sull’orlo della bancarotta e ha bisogno dei soldi della Renault, Ghosn promette di risanare l’azienda piena di debiti in tre anni. Fa in modo di risolvere la situazione e mette in atto un progetto che prevede taglio dei costi, chiusura di fabbriche e licenziamento di migliaia di operai. Dopo la straordinaria ripresa Ghosn viene nominato CEO dell’azienda nel 2001, assume la carica di amministratore delegato di Renault nel 2005. Avrebbe dovuto coprire le posizioni solo temporaneamente, ma così non è stato, viene messo a dura prova durante la crisi finanziaria del 2008, quando entrambe le società hanno bisogno della sua piena attenzione. Incredibilmente e improvvisamente nel 2018 viene arrestato in Giappone.

La docu-serie, ispirata al libro Boundless di Nick Kostov e Sean McLain, giornalisti del Wall Street Journal narra l’avvincente storia dell’amministratore delegato Carlos Ghosn e della sua inarrestabile scalata ai vertici aziendali, del suo scioccante arresto e della sua incredibile fuga. Di episodio in episodio esamina e mostra gli altri protagonisti della storia, Mike Taylor, ex soldato delle forze speciali americane che attualmente lavora come allenatore di football al liceo, che ha orchestrato, assieme al proprio figlio Peter, la fuga – che sa molto di film hollywoodiano – di Ghosn, gli amici/colleghi di Ghosn, la moglie che è stata acconto al marito lungo tutto il periodo.

I quattro episodi, Hybris, Ostaggio della giustizia, La fuga, Vittima o carnefice?, percorrono le vicende del protagonista, eroe in bilico tra l’essere vittima di un sistema o carnefice, guru di una generazione, amato dalle donne, splendido capofamiglia o personaggio ambiguo, pieno di bramosia di successo e danaro. Hybris è proprio quella che lo porta a volere sempre di più, che lo spinge a diventare nemico pubblico.

Tipica figura che dal nulla risolleva una situazione, emblema di tutti coloro che rimboccandosi le maniche diventano uomini potenti, di valore, si narra, anzi lo racconta lui stesso, la straordinaria ripresa di Nissan, la nomina di CEO nel 2001, la carica di amministratore delegato di Renault nel 2005.

Protagonista di una serie tra biopic e crime i cui temi principali sono finanza e violenza nelle carceri giapponesi, ascesa e caduta di uno che potrebbe essere il protagonista di una tragedia shakespeariana. Di fronte alla telecamera, volto, costruito con luci e ombre come quelle che animano l’uomo, di pietra che non lascia trasparire emozioni, Carlos è sicuro di sé, convinto di essere nel giusto, ricorda il difficile periodo del carcere, la fame patita, i chili persi, la mancanza dalla seconda moglie, Carole – anche lei figura shakespeariana, guerriera che si spende per la salvezza del marito -, non ha mai un momento di cedimento anche quando potrebbe essere colto in fallo.

Wanted: Carlos Ghosn è costruito con attenzione certosina, quello che porta in scena è reale, è materia viva che pulsa sotto la crosta della costruzione seriale, è avvincente e il montaggio riesce ad accompagnare lo spettatore dentro la vicenda.

Wanted: Carlos Ghosn. Lo spettatore viene portato in una storia inafferrabile e ambigua

La serie intende immergere lo spettatore in una storia inafferrabile, dove l’hybris, figlia della cultura greca, fa compiere qualunque gesto, l’ego ambizioso, degli uni e degli altri, si mescola ai risentimenti di nazioni, aziende, uomini.

Potrebbe essere difficile rendere coinvolgente una storia che parla di finanzia, eppure la serie riesce a farlo anche grazie al modo in cui viene narrata la vicenda di Ghosn, sembra innocente, poi colpevole, poi di nuovo innocente e così via. Sarà complesso comprendere se di fronte a noi c’è una vittima o un carnefice, un istrionico fantasista della parola e mimesi, uno che si sta prendendo gioco di noi o una povera pedina di un sistema.

Ghosn era l’uomo con il “tocco di Mida”, colui che ha organizzato una sontuosa festa per celebrare il 15° anniversario dell’alleanza Renault-Nissan, a tema Luigi XIV, ma poi è anche colui che è stato portato dietro alla sbarre, che è riuscito a fuggire, nonostante lo stuolo di agenti che lo teneva sotto controllo. Questa storia è, lo si capisce fatta di tanti strati, si rivela una favola ricca e sfaccettata che non è mai come appare. 

La parabola di una vittima o di un carnefice?

C’è un lungo elenco di intervistati, inclusi ex ministri francesi e giapponesi, giornalisti che hanno raccontato di Ghosn e dei suoi ex colleghi. C’è chi ha avuto un ruolo nella fuga e ha pagato il prezzo per farlo. Ma l’attrazione principale è Ghosn stesso che viene intervistato a lungo, momenti gestiti con eleganza e sapienza nel corso della serie. Lui espone il suo caso, gli altri il loro. Jones aspetta fino all’episodio finale per porre domande complesse.

Il regista James Jones mette insieme bene gli straordinari dettagli della fuga di Ghosn così come le persistenti questioni che la circondano, compreso l’imbarazzo e la rabbia delle autorità giapponesi. Il giornalista del WSJ Sean McLain riassume il racconto di Ghosn come un avvertimento sui pericoli dell’arroganza e dell’avidità ma la storia a tratti è troppo lunga e si annacqua. Grazie al mix di denaro, finanza internazionale e spionaggio, possiede tutti gli elementi di un grande dramma.

Wanted: Carlos Ghosn – valutazione e conclusione

I primi tre episodi si costruiscono in modo che Carlos Ghosn sembri vittima di un complotto ordito da Nissan e dal governo giapponese: sono state la sua avidità e arroganza ad aver innervosito i Signori di Nissan, è chiaro che il ministro della Giustizia abbia cercato, attraverso la polizia, di farlo parlare in tutti i modi, tenendolo in isolamento, vietandogli di parlare con la moglie e con la famiglia, testimonianza questa di come stessero complottando ai suoi danni. A dar sostegno a questo sono le parole di Ghosn e della moglie che rendono molto realistica e plausibile questa tesi.

Il quarto episodio invece mostra qualcosa di diverso, l’uomo ha compiuto i suoi errori, sia finanziari che “umani”. Mostra anche come Taylor e suo figlio Peter, oltre al dirigente delle risorse umane della Nissan Greg Kelly, abbiano passato un periodo di prigione in Giappone in seguito alla fuga di Ghosn, senza molti ringraziamenti o riconoscimenti da parte del dirigente in esilio.

Il documentario soffre forse di un finale aperto, non per colpa dei realizzatori. Nonostante sia stato emesso un mandato di arresto internazionale, Ghosn non è attualmente agli arresti. Ci sono poi alcuni argomenti coperti da un velo di mistero: la stessa Carole dice che non le è permesso parlare di tutti gli aspetti della vicenda, il famoso disco rigido che cela qualcosa di importante su cui però Ghosn non vuole discutere. Chiaro, la docu-serie non può risolvere qualcosa che è ancora un enigma, non può svelare nodi che non possono essere sciolti.

Jones pone il centro sul fatto che Ghosn potrebbe essere vittima di un complotto governativo, eppure le sue mani non sono affatto pulite.

Wanted: Carlos Ghosn è una serie intensa e molto complessa che si costruisce su intrighi e silenzi, su carte e parole non dette, è la parabola di un uomo abitato da un groviglio di brame di potere, danaro e avidità, ha uno sguardo affascinante su come avidità, scontri tra culture aziendali e arroganza abbiano chiare conseguenze.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

3.1