Unbreakable Kimmy Schmidt 1×01: recensione

Tina Fey è tornata in tv, anche se dietro le quinte di Unbreakable Kimmy Schmidt e non più su NBC, ma su Netflix. La nuova sit-com creata dalla star della comicità vuole far ridere e far riflettere, con quell’umorismo positivo e puro a cui eravamo abituati in 30 Rock. La serie promette bene e già dal pilot non ci si può non innamorare della protagonista. La 29enne Kimmy Schmidt (Ellie Kemper) ha passato gli ultimi 15 anni della sua vita rinchiusa in un bunker insieme ad altre tre donne, convinte da un Reverendo di una setta apocalittica, di essere le uniche sopravvissute alla fine del mondo. L’episodio pilota inizia proprio con il loro salvataggio da parte di un gruppo di militari. Kimmy Goes Outside, come recita il titolo della puntata, e scopre un mondo totalmente nuovo. Come avviene di solito, le quattro donne vengono invitate in un talk show per raccontare la loro esperienza, e il giornalista non fa che etichettarle come ‘Talpe’, a causa dello loro status di prigioniere nel bunker sottoterra. Mentre le altre tre hanno dei progetti, Kimmy sente di non volersi più etichettare come la vittima della storia, quindi rinuncia a tornare nel suo posto natale per esplorare il mondo nuovo e tutte le sue tecnologie.

Unico problema: Kimmy ha il corpo di una quasi trentenne, ma la mente di una ragazzina. Mangia caramelle per cena, litiga con i bambini, dondola sull’altalena e libera un cavallo tenuto legato a una carrozza. Il passo decisivo è però trovare un posto dove alloggiare, perché non si può girovagare per il resto della vita. Tuttavia, Kimmy non aveva previsto che per diventare coinquilina di qualcuno deve prima trovarsi un lavoro. Il caso vuole che la ragazza s’imbatté di nuovo nel vivace Buckley, che aveva visto rubare delle caramelle. Riportandolo a casa, conosce sua madre Jacqueline Voorhes (Jane Krakowski, già volto familiare ai fan di 30 Rock) e diventa la tata dei suoi figliastri.

Una scena del pilot di "Unbreakable Kimmy Schmidt".

Una scena del pilot di “Unbreakable Kimmy Schmidt”.

Trionfante, torna dalla proprietaria dell’appartamento, Lillian (Carol Kane), che accetta di condividere con Titus (Titus Burgess), cantante omosessuale che è stato rifiutato ai provini per Il Re Leone e che per guadagnare soldi fa spettacoli in strada vestito da un sedicente Iron Man. Quando durante una serata in discoteca qualcuno le ruba tutti i soldi che ha nello zaino, Kimmy vede il suo piccolo mondo andare in pezzi. Confida a Titus di essere una delle ragazze segregate nel bunker, e lui la costringe ad andarsene perché New York non è una città che fa per lei. Sul punto di mollare tutto, Kimmy ha un’illuminazione vedendo un topolino nella spazzatura: è indistruttibile e può farcela grazie al suo inarrestabile positivismo, e convince Titus che insieme possono considerarsi ‘normali’, a dispetto di chi li giudicherà per le loro apparenze.

Ellie Kemper e Jane Krakowski in un episodio di "Unbreakable Kimmy Schmidt."

Ellie Kemper e Jane Krakowski in un episodio di “Unbreakable Kimmy Schmidt.”

Serie consigliata per gli orfani di 30 Rock e gli amanti di Tina Fey: qualche elemento della sua sit-com c’è. Non a caso Unbreakable Kimmy Schmidt era stata sviluppata per la NBC, che però ha dovuto abbandonare il progetto, comprato successivamente dal colosso dello streaming Netflix. Le promesse per la serie sono buone, non del tutto originali, ma è il messaggio profondo e sottile a colpire. L’ingenuità di Kimmy può piacere ai più ma può essere odiata da alcuni, è tutta una questione di prospettiva. Incontrare una persona come lei, all’apparenza incapace di fare altro se non sorridere, ma poi sveglia quando si tratta di individuare se Titus la sta prendendo in giro oppure no, può infastidire le persone se non si conosce il suo background. Bonus: un componimento musicale sul rapimento di Kimmy e le altre tre donne, disponibile anche nei titoli di coda.

Giudizio Cinematographe

Regia - 3.3
Sceneggiatura - 3.3
Fotografia - 3.1
Recitazione - 3.3
Sonoro - 3.7
Emozione - 4

3.5

Voto Finale