Goyo: The Boy General – recensione del film

Il film che racconta la storia del generale Gregorio "Goyo" Del Pilar è la più grande produzione cinematografica filippina di sempre.

Goyo: The Boy General (Goyo Hang Batang General) è un film filippino del 2018 di genere storico-epico, diretto, scritto e montato da  Jerrold Tarog, con protagonista Paulo Avellino nei panni del generale Gregorio Del Pilar, morto nella Battaglia di Tirad Pass durante la guerra filippino-americana. È un sequel di Heral Luna, film del 2015 che aveva fatto segnare un notevole successo di pubblico e critica, raccontando la vita di Antonio Luna. Goyo è disponibile dal 26 gennaio 2019 sul catalogo Netflix.

Goyo: The Boy General è incentrato sulle vicende della guerra filippino-americana con protagonista il generale Gregorio Del Pilar

Goyo: The Boy General Cinematographe.it

Il film racconta gli ultimi mesi della vita di Gregorio “Goyo” Del Pilar, soprannominato il “generale ragazzo”, per la sua giovanissima età nel momento della sua nomina durante la Rivoluzione filippina contro la Spagna e nella successiva guerra filippino-americana. Goyo era fedele alleato del Presidente e comandante in capo Emilio Aguinaldo il quale, dopo alcuni mesi di pace, viene ricercato durante l’assalto finale  della guerra da parte dell’esercito americano, per essere destituito. Il giovane generale inizia così nel 1899 una gloriosa difesa del territorio filippino, a capo di ufficiali, soldati semplici e civili, che lo seguono in una pericolosa azione tra le montagne delle regioni settentrionali delle Filippine, con scontri e fughe che costeranno molto in termini di perdite umane, tanto che il generale verrà messo in discussione nella sua immagine pubblica da eroe, fino alla sua morte sul campo.

L’opera di Tarog traccia un interessante ritratto di una figura importante per la storia filippina, permettendo di farla conoscere al di fuori dei confini nazionali. Ne emerge un profilo non privo di sfaccettature e complessità, in una buona costruzione che alterna le vicende della guerra a flashback legati al passato di Goyo, mostrandoci la sua crescita sia personale sia militare. Inizialmente scanzonato donnaiolo, ottiene una rapida ascesa diventando generale a soli 24 anni, sapendo guidare con piglio e decisione i suoi fedeli seguaci in alcune disperate missioni, le quali però gli costeranno consensi popolari. Molti sono i momenti di pura battaglia all’interno della narrazione, i quali vengono resi in maniera coinvolgente e sufficientemente curata nei dettagli scenografici e con una buona costruzione dell’azione.

A fianco degli aspetti legati alla guerra il film fa emergere anche un lato sentimentale dell’eroe filippino, tracciando un delicato profilo della sua complicata ma tenera storia d’amore, mostrandoci come Del Pilar tenesse sempre con sé una lettera della sua amata e una ciocca dei suoi capelli.

Goyo: The Boy General presenta una sceneggiatura semplice, un buon cast e un comparto tecnico estremamente curato

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La sceneggiatura per quanto semplice risulta scorrevole, nonostante in alcuni passaggi si accusi la durata di due ore e mezza, raccontando in maniera scevra da costrutti complessi le vicende storiche legate agli scontri con gli americani e i tentativi da parte di quest’ultimi di cacciata del Presidente rivoluzionario Aguinaldo. Leggera pecca nella caratterizzazione dei personaggi, dove vengono sacrificati quelli secondari a favore di una forte concentrazione sul protagonista, ciò nonostante si evita di cadere in banalizzazioni e nel complesso l’alchimia tra le varie parti della narrazione funziona.

Anche il cast si comporta in maniera discreta, con delle interpretazioni complessivamente buone, senza particolari guizzi recitativi, tutte però adeguate alla valorizzazione della storia. Il protagonista Paulo Avellino rende l’evoluzione – e in parte la complessità – di Goyo in maniera pulita e funzionale, con una buona immedesimazione nei panni del giovane generale, elevandosi rispetto ai comprimari, dimostrando di saper gestire bene la personalità del personaggio e l’intensità delle situazioni in cui si trova coinvolto.

Il film è stato annunciato come la più grande produzione filippina della storia e questo ha sicuramente il suo risvolto sul comparto tecnico dell’opera. Troviamo difatti una scenografia curata in maniera impeccabile anche nei dettagli, la quale permette una raffinata ricostruzione degli ambienti storici, e una fotografia che valorizza i paesaggi e le location dove si svolge l’azione. Notevole anche la colonna sonora con musiche che esaltano le vicende senza risultare invadenti ed accompagnano con adeguate sottolineature i momenti salienti e caratterizzati da maggiore epicità del racconto. Buona anche la regia, che alterna in maniera pratica primi piani che evidenziano le emozioni dei protagonista e campi medio-lunghi che accompagnano le battaglie o esaltano le ambientazioni.

Goyo: The Boy General non brilla per originalità ma risulta un buon film storico-epico, con tratti sentimentali

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In definitiva Goyo: The Boy General è un buon prodotto, godibile nonostante una lunghezza leggermente eccessiva, con punto di forza nell’estetica e negli aspetti tecnici, ma che non sfigura nella costruzione della narrazione e si fa apprezzare, pur non brillando particolarmente per originalità o coraggio nelle scelte di scrittura e nella costruzione delle dinamiche narrative. Un film dai tratti epici, che ha il pregio di farci conoscere una vicenda altrimenti sconosciuta ai più, unendo la veridicità prettamente storica con alcuni tratti che virano sul lato sentimentale e sull’introspezione umana.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3
Sonoro - 3.5
Emozione - 3

3.2

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