Detective per caso: recensione del film di Giorgio Romano

Detective per caso, primo film di Giorgio Romano, è sorretto dalle interpretazioni di attori disabili nei panni di protagonisti, delineati per la prima volta come individui dotati di passioni e timori e non più in quanto ragazzi disabili.

Giulia (Emanuela Annini) e Pietro (Alessandro Tiberi) sono amici inseparabili, uniti da abitudini e passioni comuni. La loro routine è spezzata dalla comparsa di Marta, ragazza con problemi di tossicodipendenza che viene seguita e ricattata, per denaro, da alcune persone poco raccomandabili. Il legame che si stabilisce fra i due farà automaticamente scattare un meccanismo di gelosia in Giulia, la cui maggiore apprensione ora riguarda la condotta dell’amico e la probabilità che possa, continuando a frequentare la nuova arrivata, cacciarsi nei guai. E, in effetti, Giulia ha ragione: Pietro scompare a seguito di una rapina in cui era stato coinvolto, e di lui non si ha più traccia. Allora spetta alla ragazza risolvere, come i detective che ammira nei suoi programmi televisivi preferiti, il mistero che si cela dietro la strana e fulminea sparizione del suo migliore amico.

Detective per caso: personaggi disabili interpretati da attori professionisti disabili

detective per caso: recensione del film di Giorgio Romano Cinematographe.it

Non si può non ammirare l’iniziativa del progetto che è alla base di Detective per caso, opera prima di Giorgio Romano che, insieme alla co-sceneggiatrice Aurora Piaggesi, ha anche scritto il film. Perché Detective per caso nasce da un’idea per nulla convenzionale che vede attori disabili nella vita reale vestire i panni di protagonisti disabili per la prima volta nella storia del cinema italiano. E, sempre per la prima volta nel cinema del belpaese, si vedono attori disabili delineati non più in quanto ragazzi down, bensì in quanto individui dotati di passioni, caratteri, aspirazioni, timori, e di tutto il loro bagaglio personale fatto di quegli atteggiamenti e quei motti che contribuiscono a delinearne le sfaccettate e interessanti personalità.

La protagonista Giulia è interpretata dalla bravissima Emanuela Annini, una trentaduenne che ha studiato recitazione presso l’Accademia L’arte nel cuore per ben 8 anni, e a fianco dei due attori principali (entrambi ragazzi down) troviamo una sfilza di nomi piuttosto noti, in ruoli più o meno secondari: Claudia Gerini è la conduttrice detective di Occhio Privato, la serie più amata da Giulia, e con lei fanno la propria comparsa nomi del calibro di Paola Cortellesi, Valerio Mastandrea, Stefano Fresi, Massimiliano Bruno, Stella Egitto, Lillo, Rosaria Renna, la fashion blogger Giulia Pinto e molti altri.

Il film di Giorgio Romano veicola un messaggio positivo tramite un’intuizione unica, ma non è sufficiente

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Detective per caso si avvale di un’intuizione unica, che poco – o meglio nulla, dato il coinvolgimento della stessa presidente dell’Accademia nel progetto – ha a che vedere con la lungimiranza di chi mira alla notorietà e al guadagno facile tramite trovate “comode” e l’applicazione di tematiche politically correct. Al film di Romano, che tenta invece di raccontare qualcosa di originale seguendo una precisa struttura narrativa e provando a divertire, non si può rimproverare nulla di questo. Il problema unico, ma purtroppo primario, di Detective per caso è che, al di là della sua onestà e dei suoi intenti racchiusi in un messaggio positivo e dolce, non riesce a stare al passo con la professionalità dimostrata dagli attori coinvolti e si perde nella costruzione di un intreccio che risulta poco appassionante ed elementare, forse anche troppo.

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Certo, all’opera si può (e dunque bisogna) riconoscere più d’un momento sinceramente brillante e la spontanea comicità di qualche gag tutto sommato riuscita, anche grazie all’apporto di un cast in gamba e ben assemblato. Tuttavia è giusto anche rammentare la natura puramente thriller di Detective per caso e la sua natura di film, e sarebbe tanto leale quanto necessario riconoscere i numerosi ostacoli che non è in grado di superare, a partire da quello (rilevante) di non riuscire ad essere avvincente o minimamente accattivante, fatta eccezione per i prodigiosi protagonisti.

Il film è al cinema dal 18 marzo 2019 con Medusa.

Regia - 2
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2.5
Recitazione - 3
Sonoro - 1.5
Emozione - 2

2.3