DAU. Natasha: arriva al cinema il film girato in tre anni con 400 attori non professionisti

Il progetto DAU ha coinvolto oltre 400 attori non professionisti, chiamati a vivere per tre anni sul più grande set cinematografico mai costruito prima d'ora.

DAU. Natasha è il primo film nato dal progetto DAU. Arriverà al cinema il 26 agosto

Tre anni di assiduo lavoro per portare alla luce DAU. Natasha, il primo film nato dal progetto DAU: 400 attori non professionisti chiamati a vivere sul più grande set cinematografico mai costruito. Il film, diretto da Ilya Khrzhanovskiy e Jekaterina Oertel, è stato premiato al Festival di Berlino 2020 e descritto come uno dei più “importanti, ambiziosi e sconvolgenti” eventi cinematografici degli ultimi anni. L’imperdibile film evento arriverà nei cinema italiani dal 26 agosto prossimo.

Il progetto DAU ha coinvolto oltre 400 attori non professionisti, chiamati a vivere per tre anni sul più grande set cinematografico mai costruito prima d’ora. Lo scopo del produttore Sergey Adonyev e del regista Ilya Khrzhanovskiy era quello di “ricreare la vita in Unione Sovietica tra il 1938 e il 1968, concentrando i vari personaggi nel Lev Landau Institute (da cui l’abbreviazione DAU), istituto scientifico intitolato al celebre fisico russo”.

Troupe e attori hanno letteralmente vissuto sul set, creando un’incredibile convergenza tra realtà e finzione: il risultato è una pellicola che mescola cinema, performance, scienza, critica sociale, esperimento antropologico.

DAU. Natasha racconta le storture e le violenze del regime sovietico dal punto di vista di Natasha, umile cameriera nella mensa dell’istituto scientifico DAU. Dopo una festa in cui scorrono fiumi di alcool, Natasha si abbandona a una notte di passione con uno scienziato francese, Luc. Convinta all’inizio di aver trovato l’amore, la donna si ritrova presto sola e in grave pericolo: venuto a conoscenza dei suoi rapporti con uno straniero, un funzionario del KGB la convoca per un interrogatorio… DAU. Natasha è un’esperienza cinematografica difficile da immaginare e impossibile da dimenticare, anche grazie al cast eccezionale di non professionisti (Natasha Berezhnaya ha avuto una candidatura agli EFA) e alla fotografia in 35mm di un maestro come Jürgen Jürges, storico collaboratore Fassbinder e Haneke.

Dal progetto sono stati tratti altri film, autonomi nel raccontare un frammento di quell’universo, nonché una grande installazione presentata a Parigi al Théâtre de la Ville, al Théâtre du Châtelet e al Centre Pompidou.