Chernobyl Diaries – La mutazione: recensione del film

Il regista Bradley Parker ci porta nella città fantasma di Pripyat con Chernobyl Diaries - La mutazione, dove ormai il silenzio e delle oscure presenze fanno da padroni

L’uomo ha sempre amato andare alla ricerca del mistero, di ciò che è oscuro: avvicinarsi a qualcosa di sconosciuto è un modo per emozionarsi e sentirsi vivi. Questo è quello che deve aver pensato Paul, uno dei protagonisti di Chernobyl Diaries – La mutazione, quando ha proposto ai suoi amici una fantastica esperienza di turismo estremo: visitare i luoghi colpiti dall’esplosione del reattore nucleare della tristemente nota città ucraina.

Chernobyl Dieries – La mutazione è un film del 2012, diretto da Bradley Parker, con protagonisti Jesse McCartney, Jonathan Sadowski, Devin Kelley, Ingrid Bolsø Berdal, Olivia Taylor Dudley e Nathan Phillips . Un horror ambientato nell’est Europa, in quei luoghi che, dopo l’esplosione avvenuta nelle centrale nucleare nel 1986, sono rimasti disabitati e che per questo, hanno esercitato sempre un certo fascino macabro. Luoghi in cui la natura sembra aver ripreso il possesso, rivendicato il proprio potere, contro l’uomo che invano ha cercato di prendere il controllo.

La curiosità di scoprire cosa si nasconda in quei luoghi abbandonati trasformerà l’avventura dei giovani protagonisti di Chernobyl Diaries – La mutazione in una vera tragedia

Chernobyl Diaries

Chris, la sua fidanzata Natalie e la loro amica Amanda partono da Los Angeles alla volta dell’Europa: il tipico viaggio zaino in spalla, alla scoperta delle grandi città del vecchio continente. A Kiev i tre raggiungono Paul, fratello di Chris, per poi partire tutti insieme per Mosca. Ma Paul ha in serbo per loro una piccola sorpresa. Kiev infatti è poco distante da Chernobyl e non vale la pena perdere l’occasione per un po’ di turismo estremo. Tutti quanti quindi decidono di partecipare all’escursione per Prypjat, la città vicina alla centrale nucleare, una volta abitata dagli operai, ora invece completamente abbandonata. Guidati da Yuri e accompagnati da altri due turisti, i ragazzi partono alla volta della grande avventura. Ma si sa, in questi casi difficilmente si tratterà di una passeggiata di piacere.

È la curiosità a spingere i quattro amici verso una’avventura pericolosa e Chernobyl Diaries racconta esattamente questo: la voglia di provare un’esperienza esaltante e forse anche un po’ l’ingenuità che spinge l’uomo a ficcarsi inevitabilmente in situazioni pericolose. E come in ogni film horror, è sempre questa curiosità il motore che dà il via alla storia.

A fare da sfondo a questa vicenda, un luogo che più volte ha affascinato proprio per le sue atmosfere cupe. Il disastro di Chernobyl, una catastrofe ambientale senza precedenti, è parte ormai dell’immaginario collettivo come elemento scatenante di nuove forme di vite e di esseri umani mutanti. Le città fantasma vicine alla centrale nucleare sono diventate dal 1986 ad oggi luoghi abitati da presenze indistinte, da cavie di esperimenti, da animali mutati a causa delle radiazioni. La forza del film di Parker sta anche in questo aspetto: saper sfruttare nel migliore dei modi un’ambientazione che già fa parte della cultura horror di massa.

La macchina a mano, le atmosfere tetre e una ricostruzione fedele: i punti forti di Chernobyl Diaries

Chernobyl Diaries recensione

Chernobyl Diaries – La mutazione si inserisce in quel filone di film horror che fa del realismo estremo il suo punto forte. Sulla scia del cult The Blair Witch Project – Il mistero della strega di Blair, capostipite proprio di questo genere di film, il regista sfrutta al massimo le potenzialità della macchina a mano. Riprese movimentate, primi piani ravvicinati, la macchina da presa sempre vicina ai protagonisti, come se fosse una vera e propria soggettiva dello spettatore: l’idea del regista è quella di far immergere il pubblico nel vivo della storia, di farlo partecipare attivamente. E ci riesce alla perfezione.

Il film poi non manca di essere spaventoso e cupo al punto giusto. Atmosfere tetre, silenzi messi ad hoc, tutti elementi che riescono a tenere sempre viva l’attenzione dello spettatore, ma anche la sua curiosità. La storia infatti è semplice ma allo stesso tempo interessante, capace di accrescere nel corso del film la curiosità del pubblico. L’ambientazione poi, è la vera e propria protagonista della scena. Le riprese infatti non sono state effettuate a Pripyat ma in Serbia e Ungheria, dove la città è stata fedelmente ricostruita. I palazzoni disabitati, le tavole lasciate apparecchiate all’interno degli appartamenti evacuati in pochi minuti, perfino la ruota panoramica, mai stata utilizzata perché installata pochi giorni prima del disastro: la città di Pripyat rivive perfettamente nella sua ricostruzione e domina incontrastata la scena, con i suoi vuoti e i suoi silenzi.

Chernobyl Diaries – La mutazione è un film horror con poche pretese ma che non per questo delude, anzi colpisce proprio per la sua semplicità. In grado di tenere con il fiato sospeso e capace di incuriosire fino alla fine, il film lascia il pubblico con qualche interrogativo irrisolto: lo spettatore infatti continua a chiedersi se dietro tutto quel terrore ci sia ancora una volta la mano dell’uomo. E il finale non fa che aumentare la sua curiosità, lasciandolo, come è giusto che sia, con qualche domanda in più.

Regia - 4
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 4
Emozione - 4

3.5