Blood Brothers: Malcolm X & Muhammad Ali – recensione del documentario

La recensione di Blood Brothers: Malcolm X & Muhammad Ali, il documentario Netflix sulle due icone dei diritti civili in America.

L’attivista e il pugile, due icone dei diritti civili in America. Racconta di loro Blood Brothers: Malcolm X & Muhammad Ali il documentario di Marcus A. Clarke, prodotto dal creatore di Black-ish, Kenya Barris, entrato nel catalogo Netflix il 9 settembre 2021. Ispirato al libro Blood Brothers, tratto da ricerche approfondite su biografie passate, documenti e registri di sorveglianza dell’FBI, scritto da Randy Roberts e Johnny Smith – presenti nel documentario -, il film unisce due figure fondamentali, quella dell’attivista Malcolm X e quella del pugile Muhammad Alì appunto, e parte dall’incontro casuale che li ha fatti conoscere fino all’uccisione del primo nel 1965, sviscera il loro straordinario legame, non sempre semplice.

Blood Brothers. Malcolm X & Muhammad Ali: recensione del filmBlood Brothers: Malcolm X & Muhammad Ali – due icone fondamentali per capire un’epoca

Nel febbraio 1964 Cassius Clay vince per la prima volta il campionato mondiale di boxe dei pesi massimi contro Sonny Liston, apparentemente imbattibile, seduto vicino al ring al Miami Beach Convention Center, c’è l’attivista musulmano nero, Malcolm X. Cassius Clay, che poi diventa Muhammad Ali, porta a termine una delle più grandi imprese sportive, dall’altra parte Malcolm X continua la sua battaglia di attivista.

Malcolm X e Muhammad Alì sono rappresentanti di un’epoca, di un mondo pieno di ferite e di sangue, di umiliazioni e rivolte, sono uomini coraggiosi, rivoluzionari, che sono stati, e hanno tentato sempre di essere, coerenti, non scendendo mai a compromessi. I due in modo diverso, su “ring” differenti hanno portato avanti le loro idee e i loro principi: l’uno attraverso la lotta politica, spesso intransigente e duro, capace di gesti di rottura che lo hanno fatto allontanare dalla sua stessa comunità; l’altro attraverso lo sport, cambiando nome per allontanarsi dalle proprie origini, superando gli avversari, tentando di posizionarsi sempre contro le scelte governative statunitensi nei periodi più drammatici degli anni Sessanta e Settanta (su tutte la guerra in Vietnam).

Malcolm X e Muhammad Ali sono personaggi unici, che hanno cambiato il corso delle cose, hanno fatto discorsi che sono rimasti nella storia, hanno gareggiato per loro stessi ma anche per tutta la loro comunità in quegli anni maltrattata, umiliata, violata. Marcus A. Clarke vuole mostrare un lato di Malcolm X e Muhammad Ali che non si conosce; ed è cosa difficile perché sono da sempre oggetto di molteplici biografie e documentari, di film biografici diretti da leggende come Spike Lee (Malcolm X) e Michael Mann (Ali), e di recente sono stati ritratti insieme nel film di Regina King, candidato all’Oscar, Una notte a Miami. Per fare questo Clarke scava negli uomini e nel loro ambiente, con materiale d’archivio e resoconti di prima mano della figlia di Malcolm X, Ilyasah Shabazz, del fratello minore di Ali Rahman e di molti altri, uomini e donne, che hanno avuto l’onore di conoscerli, e infine di studiosi che costruiscono il periodo, l’ambiente politico e sociale in cui i due sono vissuti.

Tra ricordi e memorie si raccontano due grandi figure

Sentiamo la fermezza delle parole di Malcolm X e la sua tenerezza e vulnerabilità tra i fratelli. Assistiamo agli incontri di Muhammad Ali, ai suoi discorsi, anche lui aveva una bocca “rumorosa”, anche lui aveva fatto tremare il mondo da campione dei pesi massimi con le sue mani dure come la roccia. Era anche capace di imparare quando era al fianco di Malcolm X, per lui una sorta di figura paterna, un amico, un padre spirituale. La loro vita scorre, le loro storie scorrono, i successi e le sofferenze, l’incontro e il distacco dei due scorrono di fronte ai nostri occhi, ma soprattutto si percepisce un’epoca, un mondo, la Storia.

Il regista vuole indagare e rappresentare lo sfaccettato rapporto personale che legò l’attivista politico e il campione di pugilato: un’amicizia difficile, ripercorrendo l’ascesa quasi simbiotica e simultanea del campione olimpico che ha affascinato una nazione intera e dell’ex detenuto trasformatosi in rivoluzionario intellettuale che ha lottato fino alla fine. Si dà un nuovo punto di vista sulla loro amicizia, sul loro incontro, sul legame e sul definitivo allontanamento tra i due a causa del loro disaccordo sulla leadership della Nation of Islam.

Il libro di Roberts e Smith ha unito i puntini per dare forma alla relazione tra Malcolm X e Ali, il documentario di Clarke tenta di riempire lo spazio con qualcosa in più, con cosa voglia dire essere neri in America. Nella storia di Muhammad Ali, che era conosciuto all’inizio come Cassius Clay, colpito dal linciaggio di Emmett Till, c’è inevitabilmente la storia dei giovani neri di oggi che assistono e vivono la brutalità della polizia. Si racconta dei genitori di Malcolm X che hanno seguito le idee di Marcus Garvey. Il movimento panafricano del leader nazionalista nero fa eco ai principi di Malcolm X, che tratta l’oppressione dei suoi fratelli come una questione globale.

Un film interessante che racconta un pezzo di Storia

Il film racconta la storia di due grandi uomini che in campi diversi hanno cambiato il mondo e le cose. Con una narrazione rigorosa ma con qualche piccolo volo pindarico ci conduce tra l’incontro e l’allontanamento di due icone senza le quali tutto sarebbe stato e sarebbe molto diverso.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.4

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