Ali & Ava – Storia di un incontro: recensione del film di Clio Barnard

Con estremo realismo e delicatezza, Clio Barnard racconta la storia d’amore tra Ali e Ava, diversi, per età, carattere, radici, ma uniti dall’amore per la musica.

Nelle sale italiane a partire dal 14 aprile 2022 Ali & Ava – Storia di un incontro, dramma sentimentale britannico scritto e diretto da Clio Barnard (The Arbor, Il gigante egoista) e presentato in concorso al Festival di Cannes 2021, nella sezione Quinzaine des Réalisateurs.     
La storia di un incontro tra due persone sole, per motivi diversi, ha conquistato pubblico e critica, ricevendo due candidature ai premi BAFTA 2021. Nel ruolo dei protagonisti, Ali e Ava, troviamo gli attori inglesi Adeel Akhtar e Claire Rushbrook.

La trama del film di Clio Barnard

ali e ava Cinematographe.it

Ali è un giovane simpatico, allegro e – all’apparenza – spensierato che vive a Bradford con la moglie. Per lavoro riscuote gli affitti degli inquilini del palazzo ma il suo sogno è quello di dedicarsi alla musica. È amato e benvoluto da tutti ma dietro il suo costante buonumore nasconde una profonda tristezza. Il suo matrimonio è infatti al capolinea. Lui e la moglie sono separati in casa ma non ha il coraggio di confessarlo alla sua invadente e benestante famiglia.          
Un pomeriggio di pioggia, Ali si propone di andare a prendere a scuola la figlia di una sua vicina di casa. In questa occasione fa la conoscenza di Ava, insegnante di sostegno. A causa del maltempo l’uomo si offre di darle un passaggio e i due hanno occasione di conoscersi, scoprendo ben presto di avere due caratteri agli antipodi, così come i gusti musicali: techno a tutto volume per lui, country per lei. Ma da quell’incontro diventano inseparabili.

Ava è una donna solare e affascinante di origini irlandesi, con un passato doloroso alle spalle. Rimasta vedova di un marito violento, ha dedicato la sua vita a proteggere i suoi figli e – adesso – i nipoti. Ava è amorevole, sensibile ma non riesce a mettere i suoi bisogni prima di quelli degli altri e a dedicare finalmente del tempo a se stessa. Ali insegnerà ad Ava ad avere il coraggio di rivendicare i suoi spazi. Ava insegnerà ad Ali ad affrontare le sue emozioni.       
Una storia di amicizia che muta in un tenero e appassionato sentimento ma il cui idillio non sembra destinato a durare.   
Il figlio di Ava, Callum, vive nel mito del padre, replicandone gli stessi atteggiamenti violenti. Il ragazzo non accetta che la madre possa avere una relazione con un altro uomo, nonostante i suoi genitori fossero separati da diverso tempo. Contemporaneamente, la famiglia di Ali comincia a nutrire sospetti sulla sua fedeltà nei riguardi della moglie.    
Ali e Ava dovranno silenziare il rumore invadente che proviene dalle loro famiglie e ascoltare solo il ritmo dei loro cuori.

Realismo a tempo di musica a Bradford

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Con uno stile narrativo molto vicino a quello di un altro celebre regista britannico, Ken Loach, Clio Barnard cattura il fascino del reale, attraverso le intense interpretazioni degli attori del cast, molti dei quali alle prime armi. Shaun Thomas che interpreta Callum, nonostante appaia in poche scene, non si accontenta di essere un rabbioso antagonista, ma riesce a dare tridimensionalità al suo personaggio e a trasmettere i conflitti interiori che lo affliggono.       
Nella pellicola di Barnard non ci sono grandi gesti o dichiarazioni memorabili. Tutto suona estremamente semplice e familiare. Ad esempio, le scene d’amore tra Ali e Ava non vengono mostrate nell’atto fisico ma nel momento in cui i due protagonisti si svegliano fianco a fianco nel letto, le loro mani si intrecciano e – semplicemente – parlano. È un tipo diverso di erotismo e romanticismo che spesso non troviamo nei film. Più tangibile e quotidiano ma non per questo meno dolce o passionale.

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È interessante notare come la musica sia protagonista di molte delle scene più importanti. Il film si apre con Ali che balla con le cuffie a tutto volume sul tetto della sua auto. Inoltre, i due protagonisti sono legati proprio dal loro amore per la musica: li vediamo scambiarsi le playlist, saltare senza freni sul divano cantando a squarciagola. Sono due persone con un estremo bisogno di esternare sentimenti repressi da troppo tempo.         
La colonna sonora che segue Ali è sempre caotica, accattivante, coinvolgente. Ava invece la musica se la crea da sé. In diverse sequenze la vediamo, infatti, intonare tipici ballate irlandesi.  
La regista sfrutta questo meraviglioso personaggio per fare una fotografia di uno spaccato di vita della periferia di Bradford, osservando le comunità immigrate irlandesi, ancora legatissime alle loro radici. Una delle scene più belle del film vede i residenti del quartiere intorno ad un fuoco mentre intonano Grace, canto popolare ispirato alla vita dell’artista irlandese Grace Gifford.

Perché vedere Ali & AvaStoria di un incontro

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Il fascino di questo film è dovuto in gran parte alla chimica naturale che c’è tra Adeel Akhtar e Claire Rushbrook.  I loro personaggi sono distanti per età, classe sociale, cultura e – specialmente – per gusti musicali. Eppure, dal loro primo incontro non riescono più a stare lontani. Non è il classico espediente narrativo degli opposti che si attraggono ma piuttosto la storia di due persone sole che tirano fuori il meglio l’una dall’altra. Ali & Ava è anche un inno alla bellezza di Bradford e alla dignità e alla resilienza dei suoi abitanti.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 3.5

3.8