24 ore con Gaspar: recensione del thriller indonesiano Netflix

24 ore con Gaspar è un thriller distopico profondo e originale

Immergendo il pubblico nell’atmosfera avvolgente dell’Indonesia del 2032, la pellicola Netflix disponibile a partire dal 14 marzo 2024, 24 ore con Gaspar ci introduce a un futuro distopico sospeso tra il presente e l’irreale.

In una realtà in cui le disparità sociali si acuiscono, e l’ombra dell’ingiustizia si allunga su un tessuto urbano grigio e cupo, la pellicola di Yosep Anggi intrattiene e sorprende i suoi spettatori.

24 ore con Gaspar: l’intenso mistero della distopia in un solido e originale thriller

24 ore con Gaspar - Cinematographe.it

In uno scenario incerto e disperato, emerge la figura di Gaspar, un detective dai tratti insoliti e un’anima ribelle. È lui il fulcro di questa vicenda, un antieroe moderno che si ritrova ad affrontare una lotta personale contro il male dilagante e le tenebre del suo passato.

Accanto a Gaspar, incontriamo Agnes, la sua devota compagna di avventure. Interpretata da un’energica attrice emergente, Agnes è il perfetto contrappeso al temperamento focoso di Gaspar. Il loro rapporto, basato sulla fiducia e la reciproca lealtà, si rivela cruciale nel corso della storia, mentre insieme affrontano le sfide e i pericoli che si presentano loro lungo il cammino.

Ma il vero antagonista della storia è Wan Ali, un losco trafficante di esseri umani con una mente spietata e un passato oscuro. Ali è l’incarnazione stessa del male che Gaspar cerca di sconfiggere, un nemico senza scrupoli che si muove nell’ombra e controlla le fila di un sottobosco criminale che si estende per le strade di Jakarta. Il conflitto tra bene e male viene portato e mostrato con una vasta gamma di sfumature e chiaroscuri, appartenenti tanto al villain quanto al protagonista, un “buono” diverso che contiene tanto caos quanta voglia di cercare l’esistenza del bene.

In 24 ore con Gaspar, il regista Yosep Anggi Noen ci regala un’epopea cinematografica di rara intensità, un viaggio avvincente attraverso le pieghe oscure di un mondo al limite del baratro. Con una trama avvincente e ricca di spunti, interpretazioni convincenti e sequenze d’azione spettacolari, il film cattura l’immaginazione dello spettatore e lo trasporta in un’avventura indimenticabile. È un’opera che va oltre il semplice intrattenimento, offrendo uno sguardo profondo e penetrante sulle sfide e le contraddizioni dell’esistenza umana in un contesto così estremo e implacabile.

Senza mai tralasciare la profonda connessione con un sostrato culturale imponente e misterioso come quello indonesiano, ricco di immagini sognanti e metafisiche, la pellicola riesce a fondere autenticità emotiva e tecnica cinematografica tradizionale per operare sia sulla fruibilità che sulla profondità. Un genere che sembra ormai non contenere più sorprese per il grande pubblico, il thriller distopico, con una pellicola uscita in sordina scardina l’ impossibilità apparente con un potente pugno artistico, ambizioso e capace di esporre una ferita sanguinante, l’animo umano nella sua increspatura ancestrale.

24 ore con Gaspar: valutazione e conclusione

24 ore con Gaspar, Cinematographe.it

24 ore con Gaspar è una pellicola originale, solida e con un lavoro fotografico davvero notevole: i personaggi sono i detentori di una luce e di un’ombra personalissima e livida, come fossero da essi definiti, scolpiti.

Luci, montaggio e trama si uniscono alla regia artistica, quasi autoriale, per mettere insieme un film di grande spessore stilistico, contenutistico e emotivo. I protagonisti emergono come figure caravaggesche sullo schermo, uscendo dall’ombra e rischiarati da una luce sempre rigorosamente innaturale, artificiale come la distopia di un mondo che ha abbandonato le sue origini per diventare pianeta diverso, creatura sconosciuta a sé stessa e ai suoi fragili, imperfetti abitanti.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3.5

3.3

Tags: Netflix