Rocco Papaleo e quella malattia a cui deve il suo successo

Ecco di quale malattia soffre l'attore e comico lucano Rocco Papaleo.

Il suo accento lucano è inconfondibile. Negli anni, Rocco Papaleo si è imposto sulla scena del cinema italiano grazie alla sua dirompente comicità. Ma in pochi sanno, che l’attore e comico lucana è affetto da una particolare patologia.

La malattia di Rocco Papaleo

L’attore, durante un’intervista rilasciata a Ok Salute, ha rivelato che fin da bambino è affetto da una miopia quasi accecante, ereditata da suo padre:

Fin da bambino sono miope, tanto miope: non ho ricordi molto nitidi del mondo. Credo di avere ereditato la miopia da mio padre: lui era alto, con meravigliosi occhi azzurri, io invece sono basso con gli occhi verde marcio e molto più miope di lui!. Al di là dell’ironia, non vederci bene è stata una grossa opportunità: mi ha permesso di sviluppare uno sguardo diverso, di usare l’immaginazione, di esprimermi con la poesia. Alla miopia devo molto, anche se nel mio caso è davvero accentuata!

A causa di questa patologia, Rocco Papaleo non riesce a mettere a fuoco gli oggetti lontani, neanche con gli occhiali:

Mi mancano nove diottrie all’occhio destro e undici al sinistro, e per non farmi mancare niente sono anche presbite e un po’ astigmatico. Da bambino dovevo incollarmi al televisore per riuscire a seguire un programma, e in prima elementare alla lavagna non vedevo niente. I miei genitori capirono che era necessaria una visita oculistica e da allora non mi sono più tolto le lenti: al tempo mi mancavano tre diottrie all’occhio destro e cinque al sinistro, con la crescita la situazione è peggiorata. Per i compagni ero quattrocchi, ma nonostante le limitazioni e le prese in giro, non ho avuto veri complessi per questo motivo!

L’attore lucano ha imparato a convivere con la sua patologia fin da subito, sviluppando una caratteristica fondamentale per un’artista:

Non vederci bene ha sviluppato la mia fantasia. Certo, qualche problema nasceva quando giocavo a pallone: da ragazzo ero un grande appassionato di calcio. Ovviamente giocavo senza occhiali e finché le partite erano soltanto di giorno riuscivo a cavarmela. Ma quando si è cominciato a giocare in notturna, non vedevo quasi niente e ho dovuto lasciar perdere. La mia immaginazione, dicevo, mi ha permesso di sviluppare uno sguardo diverso sul mondo. Fin da piccolo ho usato gli occhiali della fantasia per supplire al mio difetto: spesso mi divertivo a inventare storie plausibili e, non potendo inquadrare perfettamente la realtà, la ricostruivo con particolari dettati dalla mia mente. Ogni volta che non mettevo a fuoco poteva trasformarsi come la fantasia mi suggeriva! Ma non basta: la miopia mi ha spinto a guardarmi dentro e a ragionare!