Recensione da letto – Southpaw ***SPOILER!***

– Apperò…
– Mm? Cosa?
– Niente, niente… Solo che mi ero fatto un’idea sbagliata di te, Southpaw.
– Ah, certo… Ti aspettavi il solito boxing drama?
– Beh, tu sei un boxing drama, e nel finale lo dimostri ampiamente, tesoro. Ma ho passato due orette molto piacevoli…

Recensione del film Southpaw di Antoine Fuqua

Sì, alla fine il protagonista vince la cintura di campione. Altrimenti il sogno americano se ne va in fumo.

– Già, non sono male, vero?
– Non sei male, ma non ti montare la testa. Con qualunque altro cast, probabilmente non saresti stato un granchè…
– Eh, adesso…
Southpaw, diciamocelo. La tua trama è quella di caduta e rinascita di un atleta: non è la prima volta che si sente una cosa del genere, no? La sceneggiatura rischia di scivolare in eccessi melodrammatici o nei clichè “gangsta”, come quando il protagonista, il pugile Billy Hope, soffoca le urla di dolore contro il letto o quando cerca il frontale contro un albero di casa sua. Ma hai Antoine Fuqua alla regia e, come dicevo, degli attori di alto profilo, che riescono a tenerti sempre entro i limiti del verosimile.
– Sugli attori hai ragione, piccola. Sai che Jake Gyllenhaal ha avuto solo tre mesi per mettersi in forma prima di cominciare le riprese?

Jake Gyllenhaal è Billy Hope nel film Southpaw

Billy Hope in una delle poche scene in cui non gli si vedono i tatuaggi.

– Jake Gyllenhaal è in uno stato di grazia che dura da Prisoners, ed è andato alla grande in Nightcrawler. Al personaggio di Billy Hope bastava un attimo per diventare una macchietta: è l’ennesimo pugile dei bassifondi ignorante e arrabbiato ma dal cuore d’oro. Da Rocky in poi, ce ne sono stati a bizzeffe… Ma Gyllenhaal riesce a farne un personaggio sfaccettato e coerente: alterna sprazzi di rabbia a momenti di dolorosa apatia, e dimostra una volta di più di essere un attore di razza, uno di quelli capaci di evocare con uno sguardo un’intera gamma di emozioni.
– E lo sai che il ruolo di Billy Hope era pensato in origine per Eminem?
– Ma per carità… che si è limiti alla colonna sonora, è meglio.
– Oh, e Rachel McAdams? Ti è piaciuta Rachel McAdams?
– Mi è piaciuta, mi è piaciuta. Negli ultimi due anni è passata da protagonista di chick flicks ad attrice a tutto tondo, e difatti ora è sulla cresta dell’onda. Nel 2012 ha recitato in To the wonder di Malick, tanto per dire che sa fare anche film d’autore, quest’anno è stata uno dei (pochi) punti di forza della seconda stagione di True Detective

Rachel McAdams nel film Southpaw

Rachel McAdams parla di tette in True Detective.

A breve sarà anche in Doctor Strange della Marverl. Per come la vedo io, non ha ancora avuto il ruolo della carriera. Con te infatti tira le cuoia dopo neanche dieci minuti, povera stella…
– Già, in quella scena ci abbiamo dato dentro con il pathos…
– E per finire, c’è Forest Withaker, che è una sicurezza. L’unico punto debole del cast è 50 Cent: il personaggio che deve interpretare gli è praticamente ritagliato intorno e riesce comunque a risultare poco credibile…
– Evvabbè, almeno lo si vede poco… Ad Antoine Fuqua piace il rap, si sa…
Antoine Fuqua è sicuramente un regista notevole, ma i suoi film funzionano solo con attori che spaccano. Training Day ha funzionato perchè c’erano Denzel Washington e Ethan Hawke. Brooklyn’s Finest, stesso discorso. Shooter e King Arthur facevano abbastanza pena perchè il cast non era quello giusto.
Con te, Southpaw, Antoine Fuqua potrebbe tornare sulla cresta dell’onda: in The Man Who Made It Snow tornerà ache Jake Gyllenhaal, ed ha già cominciato le riprese de I magnifici Sette.
– Se non altro, non è un regista che si fossilizza su un genere solo, no?
– Poco ma sicuro. E con te, dolcezza, ha fatto un ottimo lavoro. Però stai attento, che tra un po’ esce Creed
– Oh, piccola. Non credo che ci perderò il sonno… Vieni qua, piuttosto, che ci riguardiamo Toro Scatenato.