Margaret Qualley in Sanctuary tra sesso e intelletto. Così si domina un film!

Margaret Qualley è la protagonista di questo thriller psicologico e claustrofobico, dove domina il suo personaggio, Rebecca, e il suo sorprendente talento

Una lussuosa stanza d’albergo, un uomo e una donna, un cliente e una professionista, un gioco manipolatorio estenuante: Margaret Qualley (Maid, C’era una volta a … Hollywood) e Christopher Abbott (Catch 22 – Girls) sono protagonisti di Sanctuary di Zachary Wigon, scritto da Micah Bloomberg, al cinema con I Wonder Pictures.

Margaret Qualley interpreta Rebecca, una dominatrice, una professionista del sesso, e il suo lavoro lo sa fare molto bene. Da tempo uno dei suoi clienti è Hal, che ama essere sottomesso e umiliato, e che fa parte di una ricca famiglia ed è erede della catena di hotel del padre. Per questo motivo l’uomo, dopo la loro ultima “sessione” nella sua camera di albergo, decide di chiudere il rapporto con Rebecca perché non può più permettersi di avere una relazione scabrosa con una donna che conosce i suoi segreti più profondi e tutte le sue perversioni, e le dà una cospicua “buonuscita”. Ma lei non è d’accordo e cercherà di convincere Hal a cambiare idea con ogni mezzo possibile.

Margaret Qualley in Sanctuary – Il fascino impetuoso della dominatrice mentale

Sanctuary, cinematographe.it
Margaret Qualley e Christopher Abbott

Un gioco di ruolo mentale quello che unisce Hal e Rebecca capace quest’ultima di “possedere” il suo cliente e di procurargli piacere senza neanche sfiorarlo, ma usando le parole giuste, le umiliazioni, individuando i punti deboli di Hal che sembra ormai conoscere profondamente. Rebecca, quindi, non usa propriamente il sesso ed è questo il segreto del suo fascino che la distingue da una semplice sex worker, un talento manipolatorio al quale Hal si sottomette totalmente. I loro incontri sono delle sessioni di situazioni immaginate, non la classica fantasia dell’infermiera con il paziente per esempio, ma delle scene più “malate”. Vediamo all’inizio Rebecca con una parrucca bionda fingere di essere l’esaminatrice per il posto da CEO che Hal dovrebbe ricoprire in un’azienda, ma ben presto quel colloquio si tramuta in una pratica perversa in cui l’uomo si ritrova a fare qualsiasi cosa gli comandi la sua dominatrice: pulire il pavimento carponi mentre gli vengono proferiti i peggiori insulti, denigrato profondamente nell’animo e costretto a masturbarsi ritardando più volte l’orgasmo per raggiungerlo solo quando Rebecca lo decide. Un piacere totale, potente che solo lei riesce a procuragli. E allora perché la talentuosa ragazza dovrebbe accontentarsi di un “misero” indennizzo come chiusura del loro rapporto?

Sanctuary, cinematographe.it
Margaret Qualley

Sanctuary è un claustrofobico e insolito thriller psicologico che scompagina le aspettative, non siamo di fronte a un banale film erotico alla Cinquanta sfumature di grigio, quindi dimenticate i “classici” strumenti sadomaso, le dominatrici in lattice e frusta che con i tacchi a spillo “passeggiano” sui loro clienti, perché la protagonista di questa storia è decisamente più sadica e pericolosa di uno strumento di piacere estremo avendo il totale controllo mentale del suo cliente e una dialettica straordinaria e riuscendo a colpire i punti deboli di Hal. Rebecca, per esempio, “gioca” sul rapporto irrisolto tra il suo cliente e il padre dal quale ha sempre cercato approvazione, non sentendosi alla sua altezza, un uomo che ha raggiunto il successo con grande fatica e impegno, un self-made man di cui Hal non ha nemmeno un briciolo della sua intelligenza e del suo talento. O almeno è quello che Rebecca cerca di inculcargli in quelle che possiamo definire delle perverse sedute psicologiche basate sui cliché dei rapporti familiari che condizionano un individuo per tutta la vita. E quello che consciamente fa soffrire Hal nella fantasia diventa motivo di piacere in una dinamica mentale che è difficile da comprendere per chi non ama le pratiche umilianti.

Il confine tra fantasia e realtà si fa labile e Rebecca sembra dominare su entrambe anche se al di fuori dalle sessioni Hal è convinto di essere un uomo padrone del suo destino e delle sue scelte, ma nemmeno con la safe word, che è proprio “sanctuary”, riesce a interrompere il gioco che rivela presto un non detto, un sottotesto tra Rebecca e Hal, un rapporto non definito, e per questo più ambiguo e inquietante.

Margaret Qualley è Rebecca, l’anima del film

Sanctuary, cinematographe.it
Margaret Qualley

Il film diventa presto un serrato confronto fra i due in cui a dominare in tutti sensi è Margaret Qualley, che dà una prova straordinaria delle sue capacità, che aveva già dimostrato nell’acclamata serie Maid, e che qui fa emergere tutto il suo talento calibrando le diverse emozioni, passando con naturalezza da uno stato d’animo a un altro, bucando lo schermo con il suo sguardo tagliente e ipnotico. Il film trova la sua essenza proprio nel personaggio di Rebecca, e si rivela un’efficace saggio sul potere della dialettica e sull’attrazione incontenibile che una mente brillante come quella della protagonista può suscitare, là dove il sesso non può arrivare.

0