Diodato a Sanremo 2024: il significato di Ti Muovi e quel legame speciale con Fabrizio De André

Ti Muovi. La canzone che fotografa il cantautore nel suo, profondo, essere contemporaneo.

“Quando pensi di aver raggiunto un equilibrio, tutto ricomincia. Ed è proprio nello squilibrio che inizia il movimento.” (Diodato)
Diodato, in gara nella 74esima edizione del festival della canzone italiana, in soli 10 anni vanta già ben 3 partecipazioni, un’ospitata nella sera dei duetti e, soprattutto, una vittoria con Fai rumore che, in questi anni, è entrata nel tessuto sociale nazionale raggiungendo notorietà e gradimento come i più grandi e memorabili classici della kermesse più amata, discussa ed attesa della televisione italiana.

“La musica è una compagna di vita, un mezzo per conoscere cose lontane da me ma che, nello stesso tempo, racconti un flusso di emozioni, il mio stato d’animo e che sia figlia di questi anni che sto vivendo.”

Antonio Diodato ha una caratteristica che lo rende unico nel suo genere. No, non stiamo parlando di stile musicale o del livello di scrittura dei testi; qui si tratta del suo modo di essere, di interagire e di comunicare. Quando incontri dal vivo Diodato sembra che tu lo conosca da sempre, sembra il tuo amico con cui giocavate per strada da ragazzi o con il quale andavi a fare serate in giro per la città. Il tuo compagno di università che veniva a casa per ripassare prima dell’esame e quello con cui fantasticavi di fare i grandi viaggi in giro per il mondo. Diodato, anche se lo stai incontrando per la prima volta, fa già parte della tua vita, da sempre.

Tornare al Festival di Sanremo dopo 4 anni, e soprattutto dopo una vittoria, potrebbe far pensare a una sfida per il cantante, un qualcosa per affermare e confermare il suo modo di essere o il suo ego e invece no; Diodato torna a Sanremo per rimettersi in gioco con tranquillità, consapevolezza e perché ha trovato la canzone giusta da portare. Una canzone che voleva nascere da tempo. Si tratta di Ti Muovi.

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Come è nata Ti muovi?

Diodato, Ph. Alessio Albi cinematographe.it
Diodato, Ph. Alessio Albi

Testi e musiche sono del cantautore che paragona la canzone ad un seme da piantare. Ti Muovi è da parecchio tempo che era lì, nel cassetto, pronta a uscire fuori ma non era del tutto finita. 
Avere vinto il festival a quasi 40 anni e non a 20 ha contribuito alla capacità di Diodato a non avere fretta, ad immagazzinare l’arte di saper aspettare e continuare a lavorare con precisione, affetto ed emozione. 

Una canzone è per sempre, prima di proporla devi capire se quel testo e quella musica ti rappresentano nell’immediato e se continueranno a rappresentarti nel futuro.
Grazie ai concerti in giro per il mondo, alla vita in tourneè, grazie al confronto con tante persone in diverse situazioni e grazie all’esigenza di “andare altrove”, Diodato è arrivato all’idea di abbandonarsi alle sensazioni e guardare quello che sarebbe successo e Ti Muovi è il risultato di questo intenso lavoro musicale.
“Quando ho scritto il pezzo degli archi, che poi suonato dall’Orchestra di Sanremo è ancora più magico, ho compreso che la canzona stava andando per il verso giusto e ho concepito come concluderla.” 
Ti muovi parla di movimento interiore, di energia di voglia di fare ma soprattutto parla di quello che ognuno di noi vorrà capire e vorrà interpretare ascoltandola. 

Diodato crede nella musica e nella trasformazione della sua musica, Ti muovi racconta lo stato d’animo del suo creatore scattando l’istantanea del suo presente, del suo oggi e del suo essere qui e adesso; una canzone che porta sul palco una storia figlia degli eventi e del susseguirsi di esperienze vissute in questi anni. Dalla vittoria del festival, passando dalla pandemia e alla ripresa del mondo, eventi storici che hanno segnato la vita del cantautore e di tutti quanti noi. Siamo stati fermi abbastanza, adesso è giusto tornare a muoverci. 

Amore che vieni, amore che vai: Diodato e il legame con Fabrizio De André

Una storia bellissima è quella che lega la canzone scelta da Diodato per la serata dei duetti del 74esimo festival di Sanremo.
Uno dei capolavori di Fabrizio De André ha praticamente cambiato la vita a Diodato grazie alla sua (veramente notevole) interpretazione, che risale a circa un decennio fa. 
Il produttore del suo primo disco, ascoltando l’intensità, il coinvolgimento e, non per ultimo, lo stile personale dell’esecuzione, aveva subito intuito che Amore che vieni, amore che vai raccontava molto di Diodato e lo aveva convinto a far inserire quella canzone nella colonna sonora del film Anni felici di Daniele Lucchetti del 2013. 

Durante la promozione del film era arrivata l’importante tappa della presentazione a Che tempo che fa con Fabio Fazio. Diodato allora chiese se fosse possibile poter suonare dal vivo la canzone del film durante la puntata con il regista ma, giustamente, gli autori declinarono l’offerta perché far esibire esordienti su un palco dove erano stati artisti del calibro di Madonna, U2 e molti altri, non era nella loro linea editoriale ma, i famosi MA che cambiano la vita, a febbraio del 2014 Fazio e tutto il suo cast autoriale avrebbe nuovamente realizzato l’edizione numero 64 di Sanremo.

E fu così che nel 2014, tra le nuove proposte, un fantastico Diodato portò al pubblico di Sanremo, e all’Italia intera, Babilonia che, pur arrivando seconda, lo lanciò direttamente nel mondo del cantautorato italiano. 

Amore che vieni, amore che vai, nei 25 anni dalla scomparsa di De André, è ancora in grado di catturare il pubblico grazie a questo cantautore che “ragazzo più non è” e che è sempre più apprezzato dai suoi contemporanei e dalle nuove generazioni perché regala, a chi sa e vuole ascoltare, quella sensazione che solo la musica di qualità sa dare: la pura e semplice Emozione.