Mani nude: il regista parla del film con Francesco Gheghi e Alessandro Gassman [VIDEO]
Lotte clandestine,
Mauro Mancini, dopo Non odiare, Feisbum – Il film e il cortometraggio del 2005 Il nostro segreto, premiato alla Festa del Cinema di Roma, dirige Mani nude, secondo lungometraggio a regia singola e seconda collaborazione con Alessandro Gassman, protagonista anche di Non odiare insieme a Sara Serraiocco e Luka Zunic, e ispirato a una storia accaduta in Germania. Anche con Mani nude Mauro Mancini racconta fatti realmente accaduti, o meglio, un mondo tristemente attuale ed esistente. Quello dei combattimenti clandestini, dove gli avversasi si sfidano a “mani nude” in una lotta senza regole, e dove ogni incontro si conclude con la morte di uno dei due. Ad affiancare Alessandro Gassman nel ruolo di co-protagonista Francesco Gheghi, tra i più richiesti e famosi attori della sua generazione. Un’alchimia quella creata tra Gheghi e Gassman che aumenta la buona riuscita del film. Un prodotto che coinvolge e appassiona e non è esente da continue sorprese. Tratto dal romanzo, dal titolo omonimo, di Paola Barbato, Mani nude è al cinema dal 5 giugno 2025.

Tutto inizia con il rapimento di Davide, ragazzo di buona famiglia, interpretato appunto da Gheghi, che viene subito rinchiuso in un buio camion dove combatte contro un avversario senza volto, finendo per ucciderlo. Fuori, oltre all’allenatore Minuto, sicuro che Davide non sarebbe uscito vivo da lì, il capo dell’organizzazione che gestisce i combattimenti clandestini costringe lo stesso Minuto a dare a quel ragazzo una possibilità: sopravvivere a quel primo inaspettato combattimento merita un atto di fiducia. Minuto si trova quindi obbligato ad allenare Davide, insieme agli altri ragazzi che fanno parte dell’organizzazione. Davide, tra tentativi di fuga, di avere contatti con i suoi genitori e la ricerca di capire cosa stia accadendo e perché, trova nel seguire le regole e nel non creare problemi l’unica possibilità di sopravvivere. Combatte, diventa un nome: Badiza, viene acclamato e con lui le scommesse aumentano, rendendolo il più richiesto. Minuto, che per lui sembrava nutrire uno sdegno e una rabbia particolare, ha con Davide un legame segreto, un legame che lo porta a un gesto estremo e che, inevitabilmente, farà sentire a entrambi la necessità di fare i conti con i propri demoni del passato.
Mani nude: intervista video al regista Mauro Mancini e ai protagonisti Francesco Gheghi e Alessandro Gassman
Con nel cast anche Fotinì Peluso, Renato Carpentieri, Paolo Madonna e Giordana Marengo, Mani nude racconta un mondo in parte sconosciuto, del quale si ha prova dell’esistenza, ma che, facendo spesso capo a organizzazioni criminali, vive nell’illegalità e nel bisogno di rimanere nascosto. “Il lavoro che ho costruito insieme a Davide Lisino, co-sceneggiatore del film, parte da un libro, quello di Paola Barbato“, ha dichiarato Mauro Mancini. “Abbiamo fatto un’indagine per rappresentare questo mondo e abbiamo scoperto delle cose che non sapevo, e cioè che esistono dei combattimenti a mani nude, clandestini o meno clandestini, perché alcuni stanno diventano anche legali. In alcuni casi esistono in aree geografiche che sono un po’ distanti dall’Italia. È stato anche faticoso reperire informazioni. Io come indagine ulteriore ho voluto partecipare ad un incontro, che non era clandestino, per vedere come si muovevano i combattenti, ed è stata un’esperienza abbastanza cruda“. I personaggi interpretai da Gheghi e Gassman sono connessi da un senso di colpa che li schiaccia e che, derivante da motivazioni diverse, li lega indissolubilmente. “Il mio personaggio vive un senso di colpa costante, e poi nel corso del film capiamo il perché“, ha dichiarato Francesco Gheghi. “Davide si ritrova in questa condizione e nel tempo inizia a pensare di meritarsela, quindi è una riflessione, che abbiamo fatto e sulla quale poi abbiamo costruito il personaggio“. Alessandro Gassman ha affermato: “per quanto riguarda il mio personaggio, Minuto è un uomo apparentemente disumanizzato, ha una ferita profonda e io ho cercato di togliere qualunque forma di empatia e di emozione. Lui si è costruito una corazza per affrontare questo grande dolore e riversa la violenza che cova sul personaggio di Davide, e poi nella seconda parte del film riesce a trovare una speranza“. Mani nude si prende anche un rischio, che rende forse il film più inaspettato e spunto di riflessioni. Rivelando inoltre la natura di uno dei suoi protagonisti, e mettendosi quindi anche dalla parte di un carnefice. “In questo caso con Davide Lisino, ci siamo sempre interrogati, chiedendoci se stessimo non giudicando, non colpevolizzando e non processando i personaggi che stavamo mettendo in scena“, ha affermato il regista. “Questa per me è la cosa più interessante, perché poi inevitabilmente ti fai delle opinioni e quindi sottrarre il giudizio è sempre un qualcosa da fare, sia come essere umano che come regista. Per quanto riguarda il pubblico spero che entri pensando di star andare a vedere un film d’intrattenimento perché può sembrarlo e invece poi scopre che non è solo questo, e che si faccia delle domande, sull’uomo, sulla disumanizzazione e sul processo di cattività che si vive oggi“. Francesco Gheghi ha aggiunto: “Mani nude si apre con questa scritta che è una citazione di Bunker che dice che non dobbiamo prenderci per giudici e che noi siamo i colpevoli e credo che questa frase rappresenti molto il film”.
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