Intervista a Luca Di Sessa, da Più di Ieri alla fiction Rai, recito grazie a Harry Potter
Più di ieri di Jean Carlos Gonzalez Flores è una fiaba misteriosa che mette al centro incontri, amore e crescita, un romanzo di formazione di due giovani che sembrano essere isole diverse ma invece si trovano e così ritrovano anche sé stessi. Christian e Lucas, interpretati molto bene da Luca Di Sessa e Marcos Piacentini, rappresentano due opposti, geografie lontane, mondi differenti, che però riescono a parlarsi, a capirsi, e solo grazie al loro “Dialogo” riescono a crescere e a maturare e quella scala a chiocciola che Christian percorreva all’inizio del film e che ben rappresentava il suo stato d’animo ed esistenziale, si è srotolata per lasciare spazio ad altro. Più di ieri, un’opera prima indipendente, giovane (è fatto praticamente da tutti under 30), racconta un momento, un attimo, forse tra un po’ i giovani cambieranno ancora, ma è questo il loro momento, questo importa il qui e ora. Luca Di Sessa, uno dei due protagonisti, racconta con amore della bella esperienza che questa è stata, la vicinanza con il suo personaggio e l’importanza dell’incontro per crescere.
Luca di Sessa parla del film Più di ieri: Christian è “così vicino a me”

È sempre bello scommettere sulle opere prime, Più di ieri è un’opera prima intensa, sincera che racconta una storia importantissima in un momento come questo in cui purtroppo troppo spesso, le differenze diventano voragini incolmabili. Cosa è che ti è piaciuto di questa storia?
“Sicuramente l’umanità, l’umanità che traspare da ogni personaggio e che trasuda dalla sceneggiatura. Sembrava una storia molto viva già su carta quindi mi ha colpito immediatamente. Tutto questo mondo che Christian incontra e dal quale si fa condizionare mi affascinava tantissimo. Vedere questi due personaggi così diversi, due mondi così lontani che si scontravano e si univano già in sceneggiatura mi piaceva moltissimo.”
Cosa ti ha colpito di Christian, personaggio così timido e chiuso, che arriva dalla provincia, colto in un momento drammatico, la morte del padre?
“Di Christian mi ha colpito il momento di vita che è raccontato nel film. È un momento particolare, di trasformazione, come hai detto tu anche il cambiamento dalla provincia alla Milano di periferia. È un parallelismo molto giusto con la vita di Christian dalle scuole superiori alla vita vera, si fa condizionare da ciò che gli capita intorno. Passa da un momento di chiusura all’inizio del film al momento in cui inizia ad aprirsi. Io stavo vivendo un momento molto simile, lo stesso momento di vita, anche io avevo 19 anni, avevo appena finito le superiori e questo film ha segnato un capitolo importante, una svolta. Mi ha colpito il suo essere così vicino a me e che fosse all’inizio della sua storia, un viaggio che segna il trovarsi.”
Come ti sei avvicinato al personaggio? Come lo hai costruito?
“Io parto sempre dal fisico. Dalla camminata. La camminata distingue le persone e si capisce tantissimo dalla camminata. Per poi arrivare alla postura. Il corpo segue le emozioni, man mano che Christian si apre anche il suo corpo è meno chiuso.”
Più di ieri è quasi un romanzo di formazione. Christian in un certo senso, parte da “perdente”, ha perso qualcosa (la fanciullezza), qualcuno (il padre), proprio come capita nelle fiabe. Solo con l’incontro che diventa tema portante della storia, riuscirà a evolversi, a maturare e a sentirsi meno solo.
“Sì. Il cambiare di Christian avviene proprio dagli stimoli esterni, dagli incontri, di Lucas e del nonno che lo arricchiscono e gli fanno vedere il mondo da una nuova prospettiva. Assolutamente gli incontri cambiano totalmente Christian.”

Christian e Lucas sono estremamente diversi. Il bello del loro rapporto è che al di là di qualsiasi categorizzazione, al di là di ciò che capiterà tra loro – non è questo l’importante -, l’uno grazie all’altro diventa la versione migliore di sé stesso, almeno di quel momento della vita.
“Christian è un personaggio che parla poco, che osserva moltissimo e che pensa moltissimo, è portato a rimuginare sulle cose e Lucas gli porta tutto un altro bagaglio di emozioni, ciò che è Lucas. Lucas è istintivo. Si influenzano a vicenda. Mi piace tantissimo il rapporto tra loro.
Non è importante tanto quanto loro due finiscano insieme, quale sia il proseguo delle loro vite, quanto Christian riesca a pubblicare il suo libro, ma sta proprio nel viaggio, quanto loro crescono e si fanno cambiare da quell’incontro, da quel ciclo di vita e morte, di capitoli che si chiudono e si aprono.”
Un rapporto importante è quello con la madre, un rapporto difficile che lungo il film subirà dei cambiamenti.
“Sì, in quella casa avranno un momento in cui si ritroveranno ma non è chiaro come procederà il rapporto. Ripeto, è proprio questo ciò che mi piace del film, mostra solo un momento. Si potrebbero poi aprire altre diecimila storie diverse ma questo è il momento importante ed è anche per questo che il film riesce a toccare diverse corde.”
L’arte è qualcosa che salva.
“L’arte aiuta sempre, qualsiasi forma d’arte, qualcosa che ti aiuta a buttare fuori e in un certo senso anche a ridimensionare ciò che ci succede. Lo fanno entrambi, in modo diversi. Aiuta nello sviluppo dell’empatia.”
Luca Di Sessa e l’influenza di Harry Potter nella sua vita

Il cinema viene citato attraverso il nonno di Lucas. Quale è stato il film che ti ha fatto amare il cinema e che ti ha fatto dire farò questo nella vita?
“Ce ne sono tre. Il primo è proprio quello a cui io emotivamente sono più legato, che per me va oltre tutti i tecnicismi: la saga di Harry Potter; è il motivo che mi ha spinto a fare questo mestiere. Una volta che ho iniziato a studiare, ho incominciato ad apprezzare il cinema autoriale e sono arrivati Chiamami con il tuo nome di Guadagnino. Poi tutta la filmografia di Charlie Kaufman quindi da Essere John Malkovich a Il ladro di orchidee, da Synecdoche, New York a Sto pensando di finirla qui“
Quale è invece, anche se posso immaginarlo, il film che ti fa ritrovare, che ti fa sentire al sicuro? “Penso che sia tutta la saga di Harry Potter, c’è tutta la mia vita, la guardo da quando ho tre anni. Penso che sia quello il film che mi fa sentire a casa”
A cosa stai lavorando ora?
“A fine anno uscirà una serie di Daniele Luchetti e Valia Santella si chiama Prima di noi che uscirà su Rai 1. Sono molto contento. Sto lavorando a teatro a due lavori che usciranno a fine anno, uno si chiama Microclima e l’altro, Tanto ormai ma di questo non posso dire di più.”