Louis Nero su Milarepa (2025): un Lama a ogni proiezione per meditare e “guardare dentro se stessi” [VIDEO]
La nostra video intervista al regista Louis Nero e all'attrice Diana Dell'Erba del film Milarepa, in sala a partire dal 19 giugno 2025.
A sei anni di distanza dal suo ultimo film, The Broken Key, Louis Nero torna sul grande schermo con Milarepa, un film complesso e denso di significati, basato sul poeta e mistico tibetano, tra i principali maestri di una delle quattro scuole del Buddismo tibetano. Una storia biografica rivisitata e già portata sul grande schermo nel 1974 da Liliana Cavani e nel 2007 da Neten Chokling in due film entrambi sulla vita e l’esistenza di Milarepa. Tra dramma, azione e fantasy, Milarepa presenta un cast internazionale dove spiccano nomi come Isabel Allen, Harvey Keitel, Bruno Bilotta, Diana Dell’Erba, F. Murray Abraham, Angela Molina e Franco Nero. Scritto dallo stesso Luois Nero, Milarepa in questa versione è ambientato in un mondo post-apocalittico, dove la natura ha superato e distrutto la tecnologia. Milarepa è inoltre una donna, qui la più grande innovazione del film di Louis Nero, che riguarda appunto il genere del personaggio. Per il resto la storia di Milarepa procede come è sempre stata raccontata in passato, anche se la chiave di lettura si concentra più sul personaggio che su quello che poi Milarepa significherà e porterà nell’esistenze e negli animi di chi ne diverrà seguace. Anche le modifiche creano una contemporaneità diversa e un simbolismo più facilmente comprensibile a qualsiasi tipo di pubblico.

Milarepa è infatti anche film di formazione sulla crescita di una ragazza che perde il padre quando è solo una bambina e che si ritrova spinta dalla madre a cercare vendetta per coloro che, a seguito della morte dell’uomo, lasciano la famiglia a vivere in miseria e povertà. Togliendo loro tutto, e abbandonando la donna a una vita di fame, di stenti e, in alcuni casi, di prigionia, è a Milarepa che viene affidato il compito di dimostrare che per ogni azione c’è una conseguenza e che le ingiustizie subite devono sortire un effetto. Il viaggio della ragazza è quindi inizialmente un percorso di disciplina e autocontrollo, dove le insegneranno a liberare la propria mente per scoprire l’arte della meditazione. Ma quando questo accade Milarepa, senza rendersene conto, fa sì che calamità naturali devastanti si abbattono su quella famiglia che aveva lasciato soli la madre e la sorella. Causando però disagi e problemi anche a loro stessi. Inconsapevole del male che ha causato e abbandonando nuovamente l’ambiente familiare dove era tornata, il suo diventa un cammino di redenzione. Un percorso che culminerà nell’incontro con il Marpa e sua moglie, entrambi provati da un dolore, e punto di arrivo del suo viaggio.
Milarepa: intervista video al regista Louis Nero e all’attrice Diana Dell’Erba
Milarepa parte da un elemento che lo rende originale, oltre che non subito identificabile con la reale figura di Milarepa e che permette di dar vita a un racconto più attuale. “Quando ho conosciuto questo personaggio uno dei miei obiettivi era quello di portarlo alle nuove generazioni, quindi ho fatto una scelta radicale“, ha dichiarato il regista Louis Nero. “Ho deciso di prendere la storia e ambientarla in un prossimo futuro, non nel medioevo dove è invece situata l’originale, in modo da avere una libertà creativa per raccontare il mio personaggio. E la seconda scelta importante, è stata di trasformare Milarepa in una donna perché ho costruito la storia su due personaggi: la vita di Milarepa e Alexandra David-Néel, una scrittrice francese del Novecento, che è stata un’eroina ante litteram. Lei si è travestita da uomo per entrare a Lhasa, dove non potevano entrare le donne, e dopo che è stata scoperta dal Dalai Lama, il Dalai Lama ha deciso lo stesso di insegnarle le sue pratiche. Lei ha poi vissuto fino a cento anni, ha avuto tre mariti, faceva avanti e indietro da Parigi a Lhasa, nel Novecento, ed è un personaggio eccezionale. Quindi ho cercato di costruire il mio personaggio su questi due piloni principali in modo da renderlo più contemporaneo, più fruibile per le nuove generazioni, perché è importante portare il suo viaggio che è in parte reale e in parte mitologico alle generazioni future. È un messaggio estremamente importante: prima guardarsi dentro e poi guardare fuori e non viceversa“. Diana Dell’Erba interpreta quella figura che mostra nei confronti di Milarepa un affetto materno, forse il più sincero che la ragazza abbia mai ricevuto dopo la scomparsa del padre. “Il mio personaggio è un po’ rappresentante della cura, di quella energia che è legata all’accoglienza, alla comprensione, alla capacità di avvicinarsi all’altro e di comprendere l’altro, seppur è differente da te, perciò è un lavoro molto alto e molto materno, in qualche modo anche un lavoro che questa era che stiamo vivendo con tutto il suo buio ci richiede tantissimo“, ha infatti affermato l’attrice. Relativamente invece a quello che accade all’interno di questa donna dall’incontro con Milarepa Diana Dell’Erba ha aggiunto: “dentro di lei c’è un grande subbuglio perché Mila ricorda al mio personaggio un dolore del passato, attraverso un percorso simile a quello che vive lei e perciò arriva alla sfida più grande della sua vita. Questo fa sì che dentro di lei ci sia una tempesta e le si richieda però la capacità di andare al di là di tutta questa parte emotiva, questa parte scossa e di rimanere con i piedi per terra, in modo da fare le cose più giuste che sono necessarie per questa giovane ragazza“.
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