Giglia Marra parla di Bianca: lo short thriller di Federico Zampaglione

Abbiamo intervistato Giglia Marra protagonista dello short thriller Bianca, diretto da Federico Zampaglione durante il lockdown.

In tempi di pandemia e quarantena molti artisti hanno continuato a esprimersi anche da casa con dirette social durante le quali si sono esibiti in performance musicali, monologhi teatrali, sketch comici, riflessioni profonde anche in collegamento con i loro colleghi.

Federico Zampaglione, storico leader dei Tiromancino e regista di interessanti e acclamati thriller e horror come Nero bifamiliare e Shadow, durante il lockdown ha invece girato Bianca, uno short thriller “domestico” presentato e disponibile sul profilo YouTube dei Tiromancino. Il regista, assecondando le sue corde ha scritto insieme a Gianluigi Perrone una breve storia di ordinaria paura: una tranquilla serata si trasforma per una madre nell’incubo più grande quando lei e la figlia Bianca vengono braccate da un misterioso individuo che sembra aggirarsi indisturbato per casa.  Zampaglione in meno di 10 minuti con una regia per forza di cose essenziale riesce a comunicare con efficacia una tensione crescente e a regalare un colpo di scena finale davvero inquietante.

Diretto con un iPad Bianca è interpretato dalla giovanissima e promettente Linda Zampaglione, figlia di Claudia Gerini e del regista, che ha anche montato il film, e da Giglia Marra, attrice di fiction, cinema e teatro con la quale, in tempi di distanziamenti sociali, abbiamo chiacchierato telefonicamente riguardo il cortometraggio, la sua carriera e la realtà inedita e difficile che stiamo vivendo che spinge soprattutto gli artisti a reinventarsi in attesa di tempi più propizi.

Giglia, un nome che può sembrare uno pseudonimo ispirato a un fiore ma non lo è: è, invece, il vero, bellissimo e particolare nome che l’attrice pugliese, originaria di Mottola, paesino in provincia di Taranto, ha preso dalla nonna materna. Sin da piccola l’attrice si appassiona alla recitazione partecipando agli spettacoli e alle rassegne teatrali organizzate dalla sua parrocchia e dopo aver frequentato il liceo artistico a 18 anni si trasferisce a Roma per studiare cinema e recitazione: all’Università La Sapienza studia Scienze Umanistiche con indirizzo Cinema e si iscrive poi alla Scuola di Recitazione di Beatrice Bracco.

“Ho avuto un percorso di studio bellissimo con questa insegnante che purtroppo non c’è più. Ho fatto poi diversi seminari perché in realtà non si finisce mai di studiare e mantenersi in allenamento. Siamo un po’ come gli sportivi: dobbiamo sempre allenarci”.

Giglia Marra, cinematographe.it

Giglia Marra ha preso parte a varie fiction di successo quali Squadra antimafia, Ris, Distretto di polizia e I delitti del cuoco ma si è fatta conoscere al pubblico nel corto Cristallo diretto da Manuela Tempesta e grazie alla sua intensa interpretazione al fianco di Francesco Montanari nel videoclip della toccante Noi casomai dei Tiromancino diretta proprio dal compagno Federico Zampaglione. La coppia è tornata a collaborare proprio durante il lockdown grazie allo short thriller Bianca.

Giglia Marra e il set domestico per Bianca

Com’è nato questo cortometraggio “domestico”?

“Non vedevamo Linda da tanto tempo e Federico ha pensato di tenerla impegnata facendo qualcosa di costruttivo, come fa sempre, e ha avuto l’idea di girare un cortometraggio. Con l’amico sceneggiatore Gianluigi Perrone ha scritto il soggetto e quando finalmente Linda è tornata a casa lo abbiamo girato. Federico si è talmente appassionato al progetto che questi giorni di lockdown sono diventati dei veri e propri giorni di set”.

Linda si è dimostrata davvero all’altezza, una vera figlia d’arte, che ha anche montato il corto, come avete lavorato insieme?

“Ha sicuramente un futuro in questo campo! Linda sa cantare e ballare, io l’avevo anche già vista recitare a teatro in un musical. È stato bellissimo lavorare con lei, ci siamo trovate subito bene, lei è stata super professionale, voleva essere preparata, spontanea, è stato come lavorare con un’attrice professionista”.

E com’è stato, invece, essere diretta dal proprio compagno?

“È stata dura perché Federico è molto esigente, è molto pignolo, sa quello che vuole e non vuole perdere tempo. In alcuni momenti mi sono anche sentita “trattata male” ma lui lo faceva per far uscire il meglio di me perché si tratta di un corto di genere dove c’è molta azione e bisogna lavorare molto sull’espressività. Federico mi dice sempre che sono molto predisposta per questo tipo di film, per il crime, quindi non abbiamo perso molto tempo a livello recitativo, anzi, è stata spesso buona la prima. Sono contenta che stia suscitando molta attenzione, molte testate importanti ne stanno parlando, anche all’estero, in Inghilterra, e alcuni ci hanno chiesto un sequel o di farne addirittura una serie tv”.

Giglia Marra: “Con Zampaglione mi piacerebbe scrivere anche per il cinema”

Giglia Marra, cinematographe.it

Perché secondo te i generi thriller e horror appassionano così tanto il pubblico?

“Sono dei generi che fanno sentire vivi nel senso che scavano nelle paure dell’uomo. La paura non è solo relegata al sangue, all’omicidio, molti registi hanno terrorizzato il pubblico senza far vedere niente di tutto questo. Come Hitchcock, io sono laureata in Cinema e l’esame sul suo cinema è stato tra i più belli che abbia mai fatto. Sono dei generi che ho riscoperto stando con Federico ma che già amavo ai tempi dell’università”.

Con Federico Zampaglione hai anche scritto alcuni testi dei Tiromancino, ti piacerebbe scrivere insieme a lui anche per il cinema o per la serialità?

“Abbiamo composto per ora insieme solo il testo di Vento del Sud con il papà di Federico che è uno scrittore e filosofo. L’arte non si ferma, io ho un percorso d’attrice e in quanto tale sono molto abituata alla scrittura, alla fantasia, ad avere molta sensibilità e quindi stando molto tempo insieme con il mio compagno era inevitabile che nascesse una collaborazione anche artistica. Mi piacerebbe scrivere insieme a lui per il cinema, non lo escludo assolutamente, anzi, abbiamo in mente tantissimi bei progetti”.

Giglia Marra, cinematographe.it

Cosa senti più nelle tue corde: il cinema, il teatro o la serialità?

“Io nutro un profondo amore per il teatro, prima che scoppiasse la pandemia avevo appena finito uno spettacolo bellissimo su Shakespeare nel quale interpretavo Lady Macbeth per la regia di Manuela Tempesta. Sento nelle mie corde tutti e tre purché ci siano di base un bel ruolo e una bella storia”.

Come hai vissuto emotivamente questa realtà quasi distopica, il cambiamento delle abitudini quotidiane, della vita così come la conoscevamo, anche la prospettiva stessa del futuro?

“Sono molto preoccupata perché come sappiamo i teatri, i cinema, i concerti saranno gli ultimi a partire però sono anche molto fiduciosa perché si possono anche sviluppare nuove forme d’arte. A teatro non possiamo andare ed è una cosa bruttissima però si può pensare di portare il teatro sulle piattaforme streaming visto che in questo periodo gli abbonati sono aumentati, produrre degli spettacoli e venderli, per esempio, a Netflix che non ha una sezione di teatro, però potrebbe nascere, è una mia idea, non so se può essere fattibile ma bisogna riorganizzarsi in qualche modo. Un po’ come abbiamo fatto noi con Bianca che con un semplice iPad abbiamo girato un corto di 10 minuti che sta veramente riscuotendo molto successo. Per quanto riguarda il cinema la soluzione che si sta valutando dei Drive-in, per esempio, la vedo una buona idea, però momentanea”.

Prima del lockdown avevi dei progetti in corso?

“Avevo fatto dei provini e degli incontri davvero molto importanti e molto belli sia per il teatro che per il cinema però ora ovviamente è tutto in standby”.