Francesco Invernizzi: il mio film è la vox populi di Matera

Da “vergogna d’Italia” a una delle mete turistiche più desiderate, così Invernizzi racconta la sua Mathera.

Si è svolta martedì 15 gennaio la conferenza stampa di presentazione del documentario Mathera di Francesco Invernizzi al cinema il 21, 22 e 23 gennaio, prodotta da Magnitudo Film con Chili.

“Le persone di Matera e i loro racconti sono i protagonisti di questo film” – ha spiegato Invernizzi anche produttore di questo progetto – “mi ha affiancato in questo percorso dal punto di vista autoriale e registico Vito Salinaro giornalista di “Avvenire”. Questo progetto nasce da un ragazzo che mi chiamò qualche anno fa chiedendomi di interessarmi a Matera. Partì per Matera qualche giorno dopo e per sette giorni mi accompagnò ovunque e mi raccontò la storia dei sassi e di quel popolo e pensai a un progetto che tenni per molto tempo sulla mia scrivania senza svilupparlo. Qualche mese dopo incontrai Vito mi disse che dovevamo parlare di Matera. Mi ha fatto conoscere ancora di più le persone di Matera. È Matera che ci ha chiamato per raccontare questo film. Non è fatta di sassi, di grotte o di arte nel senso classico delle città d’arte, è fatta di persone che hanno fatto questo, ed è proprio il senso si questo racconto. Una vox populi, il racconto di uomini e donne che hanno costruito tutto questo. Matera capitale della cultura europea 2019 non credo sia un punto di arrivo, io credo sia un riconoscimento di quello che Matera è sempre stata. Un luogo di transito, di scambio, di cultura”.

Mathera -Cinematographe.it

È intervenuto anche Antonio Acito, “architetto dei sassi”, il primo che ha creduto nei sassi, l’esempio di colui che ha potuto andare via da Matera per studiare ma è tornato per migliorarla: “Consiglio vivamente alle persone oltre agli eventi straordinari di trovare uno spazio in cui Matera si lascia raccontare, venire a visitarla quando ci sono meno cose, perché i sassi vanno ascoltati perché non c’è bellezza senza memoria”.

Patrizia Minardi, direttrice generale del dipartimento cultura della regione Basilicata ha dichiarato: “Francesco e Vito hanno veramente ascoltato i nostri racconti, abbiamo cercato di portare a conoscenza la nostra vita vissuta da piccoli, siamo entrati dentro la pancia della terra dei sassi perché da fuori dicono molto ma dice molto anche quello che c’è all’interno, questo scavo, questa architettura che ha rappresentato la vita reale ancora oggi viva. Quindi la metamorfosi di questi luoghi che da religiosi sono diventati poi case e luoghi per il teatro e per il cinema. Metamorfosi dei luoghi che permette di dire che Matera è sempre viva”.

Matera è un segno straordinario nelle vicende italiane degli ultimi anni, perché dimostra come si può ricominciare una grande storia quando ci sembra impossibile

Mathera -Cinematographe.it

“Matera è un segno straordinario nelle vicende italiane degli ultimi anni, perché dimostra come si può ricominciare una grande storia quando ci sembra impossibile” – ha spiegato il direttore di Avvenire Marco Tarquinio – “una parabola viva che si sta continuando a scrivere e la cosa che ci ha affascinato è il fatto che in questa città si dimostra che la bellezza,  il lascito dei secoli non è un impaccio. Il dramma del nostro Paese è che troviamo il nostro punto di forza nei problemi che non sappiamo risolvere invece che dei beni sui quali investire. Matera dimostra che questo si può fare”.

“Suggerisco di guardare questo film come se fosse il catalogo di una bella mostra per poi andare a visitare Matera” – ha continuato il regista Francesco Invernizzi – “un film che porterà Matera nel mondo perché ha ottenuto il consenso di 74 paesi. Una settimana prima della cerimonia degli Oscar, inoltre, ci sarà un Festival importante in cui si presenteranno alcuni prodotti del cinema italiano: quella sarà l’occasione in cui sarà presentato Mathera come omaggio agli 80 anni di Francis Ford Coppola che ha origini in Basilicata”.

Un documentario in cui il regista ha scelto liberamente di non parlare del lato cinematografico di Matera e delle visioni date da Pier Paolo Pasolini con Il Vangelo secondo Matteo e da Mel Gibson con La passione di Cristo:

“Matera ha una lunga esperienza cinematografica ma abbiamo voluto trascurare alcuni aspetti importanti che forse avrebbero fatto perdere quella poesia, quell’emotività che sono, invece, riuscite a comunicare le persone di Matera”  ha spiegato il regista.