Ferdinand: intervista al regista del film Carlos Saldanha

"Ferdinand è un grande toro con un grande cuore", spiega il regista Carlos Saldanha, la mente dietro a film come Rio e L'era glaciale

Mai giudicare un libro dalla copertina: è questa la lezione dell’adorabile Ferdinand, un toro spagnolo di 900 kg che preferisce i fiori alla lotta col matador. Il nuovo film d’animazione della Blue Sky è una gioia per gli occhi e per il cuore. A ribadire l’importante morale di Ferdinand è stato proprio il regista, Carlos Saldanha, che oggi – in presenza della stampa, ma soprattutto di alcune classi romane delle elementari e delle medie nel contesto del Festival Alice nella città – ha presentato il film in anteprima.

Alla fine della proiezione, in seguito all’acclamazione generale (di grandi e piccini), sono scaturite naturalmente le domande dei bambini che, davanti alla meraviglia dell’animazione, hanno approfittato della presenza del regista brasiliano. Qualcuno ha chiesto perché il protagonista fosse un toro (“Perché pensavo fosse divertente fare qualcosa con un toro grandissimo che, nonostante la sua stazza, fosse carino e gentile”), qualcuno si è domandato perché quel toro venisse trattato malamente dagli altri tori (“Perché era diverso e quando sei diverso a volte gli altri non ti capiscono e non gli piaci. Devono conoscerti per amarti”).

Qualcuno, con gli occhi pieni di curiosità, si è chiesto perché il regista avesse voluto raccontare una storia d’amicizia (“Perché credo che il mondo sia davvero difficile oggi e quando vuoi fare qualcosa è bello farlo con uno spirito positivo, che sia per tutti e per questo ci devi mettere un messaggio buono. L’amicizia e la tolleranza sono cose importanti e positive”) o perché Ferdinand, nonostante tutto, decida di essere buono con tutti – anche con il suo possibile carnefice, il torero: “Perché è questo a rendere Ferdinand speciale. Non devi essere arrabbiato o violento, anche con le persone a cui tu non piaci. Per questo Ferdinand è un toro buono, perché ha il cuore gentile”.

Ferdinand

Ferdinand (nei cinema in anteprima il 16 e il 17 dicembre e in uscita ufficiale dal 21 dello stesso mese) racconta, appunto, “la storia di un grosso toro che però possiede anche un grande cuore. Dopo essere stato scambiato per un animale pericoloso, viene catturato e strappato alla sua casa. Ma essendo determinato a tornare dalla sua famiglia, Ferdinand raduna una squadra di animali emarginati per avventurarsi nel lungo viaggio di ritorno. Ambientato in Spagna, Ferdinand dimostra che le apparenze possono ingannare, quando ci si trova di fronte a un enorme toro”.

Ferdinand: il regista Carlos Saldanha parla del film

Un regista di film d’animazione è abituato, per forza di cose, alle domande dei bambini e, secondo Saldanha “è divertente vedere i due lati del mio lavoro: da un parte i bambini, dall’altra gli adulti che spesso sono giornalisti. I bambini vanno di istinto, non pensano, parlano dal cuore; gli adulti analizzano, i bambini parlano di sentimenti. I bambini ti danno immediata ricompensa, ma se il film è brutto non te la fanno passare liscia”.

Ferdinand, come spesso accade con l’animazione per bambini, è un film che scalda il cuore. In questo caso, però, gli argomenti sono spinosi: si parla della discussissima Corrida, della violenza, del bullismo, della ricerca di se stessi. Secondo il regista, però:

Si tratta sempre di fare un film che ti fa sentire bene. L’animazione è un processo che richiede molto tempo. Anche quando tutto è perfetto, ci vuole tempo. Devi impegnarti e essere sicuro che è quello il film che vuoi fare. Dentro di me sapevo che il messaggio fosse giusto. Lo sapevo. Sapevo che era l’occasione giusta per raccontare questa storia.

Il vincitore non è quello che sconfigge il nemico ma è quello che evita di combattere. Quello ero l’obiettivo. La storia vera racconta come risolvere il problema senza violenza. Con l’esempio, non con la forza. Ferdinand potrebbe, se volesse, uccidere un torero, combattere contro gli altri tori, ma decide di non farlo. Volevo che tutto fosse chiaro per capire questo meccanismo.

Ferdinand

Quando si ha a che fare con un film come Ferdinand, poi, dove il protagonista è un toro e si scontra con la realtà che lo vede in balia dei capricci dell’uomo e, soprattutto, del mattatoio, diventa inevitabile porsi delle domande sul suo sotto-testo. Ferdinand vuole farci sentire in colpa ogni volta che mangeremo una bistecca? Forse no:

Non c’è un messaggio vegetariano o vegano. La storia è sul non giudicare un libro dalla copertina. È rappresentato da un toro nell’arena, tutto qui. Io mangio carne, ma se qualcuno non vuole mangiare un Ferdinand qualunque, va bene così. Non è nemmeno necessariamente contro il combattimento dei tori, ognuno la interpreta come vuole, rimane comunque un messaggio positivo. Tutto il resto è secondario.

Ferdinand è tratto dal libro The Story of Ferdinand di Munro Leaf e Robert Lawson. Un libro vietato in Spagna fino alla morte di Franco, bruciato dai nazisti e messo al bando durante il regime di Mussolini in Italia. Il motivo? Il suo messaggio pacifista, di ribellione al sistema:

Quello che ho amato come prima cosa di Ferdinand è il messaggio, quello che ho trovato dopo aver letto il libro. Mi sono chiesto come poteva rappresentare il messaggio. La famiglia dell’autore mi ha dato la libertà di espandere e raccontare come volessi. La cosa fondamentale era diffondere tutti i sentimenti e le sensazioni del libro questo volevano. Gli ho chiesto perché il libro fosse stato stato bandito e il motivo è semplice: per quello che fa scaturire in chi lo legge. Il libro parla di pacifismo, di amore, di amicizia. La gente si identificava con diverse aspetti del libro in molti modi, si riconosceva nella reazione all’oppressione, nella possibilità di scegliere chi essere.

Ferdinand

Credo che la ragione per cui il libro sia ancora uno dei più letti da bambini e adulti, sia il messaggio: quella è la cosa più rilevante. Quello travalica il tempo, il passare degli anni. Da quando ho iniziato a lavorare al film – in concomitanza con Rio (2011) – ad oggi, le cose sono diverse. Il concetto di tolleranza è cambiato negli ultimi due anni, per molti motivi. Questo film per bambini sarà un’occasione per gli adulti per riflettere su come come vogliono andare avanti e affrontare i problemi a venire.