Familiar touch: regista e attrice parlano del film sull’Alzheimer, non sulla perdita! [VIDEO]
Sarah Friedland, dopo cinque cortometraggi, firma il suo esordio da regista di un lungometraggio con Familiar touch. Presentato all’81ª edizione della Mostra del Cinema di Venezia, il film è stato premiato con il Leone del futuro come Miglior esordio, vincendo inoltre il premio Orizzonti per la Miglior regia. Familiar touch, in sala a partire dal 25 settembre 2025, è interpretato dalla straordinaria attrice Kathleen Chalfant, molto attiva in teatro e apparsa in numerose occasioni sul piccolo schermo in serie tv come The affair, House of Cards, Duplicity e Kinsey. Anche Kathleen Chalfant ha vinto nella sezione Orizzonti come Miglior attrice per l’interpretazione nel film dove veste i panni di Ruth Goldman, donna anziana affetta da demenza.

All’inizio del film Ruth si prepara, vestendosi elegante, convinta che il figlio la sia portando in un hotel di lusso. Appena arriva Ruth capisce però si tratta di una struttura per anziani, struttura in realtà precedentemente da lei stessa approvata. Lasciando la propria abitazione, a volte restìa e a volte accogliendo tutte le novità della casa di riposo, Ruth crea dei legami, e a modificarsi è la sua identità, il suo corpo e i suoi stessi desideri. Tutto ciò che di nuovo scopre, si crea e accade all’interno di quell’edificio, sono per Ruth un nuovo modo di vivere un nuovo presente, di accettare una nuova quotidianità, dove si perde lentamente la memoria del passato e la proiezione verso il futuro. Ma a contare è il tempo presente, ciò che si vive nell’esatto momento in cui accade. Familiar touch, oltre al cast del quale fanno parte anche Carolyn Michelle, H. Jon Benjamin e Andy Mcqueen, è stato realizzato in collaborazione con i residenti e gli operatori di una comunità di riposo della California.
Familiar touch: intervista video alla regista Sarah Friedland e all’attrice Kathleen Chalfant
L’esperienza di lavorare anche con attori non professionisti che si rivela una scelta vincente, era un qualcosa, a detta della stessa Sarah Friedland, che lei aveva in mente sin da quando questo film era ancora in fase di sviluppo: “sin dall’inizio, sin dagli albori della realizzazione di questo progetto, sapevo che sarebbe stato un progetto di collaborazione e intergenerazionale, che dovevo coinvolgere in modo diverso le persone“, ha affermato. “Ho insegnato a persone anziane, tenendo dei corsi, come si realizzano i film, volevo assolutamente cambiare impostazione e approccio, soprattutto per un film che andava contro i preconcetti sull’età; era importante che la filosofia della collaborazione venisse riportata e inserita all’interno del film ed era estremamente importante per noi cercare di coinvolgere le persone all’interno di questo centro. Ci hanno poi anche aiutato a trovare il tono del film e il senso dell’umorismo che non era ridere di loro, ma con loro“.
Anche l’attrice si è espressa su questa modalità adottata dalla regista, interpretando e interagendo con persone che erano realmente ospiti delle struttura di assistenza. “Per me è stata semplicemente una conversazione fra pari“, ha dichiarato. “Perché io ho la stessa età della maggior parte delle persone presenti in questa struttura, e stando lì ho scoperto che abbiamo tantissime cone in comune“. Kathleen Chalfant ha anche commentato come, il messaggio del film, riflettesse una rappresentazione delle persone anziane, e delle persone affette da Alzheimer, differente, inedita e che rende infatti Familiar touch un film poetico, dolce e con una prospettiva autentica. “La finalità del film era esattamente questa“, ha affermato. “Perché fin troppo spesso i film che parlano delle persone anziane, o dell’Alzheimer, si concentrano in realtà sulla perdita, su questo grande dramma, ma la vita è un qualcosa che continua, che va avanti, minuto dopo minuto e giorno dopo giorno. È un qualcosa che è punteggiata di gioie, di tristezze, di momenti divertenti, di sorprese, ed è semplicemente così“.