Con chi viaggi: Fabio Rovazzi e il sogno della regia sci-fi: “con Tom Holland”? [VIDEO]

La nostra intervista a Michela De Rossi, Lillo Petrolo e Fabio Rovazzi, protagonisti del film Con chi viaggi, in uscita al cinema.

Nelle giornate del 23, 24 e 25 maggio sarà distribuito nelle sale italiane Con chi viaggi, film on the road diretto da Antonio Usbergo & Niccolò Celaia, conosciuti meglio sotto lo pseudonimo Younuts!, che riunisce appena quattro attori, ovvero Alessandra Mastronardi, Lillo Petrolo, Michela De Rossi e Fabio Rovazzi. Proprio questi ultimi tre sono intervenuti, questa settimana, ai nostri microfoni, raccontandoci qualcosa sul film, sul loro modo di rapportarsi con il prossimo e, come nel caso di Rovazzi, anche qualche sogno per il proprio futuro professionale.

Con chi viaggi: Fabio Rovazzi attore per la seconda volta, sognando la regia cinematografica

Con chi viaggi - Cinematographe.it

In occasione degli incontri con la stampa per promuovere Con chi viaggi, abbiamo fatto alcune domande a Fabio Rovazzi che torna così a recitare per la seconda volta, a quattro anni di distanza da Il Vegetale. Sembra averci preso gusto con il cinema, quindi abbiamo gli abbiamo chiesto lo affascina del cinema e, visto nel film si parla anche di recensioni, quante stelline si darebbe ad oggi come attore. Ci ha risposto così: “Io odio rivedermi, odio giudicarmi. Ascolto molto gli altri e l’unica cosa che posso fare (e che faccio) è provare, mettermi alla prova e cercare nuove sfide. Sì, il cinema mi piace sicuramente ed è un percorso che mi piacerebbe portare avanti. Mi piace trovare sempre una nuova challenge. In questo caso è un film molto difficile. Sulla carta è semplicissimo perché è un film in cui stavamo seduti dentro una macchina, belli tranquilli, poi tecnicamente, invece, soprattutto a livello attoriale è stato parecchio dura. Mi sono divertito un sacco, innanzitutto a stare con loro (gli altri attori, ndr) perché comunque è un cast perfetto, e allo stesso tempo ero spaventatissimo perché stiamo parlando di tre persone che non sanno recitare, ANZI, quindi avevo paura di fare errori e rovinare tutto. Insomma, mi piace, andiamo avanti e vediamo come va“. Avendo già avuto esperienze alla regia per i suoi videoclip, abbiamo domandato a Fabio Rovazzi se sogna di dedicarsi anche alla regia cinematografica. La sua risposta non lascia dubbi: “Assolutamente sì. Poi il vero salto di qualità l’ho fatto tra Volare e Quello che voglio, perché dopo Quello che voglio ho detto ‘Vorrei tantissimo fare un mio film’. Solo che poi è cambiato il cinema, sono iniziati ad arrivare i servizi streaming, quindi non capivo bene che direzione prendere, perché ovviamente in base a dov’è il landing del prodotto devi studiarti il prodotto, se vai in sala ti studi un prodotto da sala, se va in piattaforma ti devi studiare un film da piattaforma. Mi piacerebbe tanto, devo un attimo capire come vanno le cose“.

Guardando il film si pensa a quanto sia difficile, al giorno d’oggi, fidarsi del prossimo. Quindi, giusto per capire se Fabio Rovazzi sia una persona che ancora riesce a fidarsi o se sia più diffidente, gli abbiamo chiesto come si immagina il finale vero e proprio del film. Ci ha quindi detto: “Mah, allora, fidarsi è bene e non fidarsi è meglio, sempre. Nel senso che comunque l’ingenuità ti porta sicuramente magari ad essere sfruttato e in situazioni non belle. Di base, comunque, secondo me una cosa importante è non fare troppo affidamento sulla prima impressione, perché magari le persone potrebbero essere diverse da ciò che sembrano. Possono essere interessanti oppure rivelarsi delle megastronze, dipende. Però io tendo ad essere sempre un po’ malfidato, sono fatto così. Quindi sì, per me il finale è tragico“. A questo punto la curiosità è venuta spontanea ed abbiamo chiesto a Rovazzi perché, secondo lui, in Italia non si riesca a fare un thriller puro, anche un po’ cruento. Ecco il suo pensiero: “In realtà si può fare, bisogna avere il coraggio non solo di intraprendere un progetto del genere ma anche a livello di produzione, dire ‘Ok, lo facciamo’. Sicuramente il pubblico va abituato, nel senso che il pubblico del cinema italiano è diverso da quello di altri Paesi, ed è difficile da spiegare come genere, magari è un genere che in questo Paese non ha tanti fan, non so. Comunque non è il mio genere, non è quello che farei io. A me piacerebbe sicuramente il genere azione, poi se proprio dovessi avere milioni di euro farei fantascienza che è il mio genere preferito“. Gli abbiamo quindi ricordato il suo recente incontro con Tom Holland e gli abbiamo suggerito che potrebbe fare qualcosa proprio con lui. La sua risposta: “Inizio con lui? (ride, ndr). Eh sarebbe bello, sarebbe bello“. Insomma, Fabio Rovazzi sogna di dare il suo contributo al cinema italiano sotto il ruolo di regista e, considerate le sue conoscenze dirette con alcune star di Hollywood, chissà che in futuro non possa davvero realizzare il suo sogno, facendo le cose in grande. A telecamera spenta, ha comunque aggiunto che “ci vorrebbero giusto due miliardi“, proprio a sottolineare la consapevolezza della complessità che si cela dietro un sogno del genere.

Michela De Rossi e Lillo: “Ecco come ci immaginiamo il prosieguo della storia

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I nostri microfoni si sono poi spostati da Michela De Rossi e Lillo Petrolo, altri due protagonisti di Con Chi Viaggi. Abbiamo ricordato a Lillo una battuta del film, quando cioè di chiara di assomigliare a Johnny Depp. Ovviamente lui è stato al gioco e ci ha risposto così: (Ridono entrambi, ndr). Sì, è una cosa che sto cercando di tenere lontana perché voglio distaccarmi da questo. Ovviamente ho una mia personalità, sono un attore diverso, faccio altre cose e a me ‘sto fatto che mi fermano e mi dicono ‘Ciao Johnny’ un po’ dà fastidio. Insomma, voglio evitare e voglio allontanarmi da questo“. Si dice che nel viaggio non sia importante la meta quanto il tragitto e le persone con cui lo condividi. Siccome nel film si parla di recensioni, abbiamo chiesto ai due attori quale voto darebbero ai loro compagni di avventura. Lillo ci ha detto: “Bella domanda, bella domanda. Io, anche se uno dice ‘Non potresti dire altrimenti’, veramente darei un voto alto a tutti. Io parlo per me e dico che ho trovato nel film una freschezza ed una sincerità tale che vedendolo mi sono divertito e non pensavo neanche di averlo fatto. L’ho visto da spettatore il film e mi sono lasciato coinvolgere, cosa che generalmente non accade perché sono molto autocritico, quindi tendo a guardare sempre quello che faccio, che non mi piace, ecc. Invece qui ho proprio capito che questa freschezza che vedo nel film è il frutto dei voti alti che io darei a tutti nel viaggio, perché è stato un viaggio in cui ci siamo aiutati a vicenda tantissimo e spalleggiati tanto“. Michela De Rossi ha aggiunto:Anche io. Io ho imparato tanto da tutti loro, qualcosa da ognuno di loro. Dai registi, da Lillo, da Alessandra, da Fabio“. Nel film emerge poi quanto sia difficile fidarsi del prossimo, soprattutto con le notizie che ci circondano. Riprendendo la domanda fatta a Rovazzi, abbiamo cercato di capire se Lillo e Michela De Rossi siano persone che ancora si fidano o se siano un po’ diffidenti, chiedendogli di immaginare il vero finale del film, e quindi come prosegue la storia: lieto fine o un finale brutto? Lillo ci ha detto: “Io amo questo finale perché è un finale aperto, quindi il finale tu te lo fai nella tua testa e va bene quello che ti sei fatto tu, secondo me. Perché è il risultato di quello che tu hai acquisito da quella storia e da quella esperienza. Da quel racconto, capito? Quindi è come immaginare, quando senti una favola da bambino, io mi ricordo che immaginavo dei controfinali, delle situazioni, e questo è bellissimo, una cosa bella che io amo. Io personalmente di base sono ottimista, quindi tendo sempre a pensare al meglio, perché fa parte del mio carattere, ognuno ha il suo. Però comunque, già l’idea di dover ragionare e dirsi ‘Ma per me lui, forse, è…’ mi piace molto e mi diverte“. Di tutt’altra idea è Michela De Rossi, la quale ha detto: “No, io invece penso che sia un finale negativo, bruttissimo (ridono entrambi, ndr). Faccio una fine tremenda. Siamo uguali io e te comunque (rivolgendosi a Lillo, ndr)“. Ha quindi concluso Lillo, aggiungendo: “Non spoileriamo troppo eh. Però, ecco, una cosa è chiara: il finale lascia aperta la porta, è un finale aperto“.