Christian De Sica su Chi ha incastrato Babbo Natale: nel film di Siani sono “trasgressivo”

Il regista Alessandro Siani, Christian De Sica e Diletta Leotta presentano la commedia natalizia Chi ha incastrato Babbo Natale?, in sala dal 16 dicembre 2021 con Vision Distribution.

Una concorrenza sfortunata, quella che Alessandro Siani con il suo quinto film da regista, Chi ha incastrato Babbo Natale?, si trova a fronteggiare con i titoli prossimamente in uscita: da Diabolik (Manetti Bros.) ad House of Gucci (Ridley Scott), passando per l’evento più atteso con l’arrivo in sala di Spider-Man: No Way Home (Jon Watts), la commedia natalizia del comico sembra inevitabilmente destinata alla disfatta, almeno in termini numerici. “Navighiamo nel buio” – dicono i produttori –  “ma è l’unica grande commedia popolare per famiglie che la programmazione cinematografica offre in questo momento. Abbiamo due campioni assoluti nel cast, e uno dei due… è Babbo Natale”.

Uscire in sala, optando per il grande schermo piuttosto che atterrare di fortuna sulle piattaforme digitali, è una scelta di coraggio che i produttori hanno sostenuto con l’obiettivo di riportare il grande pubblico generalista al cinema. A tre anni dall’inizio della lavorazione (per una pandemia che ha davvero “incastrato Babbo Natale”, dice Siani) la commedia natalizia arriva in sala il 16 dicembre 2021 con Vision Distribution.

Chi ha incastrato Babbo Natale?. Il cast a Roma per presentare la commedia di Natale

Chi ha incastrato Babbo Natale cinematographe.it

Per te, Diletta, questa è la prima prova da attrice per il grande schermo. Qual è stata la sfida più difficile e quali differenze sostanziali hai trovato tra televisione e cinema?
“Cinema e televisione sono mondi lontani dalla diretta alla quale sono abituata io, la messa in onda immediata è emozionante, ma al cinema i tempi sono dilatati. Con i mostri sacri dei miei colleghi ho imparato il valore del tempo e delle attese. Il prodotto finito ti dà un’emozione unica, non è la stessa cosa che in tv. In un’ora e quarantacinque vedi condensati mesi di lavoro, fatica, risate e determinazione. È stato vivere in una bolla per qualche mese. Mi hanno fatto amare il mondo del cinema”.

Il cinema è una possibilità per il futuro?
“Ho amato moltissimo Saša, forse è la più seriosa del gruppo, e non ridere è stato difficilissimo. È una ragazza molto sensibile, affezionata al nonno un po’ troppo ingenuo. Non so cosa accadrà in futuro, ma sono stata fortunata ad iniziare su un set come questo. Sono grata ad Alessandro per avermi coinvolta in questo viaggio”.

Il Natale di oggi è lontano anni luce dal fasto patinato della tradizione. Quanto è importante per te Christian, riflettere sullo schermo questi cambiamenti e quali erano/sono le tradizioni che osservi ogni anno, durante queste festività?

Christian De Sica: “Non mi sono mai travestito da Babbo Natale, ma con la mia famiglia, in montagna, realizzavamo delle cene di Natale bellissime. I miei figli si ricordano dei Natali fantastici, i miei invece li ho passati un po’ così, con mio padre che aveva due famiglie e faceva tutto doppio. Mi ricordo il profumo meraviglioso di un abete vero. Sono sempre stato un Babbo Natale trasgressivo, il vestito rosso lo hanno inventato gli americani, invece quello che vedete nel film è vestito di bianco, come nella versione originale. Ci eravamo ripromessi un film che facesse ridere, sono grato ad Alessandro per avermi voluto nel suo film. C’è bisogno di un film come l’ha pensato lui. Io ho sempre fatto un tipo di Natale differente. Come mi disse una volta Aurelio (De Laurentiis) ‘Facciamo questo film per un pubblico di scorreggioni’. Questo invece è un film per tutti, grandi e bambini. È un film per tornare ad abbracciarsi”.

Una domanda per il regista. Quanto è difficile continuare a far ridere in un’epoca dominata dal politically correct?
“I film ormai vengono analizzati più volte, visti e stravisti. C’è sempre una corsa per stare al passo con i tempi. Essere scorretti – quand’è funzionale – può funzionare. Per esempio, lo stereotipo della Befana (Angela Finocchiaro) viene riscattato dal pragmatismo innato delle donne. In una versione arcaica Babbo Natale avrebbe dovuto risolvere tutto, ed invece sono le donne a trovare la soluzione”.