EXCL Antonio Monda racconta il RomaFF14 – da John Travolta a Santa Subito

A fine Festa del Cinema abbiamo cercato di far sbottonare Antonio Monda su alcune curiosità intorno a questa edizione.

Ha impegnato l’intera struttura dell’Auditorium Parco della Musica di Roma anche a questa sua 14° edizione la Festa del Cinema. Dopo una scorpacciata di film, incontri con star del calibro di Viola Davis, Bill Murray e Ethan Coen ad aggiudicarsi il premio del pubblico votato in sala è stato Santa Subito, il documentario di Alessandro Piva. A pochi giorni dalla chiusura della Festa abbiamo sentito telefonicamente il direttore artistico Antonio Monda, volato a New York la settimana scorsa. Con lui abbiamo parlato del film premiato dal pubblico e di alcuni sogni del cassetto per le prossime edizioni.

Antonio Monda: intervista esclusiva al direttore della Festa del Cinema di Roma 2019

Quest’anno Santa Subito di Alessandro Piva ha vinto la Festa del Cinema di Roma. Quanti sono stati i voti che l’hanno decretata e quali film aveva subito alle spalle?

“Intanto Santa Subito ha Vinto il Premio del Pubblico, quindi decretato dagli spettatori e indipendente da noi. Tanto che io stesso ho saputo il risultato soltanto all’ultimo momento. Per quanto riguarda i dati, sono custoditi da un notaio non posso essere rivelati in nessun modo. Del resto, per esempio con gli Oscar, si è mai saputo con quanti voti si è aggiudicato la Statuetta un film o un attore protagonista?”

In questa edizione numero 14, qual è stata una bella sorpresa, del tutto inaspettata, che ha ricevuto?

“Intanto il calore intorno a John Travolta. La sua disponibilità è stata incredibile sorprendendo anche me per l’umanità, gli aneddoti personali e di cinema, e per il rapporto con il pubblico. Poi anche Antigone. Il film ha ottenuto un successo clamoroso da pubblico e critica, tanto che abbiamo dovuto replicarlo eccezionalmente anche domenica. Anche gli altri film sono andati bene ma non a quel punto. A parte The Irishman, pure aggiunto in proiezione domenica, ma di cui il successo era già più prevedibile.”

C’è un personaggio, attrice, attore o regista che vorrebbe riuscire a portare a Roma ma ancora le sfugge?

“Si, senza dubbio Kathryn Bigelow. Più d’una volta ci siamo avvicinati ad un accordo, ma gli impegni di lavoro l’hanno sempre tenuta lontana dalla Festa del Cinema.”

Invece ha dichiarato a fine Festa che tra i vari incontri tenuti le è piaciuto molto quello con Bret Easton Ellis. Ci sono altri nomi di scrittori nel cilindro per l’anno prossimo?

“Certamente. Stavo pensando a Zadie Smith, Salman Rushdie, oppure Jonathan Franzen. Però ce ne sono tanti a cui pensare, in verità.”

I film sono pezzi di cuore, e lei quest’anno ne ha portati molti dei suoi, credo, sotto forma di clip.

“Assolutamente si. Come ogni anno scegliamo le pellicole. non è una scelta solo del direttore, ma di tutto il comitato di selezione. L’anno prossimo se non ci bruceranno con i tempi da Venezia penseremo a Fellini. Nel 2020 ricorre il suo centenario, quindi un lavoro intorno alla sua filmografia sarebbe uno splendido omaggio anche al nostro pubblico.”

Nella conferenza stampa ha detto di conoscere un famigerato locale dove va a mangiare Wes Anderson quando viene a Roma. Qual è?

“Purtroppo non posso dirglielo perché ho fatto una promessa. Ma si tratta di un posto che non ci si aspetterebbe mai, da studenti, con pizze a 3 o 4 euro, molto spartano.”

La Festa del Cinema con la riannessione dei premi per categoria, eliminati per dare spazio al pubblico, sarebbe ancora “Festa”?

“Sono felice che da qualche anno questo dibattito non ci sia più. Ma in quel caso, reinserendo cioè una giuria di personalità selezionate, si andrebbe verso la dimensione festival, che a me non interessa.”

La Festa del Cinema è orami alle nostre spalle, ha riposato un po’ dopo le fatiche dell’Auditorium?

“In realtà ho ricominciato a lavorare da lunedì scorso, fino a mercoledì ho avuto un evento a New York, il giorno dopo c’è stata una lezione, ma da venerdì a domenica ho realizzato il sogno di non fare niente in assoluto riposo, o quasi. E poi ora siamo già ripartiti a tamburo battente.”