Fuga per la Vittoria: la storia vera che ha ispirato il film
Fuga per la Vittoria: pellicola straordinaria, un grande classico del cinema ispirato ad una storia realmente accaduta, durante la Seconda Guerra Mondiale.
Fuga per la Vittoria – titolo originale Escape to Victory – è un film americano del 1981 ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale e che racconta la storia di alcuni prigionieri di guerra alleati, internati in un campo di prigionia tedesco che si giocano la libertà in una partita di calcio contro una squadra tedesca. Il film è stato diretto da John Huston e interpretato da Sylvester Stallone, Michael Caine, Max von Sydow, Pelé e Daniel Massey. La pellicola ha ricevuto molta attenzione in occasione della sua uscita nelle sale cinematografiche, in quanto hanno recitato anche calciatori professionisti Bobby Moore, Osvaldo Ardiles, Kazimierz Deyna, Paul Van Himst, Mike Summerbee, Hallvar Thoresen, Werner Roth e Pelé. Nel film c’erano anche numerosi giocatori di Ipswich Town, tra cui John Wark, Russell Osman, Laurie Sivell, Robin Turner e Kevin O’Callaghan. Yabo Yablonsky ha scritto la sceneggiatura e il film è stato inserito nel 12 ° Moscow International Film Festival.
Fuga per la Vittoria, la trama del film
Durante la Seconda Guerra Mondiale, un gruppo di ufficiali nazisti organizza un evento di propaganda in cui una squadra nazista, giocherà una partita di calcio contro una squadra composta da prigionieri di guerra. I prigionieri sono d’accordo, pensando di poter usare il gioco, come strategia di fuga dalla prigionia.
Fuga per la Vittoria, la storia vera
Tutti abbiamo visto almeno una volta un grande classico come Fuga per la Vittoria, film dove il dream team composto da Pelé, Bobby Moore, in compagnia di Sylverster Stallone e Michael Caine, riesce a fuggire dal campo di prigionia, durante la partita di calcio contro una squadra composta da soldati nazisti. Tuttavia, poche persone sanno che la trama di questo classico del calcio è basata su una storia vera. Dopo che l’esercito di Adolf Hitler aveva invaso l’Unione Sovietica nel 1941, il governo nazista non voleva apparire come crudele agli occhi della popolazione locale, così cercò di creare l’illusione di una vita tranquilla organizzando eventi culturali e anche sportivi. Fino a quel momento il gioco del calcio era diventato estremamente popolare in Europa orientale e una delle squadre di maggior successo in Ucraina era la Dynamo Kiev. Ma dopo l’invasione tedesca la lega nazionale era stata abolita e i giocatori furono catturati e mandati nei campi di guerra come prigionieri.
Nella primavera del 1942, l’ex portiere della Dynamo, Nikolaj Trusevič fu rilasciato e, con l’appoggio del suo capo al numero 3 di Bakery, iniziò a cercare i suoi vecchi compagni di squadra. Trusevych aveva trovato otto ex giocatori della Dinamo e, accompagnato da tre dei rivali del Lokomotiv Kiev, fondò la squadra militare locale sotto il nome di F.C. Start. Le numerose vittorie della squadra destarono la curiosità degli occupanti tedeschi: infatti, la squadra aveva acceso una scintilla di speranza per i cittadini della zona e le autorità naziste decisero che sarebbe stata giocata una rivincita tra Start e Flakelf, la squadra della Luftwaffe già battuta da Start. Questo sarebbe stato usato come strumento di propaganda per i tedeschi e, ovviamente, la vittoria della Flakelf avrebbe mostrato la supremazia tedesca contro la squadra locale.
La partita venne disputata nello Zenit Stadium di Kiev e arbitrata da un ufficiale delle SS. Non si conosce esattamente quanto pubblico partecipò all’evento, ma si dice che la massiccia presenza della polizia, comunque non scoraggiò il popolo di Kiev che andò comunque a sostenere la propria squadra contro gli occupanti: non era solo una partita di calcio per loro, ma una vera e propria battaglia tra Ucraina e la Germania. Prima della partita, l’arbitro entrò nello spogliatoio dello Start e ordinò ai giocatori di eseguire il saluto nazista prima della partita. I giocatori rifiutarono, come dimostrazione della loro forza indomabile. I ragazzi erano consapevoli che era nel loro interesse perdere la partita, tuttavia, alla fine del primo tempo, l’F.C. Start era in vantaggio con il risultato di 3-1. Alla fine della partita Start vinse 5-3 e l’arbitro non permise che la partita raggiungesse i canonici 90 minuti, cercando di evitare ulteriori imbarazzi per il Luftwaffe. Ad oggi, ci sono numerosi miti che circondano gli eventi che hanno avuto luogo dopo la partita, come il fatto che la squadra fu “smembrata” subito dopo e i suoi giocatori mandati nei campi di concentramento. Oggi il loro coraggio è ricordato come un esempio unico e senza tempo di patriottismo nello sport.