Valeria Bruni Tedeschi: 6 curiosità che non sai sulla diva italiana
Scopriamo qualcosa in più sulla celebre attrice italiana.
Attrice, regista, sceneggiatrice. Valeria Bruni Tedeschi è una delle personalità più note del nostro cinema. Il suo stile ironico e malinconico ha conquistato pubblico e critica, e la sua vita privata è ricca di dettagli. Ecco sei curiosità imperdibili per scoprire meglio chi è davvero questa straordinaria artista.
1. Valeria Bruni Tedeschi: i film che l’hanno portata al successo

Nata artisticamente tra Italia e Francia, Valeria Bruni Tedeschi ha costruito una carriera straordinaria, attraversando con eleganza e coraggio il cinema d’autore europeo. Il suo debutto avviene in Storia di ragazzi e di ragazze (1989) di Pupi Avati, ma il primo vero successo arriva con La seconda volta (1995) di Mimmo Calopresti, in cui interpreta una donna vittima del terrorismo. Da lì, una serie di ruoli intensi e fuori dagli schemi: da La parola amore esiste di Calopresti (1998) – per cui vince il David di Donatello come miglior attrice protagonista – a Il est plus facile pour un chameau…, suo esordio alla regia, premiato a Cannes con il Prix Louis-Delluc per il miglior film d’esordio. Tra i film più significativi della sua carriera vanno citati Il colore della menzogna di Claude Chabrol, La balia di Marco Bellocchio, Munich di Steven Spielberg, Baciami ancora di Gabriele Muccino, Il capitale umano di Paolo Virzì, La pazza gioia di Virzì (che le vale un altro David di Donatello nel 2017) e Aspromonte – La terra degli ultimi di Mimmo Calopresti. Ogni suo personaggio è un microcosmo emotivo in cui convivono dolore, comicità e introspezione. Come regista ha firmato quattro lungometraggi: È più facile per un cammello…, Actrices, Un castello in Italia (in concorso a Cannes nel 2013) e I villeggianti, presentato alla Mostra di Venezia nel 2018. Il suo cinema d’autrice è profondamente autobiografico, spesso interpretato da lei stessa e popolato da familiari, amici e relazioni reali, in una narrazione che oscilla tra diario intimo e riflessione sociale.
2. Due figli adottati e una maternità vissuta lontano dai riflettori
La scelta dell’adozione è stata per Valeria un atto d’amore e indipendenza. Ha due figli: una bambina di origine senegalese, adottata insieme all’allora compagno Louis Garrel, e un bambino vietnamita, adottato successivamente da sola. Lontana da ogni narrazione patinata, Bruni Tedeschi ha sempre mantenuto una ferrea riservatezza sulla sua vita familiare, difendendo i figli dall’esposizione pubblica e incarnando un’idea di maternità profonda, intima, non convenzionale.
3. Una storia d’amore intensa con Louis Garrel e il caso Sofiane Bennacer

La relazione con l’attore e regista Louis Garrel è stata centrale nella sua vita, sia affettiva che professionale. Insieme hanno condiviso film, adozioni e momenti privati lontani dai riflettori. Lui ha recitato nei suoi film Actrices e Un castello in Italia, in cui spesso la realtà biografica si mescola alla finzione. Anche dopo la separazione, il rispetto reciproco e il legame umano sono rimasti forti, in linea con lo stile discreto e autentico dell’attrice. Valeria Bruni Tedeschi ha però reso nota un’altra relazione, quella con Sofiane Bennacer, iniziata durante le riprese del film Les Amandiers (Forever Young, 2022), diretto da lei e interpretato da lui nel ruolo da protagonista. La relazione è diventata pubblica nel 2022, suscitando molto clamore mediatico, sia per la notevole differenza d’età (lei classe 1964, lui 1997), sia per il fatto che poco dopo Bennacer è stato incriminato per presunti abusi sessuali e violenze. Nonostante le polemiche e le accuse, Bruni Tedeschi ha preso pubblicamente le sue difese, criticando duramente i media francesi per come hanno trattato la vicenda, in particolare il quotidiano Libération. Ha anche specificato che la loro relazione è iniziata dopo la fine delle riprese del film.
4. Un’infanzia tra musica, fughe e traumi familiari. La sorella Carla Bruni e la scomparsa del fratello Virginio
Nata a Torino, Valeria cresce in una famiglia colta e fuori dagli schemi: il padre è imprenditore e compositore, la madre concertista, e la sorella minore è Carla Bruni, futura Première Dame di Francia. Negli anni ’70, la famiglia si trasferisce in Francia per motivi politici. In questo contesto ricco ma complesso, Valeria si forma tra musica, arte e verità celate. La morte prematura del fratello Virginio, scomparso per AIDS nel 2006, ha lasciato un segno profondo nella sua vita e nella sua poetica cinematografica, sempre sospesa tra fragilità, lutto e ricerca di senso.
5. Bruni Tedeschi a Belve: la forza di mostrarsi vulnerabile in diretta TV

Durante l’intervista a Belve con Francesca Fagnani, Valeria ha conquistato il pubblico con un mix irresistibile di ironia e verità. Ha parlato di amori finiti, insicurezze e psicanalisi senza cercare protezioni o finzioni. Le sue risposte, a tratti imbarazzate e altre volte spiazzanti, hanno mostrato una donna capace di mettersi a nudo con lucidità e autoironia. Un raro esempio di sincerità in un mondo dominato dalla finzione.
6. Premi, riconoscimenti e discorsi iconici
I riconoscimenti sono numerosi: quattro David di Donatello, un Premio César in Francia per Il est plus facile pour un chameau…, e svariate nomination ai Nastri d’Argento, ai Lumière Awards e al Festival di Cannes. Ma ciò che rende unica Bruni Tedeschi non è solo la quantità dei premi, bensì la capacità di trasformare ogni interpretazione – anche in ruoli minori – in un frammento di verità umana. Attrice fragile e sofisticata, regista ironica e senza filtri, è oggi un punto di riferimento per il cinema europeo più sensibile e coraggioso. Oltre ai premi elencati, uno dei momenti più iconici della sua carriera pubblica è stato il discorso ai David per La pazza gioia, in cui – tra lacrime, sorrisi, riferimenti a ex, amici e psicanalisti – ha trasformato la premiazione in un piccolo spettacolo teatrale. Un momento televisivo che ha emozionato molti e che sintetizza perfettamente il suo approccio: dolente, lucido, teatrale, ma soprattutto vero. Una voce fuori dal coro, capace di unire il privato al politico, il personale all’universale.
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