Tim Curry in 5 film. I ruoli più iconici di un attore rivoluzionario
Ci sono attori che attraversano i generi e poi c’è Tim Curry, che li ha fusi in un unico universo di ironia, ambiguità e puro magnetismo scenico. Attivo dal 1968, Curry ha vissuto il palcoscenico diviso tra Londra e Broadway, interpretando ruoli rivoluzionari e rendendoli unici e irripetibili. Tim Curry è uno di quei rari interpreti che hanno saputo trasformare ogni ruolo, dal musical alla fiaba gotica, dall’horror alla commedia, in un cult vero e proprio. Quando la sua carriera approda al grande schermo nel 1975 con il personaggio dell’eccentrico scienziato Frank-N-Furter nella pellicola The Rocky Horror Picture Show, in pochi sapevano che il suo volto sarebbe diventato un’icona della storia del cinema e non solo.

Con la sua voce cavernosa, lo sguardo indecifrabile e una teatralità senza tempo, è diventato un’icona dell’immaginario pop, diventando un apprezzatissimo doppiatore in cartoni animati e persino videogames. Ecco cinque interpretazioni che hanno definito non solo la sua carriera cinematografica, ma anche un certo modo di intendere il cinema come spettacolo totale.
1. Frank-N-Furter – The Rocky Horror Picture Show (1975)

Un esordio nel musical cult che lo ha consegnato all’eternità. Nell’adattamento cinematografico diretto da Jim Sharman dell’omonimo musical teatrale, Tim Curry diviene la quintessenza della libertà espressiva: uno scienziato, che è al tempo stesso rockstar, alieno e sex symbol androgino. La sua performance è un’esplosione di colori, carisma, voce e sfrontatezza, capace di trasformare l’eccesso in arte. Con questo ruolo, Curry ha ridefinito il concetto stesso di attore di culto, fondendo il teatro d’avanguardia con la pop culture, venendo consacrato ad icona immortale della comunità LGBTQ+ e simbolo della ribellione estetica e culturale degli anni Settanta.
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2. Pennywise – It (1990), Tim Curry e il clown che ha terrorizzato intere generazioni

Il volto sinistro, il trucco e l’ironia inconfondibili del malefico clown Pennywise hanno segnato e terrorizzato intere generazioni. Con Pennywise, personaggio creato da Stephen King nel romanzo del 1986, Curry costruisce un’interpretazione disturbante e irresistibile, dove la risata diventa minaccia. Senza bisogno di troppi effetti digitali, Tim Curry ha trasformato la propria mimica e il tono di voce in strumenti di puro terrore. L’attore ha inoltre definito il suo successore Bill Skarsgård una persona intelligente e interessante, apprezzando il modo in cui egli ha scelto di “indossare” la propria faccia da clown. Tuttavia, sono in molti a preferire l’interpretazione originale di Curry, ritenendola paradossalmente più umana.
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3. Signore delle Tenebre – Legend (1985)

Nascosto sotto ore e chili di make-up e protesi, con le sue enormi corna, gli zoccoli e la pelle rossa, Curry domina la scena come incarnazione del male puro nel fantasy gotico Legend di Ridley Scott. Il suo “Signore delle Tenebre” è di una sensualità infernale: voce profonda, gesti solenni, presenza magnetica. Nonostante la maschera demoniaca, riesce a trasmettere ironia e pathos come nessun altro. Tim Curry ha dimostrato come un attore possa esprimere complessità anche dietro un trucco totale, influenzando molte figure demoniache del cinema successivo, dal fantasy all’horror contemporaneo.
4. Long John Silver – I Muppet nell’Isola del Tesoro (1996)

Tim Curry e i Muppet: un incontro insolito ma destinato a funzionare. Il suo Long John Silver è un parata dalle movenze teatrali, ironico e genuinamente umano. Riesce ad essere tenero e grottesco al tempo stesso, in un equilibrio che mescola avventura, musical e commedia. In questo contesto, Curry riesce a giocare con la propria immagine senza diventare una parodia di se stesso. La prova vivente che anche il più eccessivo degli attori può essere calibrato.
5. Wadsworth il maggiordomo – Signori, il delitto è servito (1985)

La prima trasposizione di un gioco di società, Cluedo della Parker Brothers, un’idea rivoluzionaria dove ogni personaggio è caratterizzato in maniera magistrale. Con l’arguto maggiordomo Wadsworth, Curry mette in mostra la sua abilità comica e il suo impeccabile ritmo teatrale. Il suo maggiordomo è un funambolo verbale, capace di tenere insieme un cast corale e di guidare lo spettatore tra mistero e assurdo. Attraverso Signori, il delitto è servito, Curry nel 1985 conferma la sua versatilità, un piccolo cult proprio per il suo contributo, capace di dare unità e ritmo a una commedia corale perfetta nella sua caoticità.