Taxi Driver: il vero crimine che ha ispirato la storia del film di Martin Scorsese

Taxi Driver, il capolavoro firmato da Martin Scorsese, è ispirato ad un vero fatto di cronaca avvenuto nei primi anni settanta.

Vincitore nel 1976 della Palma d’oro al 29º Festival di Cannes e candidato a quattro premi Oscar (incluso Miglior film), Taxi Driver è ritenuto dalla critica e dal pubblico come uno dei capolavori del cinema contemporaneo. Diretto da Martin Scorsese e con protagonisti Robert De Niro e una giovanissima Jodie Foster, il film è ispirato a fatti realmente accaduti.

Il crimine che ha ispirato il capolavoro Taxi Driver

Taxi Driver; cinematographe.it

Lo sceneggiatore di Taxi Driver Paul Schrader ha affermato in diverse occasioni di essersi ispirato per le tematiche del film all’esistenzialismo europeo, in particolare a La nausea di Jean-Paul Sartre e Lo straniero di Albert Camus, oltre che alla vicenda di Arthur Bremer, il quale nel 1972 tentò di assassinare il candidato democratico alle Presidenziali USA George Wallace. Quest’ultimo è rimasto per il resto della sua vita parzialmente paralizzato dal tentato assassinio, un evento tanto familiare quanto scioccante per una nazione che aveva in quel periodo già assistito a un’infinità di omicidi per scopi politici.

Taxi Driver; cinematographe.it
Arthur Bremer

Le modalità in cui Arthur Bremer ha prima avvicinato e poi tentato di assassinare George Wallace sono le stesse utilizzate da Travis Blicke in Taxi Driver. “Intorno al 9 maggio, Janet Petrone, una collaboratrice della campagna elettorale di Wallace, afferma che Bremer si è recato presso la sede centrale di Wallace a Silver Spring, nel Maryland, e si è offerto di collaborare alla campagna. Il 13 maggio, a Kalamazoo, nel Michigan, avrebbe parcheggiato la sua auto di fronte a un’armeria dove Wallace avrebbe dovuto parlare e vi sarebbe rimasto seduto per più di dieci ore. In risposta a una chiamata per “soggetto sospetto”, la polizia ha interrogato Bremer, che li ha accontentati spiegando che era arrivato in anticipo per assicurarsi un buon posto al comizio“, scrisse all’epoca il TIME poco dopo la sparatoria. Il 15 maggio, Arthur Bremer si presentò a Laurel, nel Maryland, dove George Wallace era atteso per un comizio all’interno di un centro commerciale. La signora Petrone racconta che quando vide l’assassino – con indosso una camicia a righe rosse, bianche e blu e una spilla con la scritta WALLACE IN ’72 – lui le disse: “Ciao, ragazze. Come va?“. Alle 15:58, l’uomo iniziò a sparare lasciando Wallace permanentemente paralizzato dalla vita in giù e ferendo altre tre persone presenti.

George Wallace

Nel suo appartamento furono ritrovate delle spille della campagna elettorale di Wallace, una bandiera confederata, scatole di proiettili, riviste pornografiche, materiale informativo sulle Pantere Nere, moduli delle tasse che attestavano un reddito del 1971 di 1.611 dollari, un opuscolo intitolato “101 cose da fare in prigione” e vari ritagli di giornale, tra cui uno sulla difficoltà di garantire la sicurezza ai politici in campagna elettorale. Su quaderni e su pezzi di carta c’erano annotazioni come “Paese mio, dolce terra di bigottismo” e La felicità è sentire George Wallace cantare l’inno nazionale, o vederlo arrestato per un incidente stradale“. In un appunto confuso intitolato “Una critica della mia vita“, Arthur Bremer scrisse: “TV, radio, i grandi libri, più libri e più masturbazione, fantasie sessuali, sogni ad occhi aperti del padre che legge i giornali e guarda i miei genitori“.

Arthur Bremer, l’assassino che ha ispirato Taxi Driver, al momento dell’arresto

Dopo l’arresto, venne alla luce il suo diario, dove si scoprì che aveva in precedenza programmato di uccidere il presidente Richard Nixon, ma vi aveva rinunciato ritenendo il suo bersaglio troppo protetto. Condannato a 63 anni di carcere (ridotti in appello a 53), è stato rilasciato dopo 35 anni di detenzione, nel novembre 2007, con l’obbligo del braccialetto elettronico, il divieto di avvicinarsi a politici e di lasciare lo stato senza permesso.

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