Scoop: la storia vera del film Netflix sull’intervista al principe Andrea su Epstein

Scoop, l'intricata e complessa storia vera dietro la pellicola Netflix con Gillian Anderson e Rufus Sewell.

Scoop, il film del regista Philip Martin, mira a dissezionare l’intervista infame del 2019 al Principe Andrew, interrogato sul suo coinvolgimento con il famigerato Caso Epstein, attraverso gli occhi delle tre donne che l’hanno resa possibile. Il dramma, in streaming su Netflix a partire dal 5 aprile 2024, si basa sul libro Scoops: Dietro le quinte delle interviste più scioccanti della BBC, basato sull’esperienza dell’intervistatrice e giornalisa Sam McAlister, il cui lavoro a volte ingrato l’ha portata all’esclusiva della vita. Accanto a lei c’è l’allora editore di Newsnight Esme Wren, e la conduttrice Maitlis, il cui approccio composto serve come un corso magistrale nell’arte dell’intervista televisiva.

Ho sentito dire che Andrew pensava che l’intervista fosse andata bene, e poi ovviamente non è andata. Quel territorio mi sembrava molto interessante per un dramma,” dice Martin, il regista, al celebre magazine TIME. “Ho letto il libro di Sam, e sembrava proprio un ottimo modo per entrare nella storia, guardandola attraverso gli occhi delle donne che hanno realizzato l’intervista“.

Martin, che ha anche diretto episodi delle prime due stagioni del dramma di Netflix The Crown, ha detto che questa era per lui una nuova opportunità per invertire la dinamica a lui familiare, portando un estraneo – impersonato proprio da McAlister – attraverso le porte di Buckingham Palace.

Scoop inizia nel 2010, con il fotogiornalista britannico Jae Donnelly (Connor Swindells) che si avventura per le strade di New York City – attrezzatura fotografica al seguito – sperando di catturare uno scatto chiaro del Principe Andrew mentre visita Jeffrey Epstein nella sua residenza di Manhattan. Ciò che ne consegue è una caccia mozzafiato all’interno di Central Park, una ricerca che ha portato Donnelly alla famosa foto di Andrew ed Epstein che camminano insieme dopo il rilascio di Epstein dal carcere nel 2009.

Se non ci fosse stata la foto di Epstein e Andrew nel parco, la storia sarebbe probabilmente svanita,” dice Martin. Nel film, come nella vita reale, l’immagine mette in moto una serie di eventi che si svolgeranno nei successivi dieci anni.

Nove anni dopo, gli spettatori vengono presentati a McAlister (Billie Piper), con occhiali da sole, capelli biondi, e stivali leopardati, che arriva alla sede centrale della BBC a Londra. La BBC sta affrontando sfide interne, con nuovi licenziamenti. L’editore Wren (Romola Garai) sta cercando di mantenere il suo team a galla ottenendo grandi storie in un panorama mediatico competitivo, mentre la conduttrice e titanica giornalista Maitlis (Gillian Anderson) scherza chiedendo se tutti abbiano ancora lavoro.

Quando incontriamo Andrew (Rufus Sewell), sta lottando per sfuggire alla macchia sulla sua reputazione per il suo coinvolgimento con Epstein, che ha finito per oscurare qualsiasi suo dovere reale nella coscienza pubblica. Mentre gli spettatori sanno che il fulcro del film è un’intervista famigerata e infamante, lo sviluppo della trama offre anche un’occhiata alle motivazioni personali che hanno portato ciascun personaggio in un punto preciso della storia. “Ciò che il dramma può fare, rispetto a un documentario o all’intervista originale, è che può metterti nello spazio emotivo dei personaggi“, dice Martin.

Ma qual è, dunque, la storia vera?

Scoop: la rappresentazione di una storia vera

Scoop; cinematographe.it

La trasformazione di Piper in McAlister è incredibile. “Il mio ragazzo non riusciva a distinguerci“, racconta McAlister a TIME dalla sua casa di Londra. “Il dettaglio meticoloso che è stato messo nella mia rappresentazione dall’equipaggio, ma anche da Billie stessa, che ha generosamente passato molto tempo con me e ha chiaramente lavorato sodo per ottenere le mie varie intonazioni, il mio modo di camminare, tutto di me”.

Mentre McAlister era sconosciuta al pubblico britannico, Maitlis e Andrew sono figure istantaneamente riconoscibili. Con questo in mente, Sewell ha usato dei protesi per assomigliare ad Andrew, ma i contorni chiave del suo volto sono stati mantenuti chiari in modo che la sua interpretazione fosse chiara. Anche Gillian Anderson ha assunto l’aspetto caratteristico di Maitlis, ponendosi sul capo una parrucca bionda corta, lenti a contatto e il suo distintivo make-up in stile “smokey eye”.

La somiglianza con le persone realmente esistenti è tanta, ma spersonalizza gli attori!

Le accuse contro il principe Andrew e il coinvolgimento nei traffici di Jeffrey Epstein

Scoop - Cinematographe.it

Nel 2015, Virginia Giuffre presentò documenti in tribunale affermando che Epstein e la sua fidanzata, Ghislaine Maxwell, organizzavano incontri sessuali per lei con uomini d’affari facoltosi e figure di spicco, incluso il Principe Andrew quando aveva 17 anni. Due documentari, disponibili entrambi su Netflix, raccontano nel dettaglio la storia di questa stirpe di criminali, una vera e propria folie-a-deux. I titoli sono Ghislaine Maxwell: soldi, potere e perversione e Jeffrey Epstein: soldi, potere e perversione.

Alle accuse si aggiunse, nello stesso anno, anche Virginia Roberts, che affermò di essere stata costretta ad avere rapporti sessuali con Andrew nella residenza di Epstein a New York, a Londra e nell’isola privata di Epstein nelle Isole Vergini americane nel 2001. Tuttavia, le menzioni di Andrew furono eliminate dal registro quando un giudice federale degli Stati Uniti disse che era “irrilevante e impertinente alla pretesa centrale”.

In un’affermazione giurata, Giuffre affermava anche che Maxwell lavorava come procacciatrice di Epstein – accuse che portarono Maxwell a fare dichiarazioni diffamatorie su Giuffre. Giuffre citò Maxwell in giudizio per diffamazione lo stesso anno, ma il caso fu risolto e i suoi documenti sigillati nel 2017, con Maxwell che pagava a Giuffre milioni.

Nel 2019, i documenti del processo del 2015 furono resi pubblici e le accuse di Giuffre contro Andrew vennero alla luce. Sebbene Andrew abbia negato tutte le accuse mosse contro di lui e abbia successivamente risolto il caso, lo scandalo continua a perseguitarlo.

Epstein fu nuovamente arrestato per molteplici capi d’accusa nel luglio 2019 e trovato morto nella sua cella di New York City un mese dopo. All’epoca, il principe Andrew rilasciò una dichiarazione dicendo di rimpiangere la sua “imprudente associazione” con Epstein, aggiungendo che “il suo suicidio ha lasciato molte domande senza risposta, in particolare per le sue vittime, e mi compiaccio profondamente con tutti coloro che sono stati colpiti e desiderano una qualche forma di chiusura”.

Come Sam McAlister ha ottenuto l’intervista di Scoop

Il successo di McAlister come procuratrice televisiva risiede nella sua perseveranza e nella sua capacità di tenere d’occhio il quadro generale. Nel film, coltiva una relazione con Amanda Thirsk – la segretaria privata di Andrew – che inizialmente si era rivolta alla BBC per organizzare un “pezzo lusinghiero” sul lavoro caritatevole di Andrew. Dopo un anno di trattative, quando Andrew decise di parlare pubblicamente di Epstein, Thirsk aveva già un rapporto con McAlister.

Ma cosa c’è nella vera McAlister che l’ha portata al successo? “Sono un po’ unribelle,” dice. “Non porto deferenza. Non gioco secondo le regole. Non intendo dire che gioco senza integrità, ma non mi interessano molto le strutture e le gerarchie”.

McAlister dice che era motivata da ciò che era meglio per il programma, per il paese, e la sua tenacia le vinse, infine, quella storia succulenta. Aggiunge che il suo background socialmente versatile e variegato, dal crescere in case popolari fino a raggiungere la classe borghese, le ha insegnato a mescolarsi in diversi ambienti e a comprendere le sottintese regole sociali britanniche. “Mia madre mi ha insegnato a mescolarmi con i principi e i poveri – non intendeva letteralmente, ma è finita così.”

Cosa ha detto il principe Andrew nell’intervista di BBC Newsnight?

Nella sua esplosiva intervista di 50 minuti, il Principe Andrew ha fatto diverse affermazioni scioccanti a Maitlis. Il Principe ha detto di non pentirsi della sua relazione con Epstein, perché gli ha permesso di incontrare persone e avere opportunità “molto utili”. Ha difeso la sua decisione di stare nella casa di Epstein a New York per diversi giorni nel 2010, dicendo che era “un posto comodo dove stare“. Ha anche detto di non ricordare di aver incontrato Giuffre.

Man mano che l’intervista procede, le risposte di Andrew passano da controverse a assurde. Ha detto a Maitlis che la descrizione di Giuffre di lui “che suda profusamente” in un nightclub di Londra era impossibile, sostenendo di avere una condizione medica che gli impedisce di sudare. Ha anche contestato di aver avuto un incontro sessuale con Giuffre il 10 marzo 2001, perché ricordava distintamente di essere stato in una catena di pizzerie britannica in quella data.

L’intervista, proprio vista la sua natura equivoca e decisamente poco credibile, è passata alla storia come una ammissione di colpa implicita ma anche un’ostentazione senza limiti del potere, della sua indifferenza alle vittime che miete.

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