Ritratto della giovane in fiamme: il film di Cèline Sciamma è ispirato a una storia vera?

Ritratto della giovane donna in fiamme, cosa c'è da sapere? Tutte le informazioni!

Ritratto della giovane in fiamme (Portrait de la jeune fille en feu) è un film francese diretto da Céline Sciamma, uscito nel 2019 e presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes, dove ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura e la Queer Palm. In Italia è arrivato nelle sale a dicembre dello stesso anno e oggi è visibile su alcune piattaforme come MUBI, Prime Video (noleggio o acquisto) e occasionalmente su RaiPlay.

Ambientato nella Francia del 1770, il film racconta la storia di Marianne, una giovane pittrice incaricata di realizzare il ritratto di una nobildonna, Héloïse, senza che lei ne sia a conoscenza. La ragazza si rifiuta infatti di posare, perché non vuole sposarsi: quel ritratto, destinato al suo futuro marito, sarebbe il simbolo di una vita imposta. Marianne si finge dama di compagnia e studia la sua modella nei gesti, negli sguardi, nei dettagli. Il rapporto tra le due si fa sempre più profondo, fino a trasformarsi in una storia d’amore intensa, segreta, racchiusa in pochi giorni rubati al tempo. Un amore che non può continuare, ma che resterà impresso nella memoria, come un ritratto che non si può cancellare.

Accanto a Marianne (interpretata da Noémie Merlant) e Héloïse (Adèle Haenel), c’è la figura silenziosa e potente di Sophie, la domestica della casa, che intreccia con loro un piccolo universo di solidarietà femminile, sospeso tra arte, desiderio e consapevolezza. In assenza di uomini, la casa sul mare diventa uno spazio libero, in cui i ruoli sociali si sgretolano e le donne possono finalmente parlare, creare, scegl

Ritratto della giovane in fiamme è tratto da una storia vera?

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La risposta è no: Ritratto della giovane in fiamme non si basa su una storia vera. Non esiste una Héloïse realmente esistita, né un ritratto segreto nascosto nella storia dell’arte. L’intera vicenda è frutto dell’immaginazione di Céline Sciamma, che però ha costruito il racconto con grande rigore storico e simbolico.

Il film nasce da una riflessione sulla presenza invisibile delle artiste donne nella storia, e dalla volontà di immaginare cosa accade quando le donne si guardano tra loro, anziché essere guardate dagli uomini. Marianne rappresenta un’artista possibile, ispirata alle rare pittrici del XVIII secolo come Élisabeth Vigée Le Brun o Adélaïde Labille-Guiard, che riuscirono a farsi strada in un mondo dominato da uomini.

Inoltre, il film prende spunto da elementi reali e culturali, come il mito di Orfeo ed Euridice – evocato esplicitamente nella trama – e il modo in cui la pittura era usata per “consegnare” una donna a un uomo, attraverso un ritratto destinato al matrimonio. Il fuoco, la musica, la memoria: tutto ha un valore simbolico, ma non si tratta di una ricostruzione storica documentaria.
Quindi, Ritratto della giovane in fiamme non racconta un fatto realmente accaduto, ma crea un mondo credibile, toccante e profondamente autentico. È una finzione consapevole, costruita per rendere visibili storie che la storia ufficiale non ha mai raccontato. Ritratto della giovane in fiamme non è solo un film d’epoca, ma un atto di immaginazione radicale. Sciamma inventa una storia per colmare un vuoto, per dare voce a ciò che la Storia ha ignorato: il desiderio femminile, l’arte negata, la libertà interrotta. È un ricordo che non svanisce, un volto che continua a guardarti.

Un film che non racconta il passato com’è stato, ma come avrebbe potuto essere. Un gesto d’amore immortale.