Raoul Peck: 6 film per conoscere la voce del cinema politico
6 titoli per ri-scoprire il brillante autore haitiano.
Raoul Peck è una delle voci più incisive e necessarie del cinema politico contemporaneo. Regista, sceneggiatore e produttore haitiano, la sua opera è caratterizzata da un impegno instancabile nel raccontare storie di resistenza, oppressione e giustizia. La sua filmografia attraversa le ferite ancora aperte del colonialismo, i traumi del razzismo sistemico e le ingiustizie che segnano il nostro tempo, senza mai cedere alla retorica. Con uno stile che fonde la precisione del documentario con l’intensità della narrazione drammatica, Peck riesce a far emergere la complessità della storia, rendendola viva e urgente. Il suo cinema non si limita a rappresentare eventi, ma li interroga, li decostruisce e li restituisce con uno sguardo critico e appassionato. In un’epoca in cui la memoria collettiva è spesso manipolata o dimenticata, le sue opere si configurano come veri e propri atti di resistenza contro l’oblio. Attraverso immagini potenti e riflessioni penetranti, Peck invita lo spettatore a riconoscere le connessioni profonde tra passato e presente, tra memoria e responsabilità. Il suo cinema è, al tempo stesso, un gesto politico e un atto poetico. Ecco sei film che rappresentano al meglio la visione e l’impegno di Raoul Peck.
1. Lumumba (2000)

Uno dei film più emblematici della carriera di Peck, Lumumba racconta la vita e l’assassinio di Patrice Lumumba, primo ministro della Repubblica Democratica del Congo dopo l’indipendenza dal Belgio nel 1960. La pellicola si distingue per l’accuratezza storica e per la capacità di riportare al centro del discorso una figura rivoluzionaria spesso dimenticata dalla narrazione occidentale. Peck ricostruisce con lucidità le dinamiche di potere e le ingerenze straniere che portarono alla destabilizzazione del Congo e all’uccisione di Lumumba, sottolineando la brutalità del neocolonialismo e le responsabilità delle potenze occidentali. Il film non si limita a essere una biografia: è anche una denuncia feroce delle logiche geopolitiche che ancora oggi condizionano l’Africa. La narrazione è asciutta ma intensa, arricchita da una fotografia evocativa e da un ritmo incalzante che trasmette la tensione del periodo. Lumumba è un’opera fondamentale per comprendere non solo la storia congolese, ma anche i meccanismi globali di sfruttamento e manipolazione.
2. Accadde in aprile (2005)
Ambientato durante il genocidio del Ruanda nel 1994, Accadde in aprile segue la vicenda di due fratelli ruandesi, uno militare e l’altro attivista per i diritti umani, che si trovano su fronti opposti durante l’esplosione dell’odio etnico tra Hutu e Tutsi. Peck adotta un linguaggio sobrio ma estremamente coinvolgente, evitando sensazionalismi e puntando invece sulla dimensione umana del conflitto. Attraverso la storia familiare, il regista riesce a mostrare le conseguenze devastanti della propaganda, della paura e del silenzio internazionale. La narrazione si sviluppa in due piani temporali: il presente, in cui uno dei fratelli cerca di ricostruire i fatti e ritrovare i sopravvissuti, e il passato, attraverso flashback dolorosi che riportano in vita le atrocità vissute. Il film è un potente atto di memoria, che mette in discussione l’indifferenza della comunità internazionale e denuncia le complicità silenziose che permisero il genocidio. In Peck non c’è mai indulgenza, ma una ricerca costante della verità e della dignità delle vittime.
3. Il giovane Karl Marx (2017)

In questa biografia insolita e originale, Peck esplora i primi anni della vita di Karl Marx, focalizzandosi sul suo incontro con Friedrich Engels e sulla nascita delle idee che avrebbero dato origine al pensiero marxista. Il film si svolge tra la Germania, la Francia e l’Inghilterra della metà dell’Ottocento, un’epoca di grandi fermenti sociali e politici. A differenza di molti film biografici che si concentrano sulla mitizzazione del protagonista, Peck punta invece sull’aspetto intellettuale e relazionale, mostrando Marx come un giovane appassionato, conflittuale, spesso impulsivo, ma profondamente radicato nella realtà del suo tempo. Attraverso dialoghi intensi, discussioni politiche e riflessioni filosofiche, il film riesce a rendere accessibili concetti complessi come l’alienazione, il materialismo storico e la lotta di classe. La forza del film risiede nella sua capacità di collegare le condizioni economiche del XIX secolo con le ingiustizie ancora presenti nel mondo contemporaneo. È un’opera che parla del passato, ma che interroga in modo diretto il presente.
4. Silver Dollar Road (2023)
Silver Dollar Road è un documentario struggente e incisivo che racconta la lotta di una famiglia afroamericana per difendere la propria terra, ereditata da generazioni, contro le pressioni di sviluppatori immobiliari e meccanismi legali ingiusti. Ambientato negli Stati Uniti, il film rivela una realtà ancora poco conosciuta: l’esproprio sistematico delle terre dei neri americani attraverso cavilli burocratici, corruzione e razzismo istituzionalizzato. Peck adotta un linguaggio visivo empatico, centrato sulle voci dei protagonisti e sulle immagini del paesaggio come metafora della resilienza. La narrazione si sviluppa in un crescendo emotivo, mostrando le ripercussioni personali, familiari e comunitarie di un’ingiustizia che è tutt’altro che isolata. Attraverso interviste, documenti legali e ricostruzioni storiche, il regista porta alla luce un problema strutturale che colpisce migliaia di famiglie afroamericane. Il film è un’accusa potente contro l’iniquità del sistema giudiziario e un inno alla dignità della resistenza.
5. Moloch Tropical (2009)

In Moloch Tropical, Peck ambienta la sua satira politica in un Haiti immaginario ma profondamente realistico, costruendo un ritratto disturbante di un presidente che, rifugiato nel suo palazzo-fortezza, assiste impotente e paranoico al crollo del proprio potere. In una sola giornata, mentre il popolo scende in strada per manifestare, l’élite politica si sfalda, i consiglieri abbandonano il leader e il regime mostra le sue crepe. Ispirato alla figura di personaggi autocratici e all’eredità delle dittature caraibiche, il film esplora il meccanismo psicologico del potere, l’alienazione dell’élite e la disconnessione tra chi governa e la realtà sociale. Peck adotta toni grotteschi e claustrofobici, giocando con simboli religiosi e storici, per raccontare una decadenza non solo politica ma anche morale. Moloch Tropical è una riflessione feroce sul potere che si consuma nella propria vanità, sulla paura del cambiamento e sulla fine inevitabile di ogni regime costruito sulla repressione e sull’illusione.
6. I Am Not Your Negro (2016)
Basato su un manoscritto incompiuto di James Baldwin, I Am Not Your Negro è uno dei documentari più acclamati degli ultimi anni. Peck costruisce un’opera visiva e narrativa straordinaria, dando voce alle parole di Baldwin attraverso l’interpretazione intensa di Samuel L. Jackson, mentre sullo schermo scorrono immagini d’archivio, sequenze contemporanee e materiale storico che racconta la lunga e dolorosa storia del razzismo negli Stati Uniti. Il film mette in relazione le lotte dei leader neri degli anni ’60 – Medgar Evers, Malcolm X, Martin Luther King Jr. – con le tensioni razziali attuali, mostrando quanto poco sia cambiato. Il montaggio è serrato, la colonna sonora evocativa, e la regia di Peck costruisce una narrazione che è al tempo stesso intima e collettiva, personale e politica. I Am Not Your Negro non è solo un film sulla discriminazione: è un’opera che interroga le radici profonde del razzismo, della paura e dell’identità americana. È un grido di denuncia, ma anche una chiamata alla responsabilità e alla consapevolezza.