Predator: 10 curiosità da sapere sul film con Arnold Schwarzenegger
Segreti e retroscena incredibili sul cult con Arnold Schwarzenegger.
Nel 1987 arrivava nelle sale Predator, uno dei film d’azione e fantascienza più iconici di sempre. Diretto da John McTiernan e interpretato da Arnold Schwarzenegger, il film ha ridefinito il genere action, mescolando tensione, horror e spettacolarità. Ma dietro la giungla rovente, il mostro alieno e la squadra di mercenari, si nascondono aneddoti incredibili, colpi di scena sul set e curiosità che solo i veri appassionati conoscono. QUi vi proponiamo 10 curiosità su Predator che svelano cosa accadde dietro le quinte di uno dei cult più amati degli anni ’80.
1. Predator e la nascita di un cult

L’idea di Predator nacque da una battuta a Hollywood dopo il successo di Rocky IV: qualcuno ironizzò dicendo che ormai l’unico avversario degno di Rocky Balboa sarebbe stato un alieno. Da quella provocazione nacque la scintilla creativa dei fratelli Jim e John Thomas, che scrissero la sceneggiatura di Hunter, poi trasformata in Predator. Con Arnold Schwarzenegger nel ruolo del protagonista Dutch Schaefer, il film consacrò il regista John McTiernan come maestro del genere.
2. Predator e il set infernale nella giungla
Le riprese si svolsero nelle foreste tropicali del Messico, tra Puerto Vallarta e Palenque. La troupe dovette affrontare condizioni estreme: caldo torrido, umidità, insetti velenosi e disturbi alimentari. Il regista John McTiernan si ruppe addirittura il polso cadendo da un albero e continuò a lavorare senza dirlo a nessuno. Le difficoltà furono tali che alcuni membri del cast scherzarono dicendo: “La Cambogia, in confronto, sembra il Kansas”.
3. Predator e lo sceneggiatore diventato soldato

Shane Black, autore di Arma Letale, fu assunto per interpretare Rick Hawkins, ma in realtà la produzione lo voleva sul set per riscrivere la sceneggiatura in caso di necessità. L’idea era che, essendo parte del cast, non potesse “scappare” dal lavoro. Tuttavia, Black non modificò neanche una riga del copione e si limitò a recitare la sua parte, morendo presto nel film. Anni dopo, avrebbe scritto e diretto The Predator (2018), quarto capitolo della saga.
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4. Predator e la giungla ricreata a mano
Nonostante il film sembri ambientato in una foresta fittissima, la giungla messicana si rivelò molto più spoglia del previsto. Per rendere l’ambientazione più selvaggia e intricata, la produzione aggiunse manualmente tonnellate di foglie e vegetazione finta. Il regista, alla fine, ottenne una giungla artificiale ma credibile, perfetta per nascondere la creatura tra luci e ombre.
5. Predator e Jean-Claude Van Damme: un incontro mancato

Prima di Kevin Peter Hall, il ruolo del Predator era stato affidato a Jean-Claude Van Damme. Il design originale del costume era più snello e simile a un insetto, ma Van Damme trovò la tuta soffocante e scomoda, arrivando a scontrarsi con il produttore Joel Silver. Dopo soli due giorni, fu licenziato e sostituito da Hall, un attore alto oltre due metri, che diede al mostro un’imponenza mai vista prima. Hall appare anche nel finale, nei panni del pilota dell’elicottero.
6. Predator e la visione termica dell’alieno
La visione termica è uno degli elementi più affascinanti del film, forse il vero colpo di genio della pellicola. Per ottenerla, furono usate due telecamere diverse: una a infrarossi e una a colori. Le immagini vennero poi sovrapposte in post-produzione, creando l’effetto psichedelico che simula la percezione aliena. Una vera ripresa a infrarossi sarebbe stata troppo disorientante per lo spettatore. Curiosamente, nelle prime prove, si tentò di usare una scimmia in tuta verde per simulare l’invisibilità del Predator, ma l’esperimento fu un disastro.
7. Predator e i due governatori

Il film vanta un record unico: due dei suoi protagonisti diventarono governatori di Stato. Arnold Schwarzenegger fu eletto Governatore della California nel 2003, mentre Jesse Ventura, che nel film interpreta il corpulento Blain, divenne Governatore del Minnesota nel 1999.
8. Predator e il design leggendario di Stan Winston
Il look definitivo del Predator nacque solo dopo che il primo costume, giudicato poco minaccioso, venne scartato. Fu Arnold Schwarzenegger a chiamare il geniale artista degli effetti speciali Stan Winston, che durante un viaggio in aereo con James Cameron ideò la celebre mandibola del mostro. Il cineasta canadese fu ancora una volta decisivo nella realizzazione di una delle creature che hanno segnato gli ultimi due decenni del secolo scorso.
9. Predator e il sangue fosforescente

Il sangue verde brillante del Predator è diventato un marchio di fabbrica. In origine, si era tentato di usare del succo d’arancia, ma l’effetto non convinceva. La soluzione arrivò dai lightstick, i bastoncini fluorescenti usati nei concerti, il cui liquido luminescente creava un bagliore alieno perfetto per la creatura di Stan Winston.
10. Predator e la critica alla guerra
Dietro le scene d’azione esplosive e l’estetica da film militare, Predator nasconde una riflessione più profonda. John McTiernan ha dichiarato che voleva “ridicolizzare il desiderio di vedere le armi sparare”. La celebre scena in cui la squadra crivella la giungla di colpi senza colpire nulla è una metafora dell’inutilità della violenza e della guerra stessa.