Nemico pubblico: la spiegazione del finale del film con Will Smith

Nemico Pubblico, diretto da Tony Scott, con Will Smith, Gene Hackman e Jon Voight ha una doppia conclusione che nasconde un messaggio amaro.

Nemico pubblico, diretto da Tony Scott, con Will Smith, Gene Hackman e Jon Voight è un susseguirsi di eventi concatenati che creano una spirale adrenalinica di colpi di scena, fatta di inseguimenti, esplosioni e sparatorie. Il film racconta dell’avvocato Robert Clayton Dean, interpretato da Will Smith, che entra a sua insaputa in possesso di un video che incriminerebbe l’ufficiale dell’NSA, colosso americano della sicurezza nazionale insieme alla CIA e all’FBI, capaci di controllare la vita di ogni cittadino. Un crescendo d’azione e suspense che a volte sfiora l’inverosimile, in una personale sospensione d’incredulità rivalutata con gli espedienti divertenti e quelle battute che fanno sorridere, che con la comicità rendono tutta la vicenda surreale e quasi plausibile. La stessa tematica centrale che muove la storia, da cui tutto ha inizio, ha del fantascientifico, e cioè dei sistemi di sicurezza capaci di scoprire davvero ogni cosa dei cittadini, manca solo il dispositivo che legge nel pensiero. Ma è davvero così? E se fosse così si potrebbe vivere tranquilli sapendo di essere sempre controllati?

Con un’idea futuristica simile alla premonizione di Arancia Meccanica, anche Nemico pubblico non si sbagliava, perché nel 2020, ma già da molti anni, ogni persona sulla Terra è ascoltata e controllata, o almeno così si dice. Insieme ai dubbi se sia una scelta dell’uomo, in base a Social e presenza sul web o se, indipendentemente da tutto, è così e non ci si può fare nulla. Quando Nemico Pubblico è uscito, nel 1998, un mondo in cui le cimici, i controlli facciali, una tecnologia super avanzata, microfoni ovunque con tattiche per ascoltare ciò che due persone si dicevano camminando in una strada affollata, era sicuramente un elemento sorprendente, ma queste misure di controllo, come suggerisce il titolo sia italiano che originale (Enemy of the State) riguardavano solo chi minacciava  la sicurezza nazionale. Anche se non intenzionalmente. In conclusione, è chiaro che non fosse del tutto legale spiare l’avvocato con quei metodi.

Nemico Pubblico - cinematographe.it

Non è stato un caso scegliere un protagonista uomo comune, così come un fotografo naturalista prima dell’avvocato Dean, per scoprire involontariamente qualcosa e diventare  poi, in breve tempo, un nemico dello Stato. Scegliere il così detto uomo qualunque il film sottolinea proprio il fatto che se c’è anche solo la minima possibilità di avere più informazioni di quante si dovrebbe, il rischio è quello di non avere nessun segreto e movimento al sicuro, con carte di credito che non funzionano e, addirittura, il rischio di perdere persone care… insomma, le strade della politica sono infinite. L’ultima scena di Nemico Pubblico, slegata dalla conclusione della vicenda dell’omicidio del deputato e del pedinamento di Dean da parte di Reynolds, mostra Robert Clayton nuovamente a casa, tranquillo, insieme alla moglie e al figlio. Quando rimane da solo e cambia canale, la televisione inizia ad essere disturbata e appare un personaggio particolarmente riconoscibile: il gatto di Brill, interpretato da Gene Hackman, non a caso è inquadrato molte volte nel corso del film. Poi scorrono immagini di un’isola da sogno, le gambe di un uomo, presumibilmente Brill e una scritta sulla sabbia: Wish you were here, tradotto Vorrei che fossi qui.

Ma non è finita. Perché prima dei titoli di coda è Will Smith ad apparire in televisione, riprendendo così una scena precedente del film. Muovendo il braccio e la mano in segno di saluto, nota di essere ripreso, diventando la tv quasi uno specchio. Dove sia la telecamera non è importante e non spaventa il protagonista. Un finale che fa sorridere e lascia increduli, senza alcuna esagerazione, ormai, a distanza di 24 anni. Ma il sottile senso di queste scene è chiaro: non c’è scampo, ognuno di noi è controllato, ogni sistema di sicurezza può avere informazioni su qualsiasi cittadino, sul suo passato e sulla sua vita. Nessun teoria del complotto o del Governo che scava nella vita delle persone per distruggerlo, né nessun riferimento a case disseminate di telecamere di sicurezza, ma il messaggio che la privacy non esiste sì.

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Tra differenze tra i servizi di Intelligence americani, tra i più potenti del mondo, e quelli italiani, che la privacy sia un qualcosa di difficile da ottenere e da essere sicuri di avere è un concetto realistico. Una conclusione quindi, sfruttando la comicità della sparatoria finale, piuttosto amara che chiarisce molte cose, Dean non si preoccupa più dopo quello che ha passato, ma non ha importanza, non ha nulla da nascondere, possono entrare nella sua vita quanto vogliono, perché per quanto ci si sforzi, nessun segreto sarà mai al sicuro. “Aiuto” insomma, verrebbe da urlare, ma Nemico Pubblico punta molto su questo che è indubbiamente l’elemento più interessante, ancora oggi dibattuto, di questo continuo controllo delle persone, anche e soprattutto di chi non rappresenta una reale minaccia. Un database infinito dove, per ogni bambino che nasce, viene inserito un nuovo profilo, da completare man mano con altre informazioni.

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