Martin Short: 8 film da vedere assolutamente

8 titoli per 8 passaggi fondamentali della sua carriera.

Martin Short è uno di quei talenti comici che hanno saputo trasformare ogni ruolo, anche il più piccolo, in un momento indimenticabile di cinema. Attore canadese dal carisma travolgente, capace di passare dal cabaret televisivo al grande schermo senza perdere mai il suo tocco unico, Short è diventato negli anni un’icona di comicità surreale e brillante. La sua mimica, la sua voce inconfondibile e la capacità di mescolare ironia fisica e intelligenza verbale gli hanno permesso di collaborare con grandi registi come John Landis, Joe Dante, Tim Burton e Paul Thomas Anderson. Il suo percorso cinematografico non si limita però alla commedia slapstick: dietro la sua vena comica c’è sempre un’umanità sincera, un calore che lo rende irresistibile anche quando interpreta personaggi eccentrici, fastidiosi o completamente fuori dalle righe. Martin Short ha saputo muoversi tra generi diversi: dalle commedie familiari ai cult anni Ottanta, dai blockbuster ai film d’autore. Questa versatilità lo ha reso uno degli attori caratteristi più amati e rispettati di Hollywood. Ecco 8 film che rappresentano al meglio la sua carriera sul grande schermo e permettono di riscoprire, ancora oggi, il talento senza tempo di Martin Short.

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1. I tre amigos! (1986), di John Landis

Martin Short - Cinematographe.it

In questa commedia cult, Martin Short recita al fianco di Steve Martin e Chevy Chase, formando un trio comico che ha segnato l’immaginario degli anni Ottanta. I tre amigos! racconta le disavventure di tre attori hollywoodiani scambiati per veri eroi da un villaggio messicano che li ingaggia per combattere i banditi locali. Short interpreta il più ingenuo del gruppo, portando sullo schermo la sua comicità fisica e il suo sguardo smarrito, che diventa irresistibile in contrasto con le situazioni pericolose. La chimica con i colleghi è palpabile, e il film si regge proprio sul ritmo comico perfetto che il trio riesce a costruire. Nonostante in Italia il successo iniziale fu moderato, col tempo è diventato un cult anche grazie alle gag iconiche.

2. Salto nel buio (1987), di Joe Dante

Con Salto nel buio Martin Short regala una delle sue interpretazioni più memorabili. Interpreta un impiegato timido e stressato che, per caso, diventa il soggetto di un esperimento fantascientifico: un pilota miniaturizzato viene iniettato nel suo corpo. Il film, premiato con l’Oscar per gli effetti speciali, unisce avventura, fantascienza e commedia, e Short riesce a muoversi con naturalezza tra momenti esilaranti e sequenze emotive. La sua capacità di trasformare la paura in comicità lo rende un perfetto antieroe, capace di conquistare il pubblico con goffaggine e coraggio. In Italia il film venne apprezzato anche per il suo tono innovativo, a metà tra commedia sci-fi e racconto di formazione. Short, con il suo talento fisico e la sua espressività, riesce a trasmettere al pubblico la tensione e l’imprevedibilità della storia.

3. Finché dura siamo a galla (1992), di Thom Eberhardt

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In Finché dura siamo a galla, Martin Short recita accanto a Kurt Russell in una commedia d’avventura che si svolge quasi interamente in mare. Short interpreta Martin, un uomo mite e impacciato che, suo malgrado, finisce coinvolto in un viaggio rocambolesco a bordo di una barca. La sua goffaggine diventa un motore narrativo, creando continui contrasti con la grinta e l’esperienza del personaggio interpretato da Russell. Il film mescola azione e commedia leggera, con un ritmo che deve molto all’alchimia tra i due protagonisti. Short porta freschezza e ironia, riuscendo a trasformare anche le situazioni più assurde in occasioni per esprimere il suo talento comico. In Italia fu distribuito come una pellicola divertente per famiglie, capace di unire risate e avventura. Oggi resta un esempio perfetto del suo ruolo di spalla ideale, che sa però conquistare la scena senza fatica.

4. Ma chi me l’ha fatto fare! (1994), di Paul Flaherty

Questo film rappresenta uno degli esperimenti più particolari della carriera di Short. In Ma chi me l’ha fatto fare! l’attore interpreta Clifford, un ragazzino di dieci anni nonostante lui stesso avesse già superato i quarant’anni al momento delle riprese. L’idea bizzarra dà vita a una commedia grottesca e surreale, in cui Short porta la sua mimica e la sua energia ai massimi livelli. La scelta coraggiosa divise critica e pubblico: molti considerarono il film eccessivo, altri lo trasformarono col tempo in un cult. Clifford è un personaggio irritante, iperattivo e sopra le righe, ma proprio per questo è impossibile da dimenticare. In Italia non ebbe grande fortuna al botteghino, ma negli anni è stato rivalutato per la sua originalità. La performance di Short è un esempio lampante della sua capacità di abbracciare progetti rischiosi, trasformando l’assurdo in arte comica.

5. Il padre della sposa 2 (1995), di Charles Shyer

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Martin Short torna nei panni di Franck Eggelhoffer, l’eccentrico wedding planner già visto nel primo capitolo, portando la sua esuberanza a livelli ancora più alti. In Il padre della sposa 2, Franck non si limita a organizzare matrimoni, ma diventa una presenza costante nella vita della famiglia Banks, accompagnandoli tra gravidanza e nuove sfide domestiche. Short costruisce un personaggio memorabile, con accento stravagante, abbigliamento sgargiante e una gestualità esagerata che lo rendono irresistibile. In Italia il film venne accolto con entusiasmo, consolidando il successo del primo capitolo e il legame affettivo del pubblico con i protagonisti. Franck è una spalla comica che riesce a rubare la scena a Steve Martin in più di un’occasione, senza però mai stonare.

6. Mars Attacks! (1996), di Tim Burton

In Mars Attacks! Martin Short veste i panni di Jerry Ross, un personaggio ambiguo e grottesco che si inserisce nel ricco cast corale del film. Burton costruisce una satira sul potere, sulla politica e sull’assurdità della società americana, e Short si muove perfettamente in questo contesto visionario. Il suo ruolo, a metà tra il caricaturale e il sinistro, è uno dei più memorabili grazie alla sua capacità di esagerare senza mai perdere ritmo. Con le sue espressioni e i suoi tic, rende Jerry un esempio di uomo potente e superficiale, pronto a cadere nel ridicolo. In Italia il film fu accolto con grande curiosità e riscosse un buon successo, confermando la fama internazionale di Short. La sua presenza, pur non essendo centrale nella trama, rimane impressa per il mix di comicità e inquietudine.

7. Santa Clause è nei guai (2006), di Michael Lembeck

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In questo terzo capitolo della saga natalizia, Martin Short interpreta Jack Frost, antagonista principale del film. La sua performance è interamente costruita sull’esagerazione: sguardi ammiccanti, battute ironiche e movimenti teatrali trasformano il personaggio in una sorta di villain da fiaba. Short si diverte chiaramente nel ruolo e il pubblico lo percepisce, rendendo Jack Frost uno dei cattivi più amati dai più piccoli. In Italia Santa Clause è nei guai fu distribuito come grande evento natalizio, e la sua interpretazione divenne uno degli elementi più apprezzati. La caratterizzazione caricaturale di Frost è perfetta per un film familiare: esagerata ma mai minacciosa, maliziosa ma sempre divertente. Short dimostra come la sua comicità si adatti anche ai contesti più mainstream e orientati ai bambini. Il risultato è una performance che spicca all’interno di un franchise già popolare, regalando un cattivo memorabile e divertente.

8. Vizio di forma (2014), di Paul Thomas Anderson

Dopo anni di commedie e ruoli familiari, Martin Short torna sul grande schermo con un film d’autore. In Vizio di forma interpreta il dottor Rudy Blatnoyd, personaggio bizzarro che vive in un universo lisergico e surreale. Nonostante appaia per un tempo relativamente breve, la sua interpretazione lascia un segno indelebile. Anderson utilizza Short come elemento comico e disturbante al tempo stesso, inserendolo in un noir psichedelico ambientato nella California anni Settanta. La capacità di Short di dominare la scena anche con pochi minuti a disposizione dimostra la sua grandezza. In Italia il film venne apprezzato per la sua complessità e lo stile visionario del regista, e la presenza di Short fu notata come uno dei momenti più eccentrici.

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