Lino Banfi: l’elogio della “pugliesità”. Così il barese è diventato lingua nazionale!

L’attore pugliese compie 85 anni il 9 luglio 2021 e rimane uno dei maggiori esponenti della comicità pugliese che ha conquistato il pubblico italiano.

Chi almeno una volta nella vita non ha pronunciato una delle battute cult di Lino Banfi? Il suo inconfondibile accento barese ha conquistato generazioni di italiani, da nord a sud. Anche la Nazionale di calcio durante Italia – Turchia agli Europei 2021: i calciatori Ciro Immobile e Lorenzo Insigne hanno, infatti, esultato dopo un gol urlando a favore di camera: “Porca puttena!”, un suggerimento dato dallo stesso attore ai giocatori alla vigilia della partita tramite un video, tornando a vestire in un certo senso i panni di Oronzo Canà, il mitico allenatore della Longobarda nel cult L’allenatore nel pallone. Grazie a questo e ad altri film, come Il commissario Lo Gatto, Vieni avanti cretino, Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio, Al bar dello sport e un numero imprecisato di commedie sexy, Lino Banfi, all’anagrafe Pasquale Zagaria, è entrato a far parte dell’immaginario collettivo italiano come uno degli attori simbolo della commedia anni ’80 e ’90 nel ruolo spesso dell’imbranato, dedito a sfortunate tresche con donne bellissime, facilmente irritabile tanto da lanciarsi in memorabili sfoghi con il suo accento barese, diventato il suo marchio distintivo.

Lino Banfi – Dall’avanspettacolo alla commedia anni ’80-’90

Lino Banfi, cinematographe.it

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Di fatto Lino Banfi è il maggior rappresentante, o meglio l’antesignano, della comicità barese che è riuscita a superare i confini della Puglia e a conquistare un vasto pubblico: prima dell’inarrestabile Checco Zalone, di Toti e Tata (Emilio Solfrizzi e Antonio Stornaiolo) e Uccio De Santis.

Una scena emblematica di questa spassosa “pugliesità” è una delle più famose del successo del 1982 Vieni avanti cretino di Luciano Salce in cui Lino Banfi nei panni di Pasquale Baudaffi a Roma di fronte al Colosseo incontra un prete del suo stesso paese iniziando a chiacchierare in un incomprensibile barese tanto che il loro colorito scambio è sottotitolato ironicamente in arabo ed è accompagnato da “amichevoli” schiaffoni, fino a quando il prete si allontana e Pasquale si chiede: “Terrone maledetto, chi cazzo lo conosce?”.  Uno sketch che riproduce una delle scene tipiche del teatro di avanspettacolo nel quale Lino Banfi si è formato e ha militato agli inizi della sua carriera negli anni ’50 prima di approdare al cinema e che dimostra con sagacia e umorismo cliché, vizi e difetti degli italiani. In questo caso ironizza sullo stereotipo del pugliese chiassoso, esagerato nei gesti, dal linguaggio incomprensibile a molti, spontaneo ed entusiasta non appena incontra fuori la Puglia un conterraneo.

Lino Banfi – Fra battute e tormentoni, il barese il suo marchio distintivo

Lino Banfi, cinematographe.it

Tante le battute, anzi i tormentoni ripresi più volte dall’attore nei suoi film che sono entrati nel linguaggio comune, come “Madooonna Benedetta dell’Incoroneta”, “Ti spezzo la noce del capocollo”, “Disgrazieto”, per fare qualche esempio, pronunciati in scene famose come quella nella vasca da bagno in Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio, film del 1983 diretto da Sergio Martino: “Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio, ego me baptizzo contro il malocchio. Con il peperoncino e un po’ d’insaléta mi protegge la Madonna dell’Incoronéta; con l’olio, il sale, e l’aceto mi protegge la Madonna dello Sterpeto; corrrrrno di bue, latte screméto, proteggi questa chésa dall’innominéto”.

La sterminata filmografia di Lino Banfi comprende non solo commedie spesso bollate come demenziali e stupide ma che di fatto sono diventate degli amatissimi cult – Cornetti alla crema, L’esorciccio, L’onorevole con l’amante sotto il letto, La moglie in bianco …l’amante al pepe, Pappa e ciccia, I pompieri, Scuola di ladri – ma anche la partecipazione in film diretti da registi del calibro di Dino Risi ne Il Commissario Lo Gatto, Lucio Fulci, Nanni Loy, Steno e il già citato Luciano Salce.

Lino Banfi, cinematographe.it

L’allenatore nel pallone di Sergio Martino del 1984 – che ha avuto anche un seguito nel 2008 – rimane sicuramente la migliore interpretazione di Lino Banfi e quella che ha forse consacrato l’irresistibile “fenomeno pugliese” con una raffica di sketch indimenticabili: il mediocre allenatore pugliese Oronzo Canà con il suo carattere duro, irascibile e orgoglioso, il tifo sguaiato e le clamorose battute salva l’immaginaria squadra della Longobarda dalla serie B grazie anche alla “sua” confusionaria formazione 5-5-5:“No, questa volta è lei che non ha afferreto. Io picchio De Sisti e lo dichiaro a tutta Italia. Io picchio De Sisti e gli spezzo pure la noce del capocollo! Chiaro?”, “Io ho scoperto che tu non sei né figlio d’emigrante, né figlio di preta pura, tu sei proprio figlio di puttena, neto!”

E chissà se lo zampino di Oronzo Canà non porterà fortuna anche alla Nazionale italiana che domenica potrebbe vincere contro l’Inghilterra gli Europei di calcio 2021 al grido di “Porca puttena!”.

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